alleanza Roma, Firenze, Bologna, parla Filippo Allegra (Amministratore Delegato di Trambus Roma)

Significato dell´alleanza e dei primi appuntamenti cui la ´triade´ si presenterà. Dopo  Maurizio Agostini, Presidente dell´Atc di Bologna, è la volta di Filippo Allegra Amministratore Delegato di Trambus Roma. Roma,

Significato dell´alleanza e dei primi appuntamenti cui la ´triade´ si presenterà. Dopo  Maurizio Agostini, Presidente dell´Atc di Bologna, è la volta di Filippo Allegra Amministratore Delegato di Trambus Roma. Roma, Firenze, Bologna: questa l´alleanza fra le tre aziende metropolitane dell´Italia centrale recentemente annunciata. Che significato date a questa intesa? Si tratta di un´alleanza strategica per le tre aziende. L´obiettivo è crescere, aumentare le attività, individuare tutte le possibilità per competere con successo.   Con l´avvio in Italia del processo di liberalizzazione nel trasporto locale, tutte le aziende del settore hanno dovuto mettersi al lavoro per rafforzare le loro posizioni nel mercato. Trambus, che si è costituita lo scorso dicembre dalla scissione dell´ex azienda speciale,  ha individuato come missione aziendale la capacità di produrre trasporto di qualità a condizioni competitive. E intende rispettare la sua missione anche sul mercato nazionale o europeo. Alleanze e accordi commerciali sono ovviamente una possibilità in più per affrontare la concorrenza.   L´ accordo con Firenze e Bologna  è anche significativo di come ex aziende municipalizzate abbiano intrapreso una nuova strada di sviluppo, e come siano pronte ad  accettare le occasioni offerte dal mercato. Con quali caratteristiche peculiari della vostra azienda pensate di contribuire a questa collaborazione?  Trambus è la più grande azienda nel settore in Italia. Ha  più di 9.500 dipendenti. Gestisce una rete di trasporto di oltre due mila chilometri. Produce 120 milioni di chilometri vettura l´anno.  Trasporta oltre 900 milioni di passeggeri l´anno. Insomma l´esperienza e la competenza non ci mancano. Come mai proprio queste aziende?  Condividiamo un progetto: quello di un piano strategico complessivo. Un accordo di due anni per sperimentare le nostre forze laddove, in Italia e all´estero, ci saranno gare per l´affidamento di servizi di trasporto locale. Poi nel 2003, come prevede la legge di riforma, tutto il servizio dovrà essere sottoposto alle regole del mercato. Contiamo di arrivare a quella data con una buona dose di esperienza. Avete dichiarato che si tratta di alleanza aperta ad altri contributi. Che tipo di aziende potrebbe interessarvi?  Aziende con know how diversi dal nostro. Per esempio competitori per il ´ferro´. Per crescere infatti dobbiamo anche essere disponibili a diversificare le attività. Non escludiamo partner stranieri. Quali saranno i primi appuntamenti ai quali vi presenterete insieme?  L´ulteriore appuntamento romano, per il quarto lotto, che probabilmente sarà bandito entro la fine dell´anno, potrebbe essere un´interessante occasione. Poi aspetteremo le gare che dovranno essere bandite in altre città. Quali sono i punti cruciali del sistema gare?  Il tema cruciale è definire il sistema delle regole con cui si va a gara: la durata della concessione, l´unicità o meno della gara, la reciprocità con i vettori stranieri, oggi inesistente, la definizione del concetto di servizio pubblico garantito. Fra le motivazioni portate a spiegazione dell´alleanza, è stata indicata anche la necessità di fronteggiare i grandi gruppi stranieri. Che tipo di rapporti pensate di instaurare con essi?  I grandi gruppi stranieri manifestano già in questo periodo interesse per il nostro mercato, anche se la loro presenza nel territorio nazionale è ancora piuttosto defilata. Questo interesse mette comunque in luce due questioni.  Le società di gestione italiane, ex aziende municipalizzate,  fanno bene ad allearsi perché, pur non essendo necessario avere grandi numeri per partecipare alla gara, i principali vettori stranieri sono di gran lunga più grandi, anche della già grande Trambus.  La seconda questione riguarda l´interpretazione del processo in corso che si delinea sempre più come un processo di liberalizzazione, piuttosto che di privatizzazione. Con alcune limitate eccezioni, le società private italiane che sono in grado di essere competitive nel mercato, non scelgono di competere da sole, ma preferiscono allearsi,spesso in quota minoritaria, con imprese pubbliche    (Marco Talluri clickmobility.it)

Left Menu Icon