Dopo Maurizio Agostini, Presidente dell´Atc di Bologna, e Filippo Allegra, Amministratore Delegato di Trambus Roma, la parola passa a Renzo Brunetti, Direttore Generale di Ataf (Firenze). Si conclude così il
Dopo Maurizio Agostini, Presidente dell´Atc di Bologna, e Filippo Allegra, Amministratore Delegato di Trambus Roma, la parola passa a Renzo Brunetti, Direttore Generale di Ataf (Firenze). Si conclude così il ciclo di interviste dedicate alla presentazione di un´importante alleanza fra tre grandi aziende italiane. Da pochi giorni è stata siglata un´importante alleanza fra le società di trasporto pubblico di Firenze, Bologna e Roma. Qual è il suo significato? E´ una scelta un po´ scontata, annunciata già in qualche modo durante la Conferenza di Programma che abbiamo tenuto in giugno. Il mercato del trasporto pubblico si dividerà in più segmenti. Uno sarà costituito dalle aree urbane medio-grandi del centro-nord. La nostra specializzazione è congeniale a tali realtà che hanno centri storici di pregio, problemi ambientali, necessità di trasporto pubblico di massa. Questa alleanza può costituire il nocciolo di un futuro gruppo nazionale. Così come è successo negli altri Paesi con la liberalizzazione, anche in Italia nel giro di 10 anni si assisterà alla costituzione di 3-4 grandi gruppi, noi vogliamo esserci. Un´alleanza per fare cosa? Non solo per partecipare alle gare ma soprattutto per migliorare nella gestione e nella capacità di offrire servizi di qualità. Occorre guardare prima di tutto dentro le aziende. Fra 3-4 anni le gare le vincerà chi saprà offrire prezzi competitivi e servizi di qualità. Operando in una logica di gruppo bisogna andare verso una riorganizzazione che cerchi di ridurre i costi generali ed assicuri maggiore efficienza. Singolarmente le aziende possono avere un ufficio acquisti, un ufficio marketing, un ufficio legale, ma solamente mettendosi insieme è possibile concentrare le risorse per realizzare settori che abbiamo un orizzonte nazionale ed europeo. Ogni azienda da sola non ha le risorse e le competenze per investire in tutti i settori che sono necessari. Resta un neo: la ricerca di un partner europeo. Non è un gioco di parole ma le 9 aziende italiane sono più piccole del più piccolo gruppo francese. Oggi l´Ataf ha un bilancio di circa 140 miliardi e ci troveremo a gestire appalti per la tranvia superiori ai 1.000 miliardi. Abbiamo bisogno di un partner europeo che abbia già esperienze e dimensioni tali nel campo delle tranvie e dei metro da poterci supportare adeguatamente. Che legame c´è fra l´azienda-rete ATAF e questa nuova dimensione di gruppo nazionale? L´azienda-rete ha già svecchiato e reso più dinamica Ataf, le società di Bologna e Roma ci hanno scelto anche per questo, ma ora occorre ripensare anche questa rete di aziende in una logica che travalichi la dimensione regionale. Un esempio già marciante in questa direzione è Thecla, che ben opera su scala nazionale. Le alleanze, le gare del 2003: quale è la ´dote´ che Ataf porterà alle altre aziende partner e viceversa? Bologna e Firenze sono fra le aziende medie migliori in Italia. Sono all´avanguardia per i sistemi innovativi, i mezzi ecologici, i servizi a chiamata, i sistemi manutentivi, la formazione degli orari e dei turni informatizzati, ecc. Altre città come Roma e Milano possono essere d´aiuto per l´esperienza con le tranvie e metropolitane. Tuttavia non basta fare le cose bene, occorre anche garantire i prezzi migliori. Come già espresso, bisognerà avere la capacità di assicurare costi competitivi. Le gare attuali, escluso Trieste, si sono svolte sulla base di prezzi ridicoli rispetto ai nostri costi e per questo non ho voluto partecipare. Anche le gare di Roma (intorno alle 4.000 lire a km) sono state tutte giocate sul prezzo e non sulla qualità. In quel caso è evidente che si punta solo sull´abbassamento del costo del lavoro. Ma anche quelle situazioni sono riferite ad aree periferiche della Capitale. Credo che quando saranno messe in gara le reti urbane delle città, gli enti locali non potranno non tenere conto in modo adeguato della qualità dei servizi. Voglio poi puntualizzare che competitività economica non significa necessariamente riduzione del costo del lavoro: significa recuperare efficienza, eliminare sprechi, ecc. In questo senso l´alleanza con Bologna e Roma ci potrà molto aiutare. Naturalmente serve anche una forza lavoro meglio utilizzabile e per questo abbiamo un negoziato aperto con il sindacato. Marco Talluri (clickmobility.it)