La Regione Toscana verso le gare: parla l´Assessore regionale ai Trasporti Riccardo Conti

La Regione Toscana verso le gare: parla l´Assessore regionale ai Trasporti Riccardo Conti

In Toscana l´Amministrazione Regionale ha lavorato per oltre un anno ad un ´tavolo di concertazione´, al quale hanno preso parte gli enti locali, le aziende, i sindacati dei lavoratori e le

In Toscana l´Amministrazione Regionale ha lavorato per oltre un anno ad un ´tavolo di concertazione´, al quale hanno preso parte gli enti locali, le aziende, i sindacati dei lavoratori e le categorie economiche, per definire il sistema di regole nel cui ambito realizzare concretamente il liberalizzazione previsto dalla riforma Burlando.

 

Nel corso dell´estate saranno definiti i ´servizi minimi´ che costituiranno l´oggetto delle gare, nonché le risorse (mezzi e personale) necessari per effettuarli e gli effettivi lotti di gara. Entro ottobre verrà quindi definito il capitolato e lo schema di contratto di servizio ´tipo´ sulla cui base, entro dicembre 2002 le Province dovranno indire le gare. Entro la primavera del 2003 le gare dovranno essere effettuate con l´affidamento dei servizi alle società vincitrici. In questo modo i servizi affidati dovranno iniziare con gli orari invernali a partire dal settembre 2003 per un periodo di cinque anni.

 

Questo l´agenda definita dal ´tavolo di concertazione´ che ha prodotto un vero e proprio ´modello toscano´. Protagonista del ´tavolo di concertazione´ è stato l´Assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Conti. A lui abbiamo chiesto di spiegarci meglio in cosa consiste questo ´modello toscano´ di attuazione della liberalizzazione del trasporto pubblico locale.

 

 

In questa fase il nostro impegno è stato rivolto a creare le condizioni per realizzare una concorrenza per il mercato. In altre zone d´Italia, poche per la verità, si è inteso partire con una concorrenza nel mercato (con gare al massimo ribasso), la nostra strada è diversa.

 

Prima di tutto c´era da costituire ed aiutare a formare il mercato, cioè operatori in grado di competere su uno scenario, quello della liberalizzazione che è regionale come definizione di un quadro normativo, ma che è poi nazionale e internazionale. Quindi occorre costituire le condizioni per la concorrenza. Questo è un concetto che mi pare importante, perché di solito parlando di concorrenza di mercato si pensa a gare al massimo ribasso, anche se con regole competitive molto rigorose.

 

Dal nostro punto di vista l´obiettivo è considerare le gare come uno strumento e non come un fine, cioè uno strumento volto al miglioramento delle condizioni di servizio, quantitative e qualitative, e il raggiungimento di obiettivi di tipo territoriale, di tipo funzionale, di riequilibrio, legato ai concetti, egualmente importanti, di qualità e di quantità. Allora, la prima scelta era quella di definire regole che fossero condivise, e da qui è nato anche questo lungo tavolo di concertazione.

 

Il pacchetto di tutto ciò rappresenta quindi un po´ il modello toscano verso la liberalizzazione, liberalizzazione attraverso l´apporto della concertazione. Ecco qual´è la sintesi del modello toscano. Quali sono le regole di fondo su cui penso che noi potremo lavorare? I temi sono costituiti da una serie di regole e da una serie di obiettivi.

 

Il primo è: noi dobbiamo riuscire a favorire l´emergere come obiettivo della creazione di un sistema imprenditoriale toscano in grado di stare dentro il mercato della liberalizzazione.

 

La Toscana non è terra di nessun protezionismo, che sarebbe un errore grave: bisogna invece favorire l´apertura, l´incentivazione soggettiva delle possibilità delle imprese toscane. Incentivazione soggettiva significa innalzamento delle capacità progettuali di tutto il sistema, quello istituzionale e quello imprenditoriale.

 

Il punto di forza è la conoscenza e l´inserimento nel territorio con la possibilità che ci siano soggetti esterni come partner autorevoli. Cioè rispetto allo scenario del mercato dove ci si affiderebbe ad una competizione diretta, che poi ci potrà essere, fra soggetti toscani e soggetti esterni, occorre favorire la possibilità che le imprese toscane siano un punto di attrazione anche di soggetti esterni che potranno portare il contributo della loro esperienza imprenditoriale.

 

Il sistema di regole, previste per la gara, si traduce nella formula ?l´offerta economica più vantaggiosa´ che prevede il 70% di elementi qualitativi e solo il 30% di elementi legati al prezzo. Quindi non una gara al ribasso ma una gara mirata all´offerta di servizi: questa è l´intelaiatura per permettere uno svolgimento di queste operazioni in maniera virtuosa.

 

Rimane un problema che ci ha visto molto impegnati a questo tavolo di concertazione che era quello che, insieme a un mercato principale, si deve anche creare un mercato delle piccole e medie aziende, possibilmente associate, capaci di fornire servizi di nicchia, e per nicchia intendo non solo una possibilità di offrire servizi a costi più contenuti ma anche servizi che abbiano una propria originalità, una loro modalità e che siano soprattutto legati alla domanda debole, urbana ed extraurbana, e legata all´introduzione di un elemento di necessaria flessibilità nel sistema.

 

La questione che io qui sottolineo è l´interesse della Regione Toscana a un mercato per le piccole imprese, ad aiutare a far nascere un mercato delle piccole imprese.

Qui c´è da una parte un processo di collaborazione possibile fra imprese grandi, e quelle piccole e medie toscane, (anche sotto forma di ATI ? Associazioni Temporanee d´Impresa), e dall´altra andrebbe affrontato un ragionamento sul subappalto, di cui resterà il divieto, con eccezioni particolari che consentiranno di aprire a uno spazio specifico per questo tipo di piccole imprese.

 

Il secondo tema è una riorganizzazione del sistema istituzionale, regione, province, eccetera: da esso andranno recepite molte funzioni che oggi vengono svolte dal sistema delle aziende pubbliche (programmazione, indirizzo ecc.).

Noi abbiamo cercato di evitare questa discussione un po´ astratta sulle gare, per cercare di costruire una cosa specifica, questa definizione del 70/30, per favorire la capacità progettuale anche a più livelli, sia nella formulazione degli accordi, attraverso gli accordi che faranno gli enti locali, sia poi in sede di gara.

 

Noi non abbiamo scelto la strada delle agenzie, come nel modello emiliano, anche se era una strada possibile, ma costituire l´elemento di raccordo tramite le agenzie pubbliche, rischiava di rendere le gare fortemente frammentate.

 

Noi abbiamo un modello diverso. I lotti di gara sono lotti di regola provinciali, c´è un forte ruolo della concertazione: questa è la nostra idea per il mercato.

Ora nel sistema istituzionale questo richiede in primo luogo una crescita forte delle capacità delle province e dei comuni di governare nel territorio, per quanto riguarda sia gli aspetti concertativi, sia le intese, sia i problemi progettuali. È evidente che non esiste una dimensione concertativa regionale se non c´è anche una ricaduta sul territorio.

 

Terzo tema: esiste in Toscana, un problema del sistema, un problema di modello che possa permettere ai processi di liberalizzazione di sposarsi con una politica attiva di diritti e di difesa del lavoro. Io vorrei su questo dire una cosa chiarissima, i servizi si fanno per i cittadini, non per chi lavora nei servizi, ma il sistema di diritti è un tema dentro il nostro modello toscano.

 

Io credo che il tema che in questa dinamica dobbiamo affrontare è come questo sistema di diritti passa, si riforma, si adegua, rimanendo sistema di diritti, da una situazione di monopolio privata e pubblica a un sistema di libero mercato, e domani di gare, perché la concorrenza per il mercato deve dare luogo a una situazione di mercato. È un grande tema anche questo nella concertazione: ci sono strumenti per cui cominciare e continuare a lavorare.

 

Le gare del 2003 saranno una fase di passaggio perché la vera sintesi il sistema toscano dovrà farla intorno alle gare del 2008: questo sarà il momento decisivo. A quel punto io prevedo, come dire, lancio un obiettivo: che nel 2008 nella Regione ci siano solo gare di alta integrazione. E allora a quel punto verrebbe completato un progetto dove ci sono soggetti imprenditoriali che agiscono in Toscana, capaci di offrire servizi gomma-ferro, di lavorare su dimensioni più ampie, un mercato strutturato anche per le piccole imprese, un sistema di diritti, un sistema istituzionale, eccetera, eccetera.

 

Vorrei infine fare un parallelo con il sistema sanitario toscano in termini di modello. La Toscana è arrivata in questo campo a una forma di equilibrio con un sistema pubblico aperto al privato, un sistema pubblico che offre certe prestazioni. Ha investito fortemente, mi riferisco a tutta l´operazione degli accorpamenti dei presidi ospedalieri, in quantità e in qualità. Se noi vogliamo arrivare ad una liberalizzazione bisogna investire nel settore dei trasporti. L´idea che soprattutto si deve risparmiare è un´idea che appartiene a un neoliberismo che non corrisponde alla realtà.

 

Naturalmente io penso di investire oggi per risparmiare domani. E questo è il modo con cui siamo intervenuti, ad esempio, rapidamente sulle questioni del contratto nazionale degli autoferrotranvieri. Questo è il senso per cui abbiamo istituito un fondo di 10 miliardi di lire per gli interventi sull´urbano. Credo che il sistema debba spendere. Naturalmente con rigore, ovviamente, dentro tetti, in maniera prefissata, con obiettivi per offrire una certezza di risorse da qui al 2008. Questo investire sul futuro, mi pare sia lo stimolo che la Regione, attraverso anche il tavolo di concertazione, vuole trasmettere agli altri soggetti del modello toscano´

Marco Talluri – clickmobility.it

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