Johannesburg. Cina e Russia:  si al protocollo di Kyoto

Johannesburg. Cina e Russia:  si al protocollo di Kyoto

Per l´Unione Europea e tutti i Paesi che credono fermamente negli accordi a largo respiro, il vertice mondiale di Johannesburg rappresenta un segno positivo sulla via del protocollo di Kyoto

Per l´Unione Europea e tutti i Paesi che credono fermamente negli accordi a largo respiro, il vertice mondiale di Johannesburg rappresenta un segno positivo sulla via del protocollo di Kyoto ´esempio concreto di multilateralismo´.

La novità assoluta è rappresentata dalla Cina e dalla Russia che ratificano il trattato sulle emissioni di gas, proprio in occasione dell´evento mondiale tenutosi in Sud Africa.
Nel grande giorno che segna la presenza di Colin Powell, il segretario di Stato americano, il Protocollo di Kyoto fa un notevole passo avanti.

La Cina, pur non essendo tenuta a farlo in quanto è considerata un Paese in via di sviluppo, ha deciso che rispetterà i termini allineandosi al diktat ambientale di Kyoto. Per la Russia invece il ´si´ è determinante e permetterà al protocollo di entrare in vigore, nonostante la posizione americana dichiaratamente contraria da subito.

Dal canto loro gli Usa hanno messo a segno una novità rilevante in fatto di tematiche energetiche, giocando però al ribasso. Grazie all´appoggio dei Paesi produttori di petrolio associati all´OPEC, gli Usa hanno impedito di fissare date e target per l´incremento mondiale della produzione di energia verde  – più 14-5% entro il 2010 – come da tempo chiedeva  l´Unione europea.

Su richiesta di Stati Uniti e Giappone fra le pieghe dell´accordo non  compaiono infatti nè  obbiettivi nè  calendari precisi. I paesi firmatari si impegnano genericamente ad aumentare al più presto l´impiego di fonti rinnovabili a spese di quelle fossili.  L´obiettivo europeo è stato affossato dalla posizione americana, che lo aveva giudicato irrealistico, e da quella dei paesi produttori di petrolio.

L´accordo, che vede la presenza di grandi Paesi come il  Brasile, realtà caraibiche e dell´Africa, oltre a Norvegia e Svizzera, sigla invece l´impegno volto al raggiungimento di target nazionali di  energia pulita.

Quella europea sull´energia può essere considerata, e non a torto, una sconfitta. Le associazioni ecologiste internazionali proprio sulle fonti energetiche esprimono la loro opinione sottolineando che gli eventi mettono in evidenza una ´vittoria saudita´. In proposito Jennifer Morgan, del WWF, ha detto che ´bisognerebbe chiamare questo compromesso il piano Bush-Cheney-sauditi´.

Manuela Michelini – clickmobility.it

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