´Regole chiare e subito´ Mario Di Carlo, amministratore unico di Atac, non ha dubbi sulla ricetta per arrivare preparati alla ´rivoluzione epocale´ nel Tpl.

Riforme, gare, alleanze e dintorni: clickmobility.it intervista Mario Di Carlo

Del ´modello romano´ parla diffusamente, conoscendone storia e problematiche, poi il discorso scivola veloce alle riforme, alle gare, alle alleanze, tracciando un contorno nitido. Un tratto deciso che guarda soprattutto al futuro italiano del trasporto pubblico, ritagliando, in estrema sintesi, l´evoluzione di un passato ancora recente.    Dalla scrivania romana, Mario Di Carlo, amministratore unico di Atac, accetta di percorrere con noi questo scorcio ´epocale´ mettendo in luce i frammenti più interessanti d´un riassetto dal forte sapore di riqualificazione.   Sciogliamo il ghiaccio parlando di Atac. Qual è il ruolo svolto dall´azienda? ´Atac svolge la funzione di agenzia tecnica, una gestione per conto del Comune, di cui è proprietà. Si occupa di programmazione, di attività rivolte all´integrazione tariffaria, di cui cura il marketing e i risvolti contrattualistici. E´ inoltre proprietaria di tutte le infrastrutture, dagli autobus ai depositi, quindi sono di sua competenza aspetti quali il rinnovo del parco mezzi´. Il riassetto romano in fatto di trasporti pubblici ha già fatto ´storia´, lei lo ha vissuto in prima persona, quali sono le difficoltà riscontrate dal meccanismo? ´Sono essenzialmente due. Una interna e l´altra esterna, sostanzialmente inevitabili in una panoramica come quella attuale. La prima è interna al sistema perché, come ogni rivoluzione che si rispetti, i nuovi processi necessitano di tempo per affermarsi e rodarsi. La seconda rivolta verso l´esterno. Spiego meglio. Il modello è stato studiato per potersi districare nei vari passaggi della riforma, prima, durante, dopo,  ma mentre la revisione del Tpl è andata a buon fine non si può dire altrettanto della riforma dei servizi pubblici locali. Trattata nella scorsa legislazione non è ancora stata affrontata dall´attuale governo quindi il ´modello romano´ potrebbe aver bisogno di ulteriori verifiche. In realtà con la riforma dei servizi pubblici locali potrebbero cambiare i riferimenti legislativi, tali da innescare la revisione dei meccanismi di trasformazione che hanno concretizzato la fase romana´.  Sono le gare ad occupare la tranche successiva dell´intervista. Se le prime tre, compresa quella in corso, hanno caratterizzato i servizi aggiuntivi le prossime avranno quale oggetto la rete storica di Atac. Come guarda all´esperienza? ´Alla definizione delle gare abbiamo lavorato molto ? afferma Di Carlo, soffermandosi quasi a raccogliere le idee -. Una preparazione che ha messo in luce aspetti diversi. Dagli aspetti più squisitamente sindacali a quelli più sociali senza tralasciare quelli organizzativi´.   Fasi distinte che Di Carlo riassume in pochi, ma determinanti, concetti. ´L´attenzione alla trattativa sindacale è stata un elemento determinante, messo a segno direi con disinvoltura perché attenti alle esigenze di chi presta il proprio operato. Degli aspetti sociali ci possiamo permettere di parlare con soddisfazione. Abbiamo prodotto una gran mole di lavoro, accompagnata da una prima definizione di regole. Uno sforzo imponente, che ha gettato le basi per il futuro del percorso. Un percorso lastricato di difficoltà e di sforzi, chiesti anche all´utenza in termini di attesa.   ´Il percorso ´romano´ di riassetto del Tpl è diventato un punto di riferimento italiano e non solo ? Di Carlo, non ha dubbi -. Tra l´altro ci siamo imposti di salvaguardare le condizioni di lavoro e sino ad ora non ci sono state tensioni, la trasformazione infatti non ha provocato neppure un´ora di sciopero´.  Lo sguardo va oltre e si allunga al mercato italiano, in continua evoluzione. Come vede le tante alleanze nel settore del Tpl? ´Uno sguardo sopra le parti? Non è sbagliato definirlo così. Come amministratore unico di Atac sono un ´Ex operatore del settore´, in realtà sono una sorta di committente e forse vanto un osservatorio privilegiato´.   In fatto di alleanza il discorso va diretto all´asse Roma-Bologna-Firenze, che guarda alla maxi strategia Atac-Atc-Ataf. ´L´alleanza in questione è importante per due aspetti. Il primo perché coinvolge tre aziende storicamente importanti e forti nel settore, secondo perché rappresenta un risveglio importante´.  L´universo delle alleanze mette le basi per un futuro tutto nuovo. ´Insieme arriveranno ad una ´maxi-taglia´, un passo in avanti verso il mercato italiano e quello europeo. Se mi permettete un´analogia l´asse Roma-Bologna-Firenze è simile a quello Roma-Torino-Milano nel settore dell´elettricità, solo che nella seconda realtà c´e un soggetto forte come l´Enel, nel Tpl no´. E la panoramica italiana? ´In Italia penso che entro i prossimi 10 anni avremo dai 5 ai 10 attori, capaci di produrre un trasporto pubblico di qualità decisamente superiore a quello organizzato sino ad oggi dalle attuali 140-150 aziende pubbliche di trasporto. Ora la fase è quella delle alleanze, alla quale seguirà la nascita effettiva di nuove società´. Come vede la riforma del Tpl? ´E´ la prima vera riforma federalista che ha spostato le competenze dal nazionale al regionale, innescando la rottura della fase centenaria di monopolio. Tante riforme in tempi brevi hanno prodotto un grave scossone, capace di dare al settore comunque un grande impulso. Ora sono necessari due ulteriori passaggi che devono rappresentare la certezza del diritto. La prima è la riforma dei servizi pubblici, una sorta di cornice da apporre attorno al quadro del settore, la seconda il regolamento dell´Unione Europea, in grado di stabilire le modalità del principio di reciprocità´.  Il bisogno di uniformare le regole diventa un elemento determinante ´In Germania il processo non è liberalizzato, in Spagna e in Francia lo è in parte, in Italia è previsto dalla normativa: i rapporti diventano per forza di cose diseguali ed è inaccettabile. E´ assurdo che dall´estero gli operatori possano proporsi sul nostro mercato, mentre agli italiani non è permesso´.  Oggi il futuro va già oltre le gare romane, messe a punto per i servizi aggiuntivi. In ballo ci sono i ´chilometri storici´ dell´Atac: 120 milioni su gomma, 36 milioni su ferro.   ´Sul percorso che porta al 1° gennaio 2004 stiamo muovendoci con una mole ancora troppo corposa di incertezze ? sostiene Di Carlo ? Un appello deve prevalere su tutti: diamoci delle regole, chiare, il più presto possibile. Il passo è epocale e le regole sono essenziali. Meglio avviare un percorso con regole incerte, da rivedere successivamente, piuttosto che muoversi in un ambito privo di regole´.  Manuela Michelini (clickmobility.it)

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