Via agli incentivi per l´acquisto di veicoli a metano. Il decreto prevede un esborso di 15mln di ?. L´Aci presenta un documento sulle emissioni inquinanti

Prima fase operativa sulla scia dell´accordo di programma mistero Ambiente-Fiat-Unione petrolifera

Una pioggia di incentivi. Entra nella prima fase operativa l´accordo siglato a dicembre 2001 da ministero dell´Ambiente, Fiat e Unione petrolifera studiato ad hoc per favorire l´acquisto di veicoli a metano. Sulla scia del dm 21 dicembre 2001 oggi sono pronti 15 mln di ?. A fruire degli incentivi  saranno indistintamente soggetti pubblici e privati. residenti nei territori inseriti a pieno titolo nell´accordo.   I tre soggetti firmatari si sono  impegnati mettendo sul piatto competenze diverse. Se al ministero spetta l´erogazione in soldoni, Fiat e Unione petrolifera svolgeranno un ruolo prettamente logistico, occupandosi la prima di aumentare l´offerta sul mercato di veicoli a metano, la seconda di mettere a punto una rete studiata in linea con le esigenze di distribuzione del metano.  I 15 mln di ? risultano ripartiti per categorie diverse. Ne sono un esempio i 2.500 riservati all´acquisto di taxi, i 1.800 stabiliti per i veicoli commerciali leggeri, i 23mila per i veicoli pesanti e mezzi da utilizzarsi per la raccolta dei rifiuti.  In fatto di emissioni inquinanti l´Aci ha patrocinato il realizzo di una ricerca ´Verso una mobilita´ pulita´, presentata al ministero dell´Ambiente. ´I dati della ricerca – ha dichiarato il Ministro, Altero Matteoli – ci dimostrano che è necessario fare presto e fare bene nella direzione dello svecchiamento del parco veicoli italiano, indirizzandosi verso mezzi più compatibili con l´ambiente. Proprio il sistema degli accordi di programma, che ho già firmato con la Fiat e con l´ Unione petrolifera e, nei giorni scorsi, con l´Ancma, e che prevedono incentivi per veicoli a metano e cinquantini meno inquinanti, possono essere uno strumento valido per combattere l´inquinamento atmosferico attraverso una eco-sostituzione del parco veicoli italiano, tra i più anziani d´Europa´.  In fatto di percentuali l´indagine ha fotografo la situazione italiana. Sulle nostre strade circolano oltre 11 milioni di auto a benzina non catalizzate, che emettono benzene pari a più di 99 milioni di auto catalizzate; sono circa 88.000 gli autobus e pullman che, per gli ossidi di azoto (NO), inquinano come circa 10 milioni di auto a benzina catalizzate; i ciclomotori a due tempi, infine, arrivano ad inquinare, per quanto riguarda gli idrocarburi incombusti (HC), fino a 63 volte una automobile catalitica a benzina.  La ricerca, che ha coinvolto oltre 4.000 veicoli in Italia monitorati nelle reali condizioni di uso, ha permesso di stilare una classifica dei veicoli più inquinanti. Per le emissioni di ossidi di azoto, ad esempio, i più inquinanti sono i veicoli diesel medi e pesanti; per le emissioni di idrocarburi, i ciclomotori e i motocicli a due tempi catalizzati e non catalizzati; per le emissioni di ossidi di carbonio, le auto a Gpl catalizzate e non, i motocicli a 2 e 4 tempi catalizzati e non, le auto a benzina non catalizzate.   ´Bastano questi semplici paragoni – dichiara Franco Lucchesi, presidente dell´Automobile Club d´Italia – per farci capire l´urgenza del rinnovo, in chiave ecologica, del parco circolante nel nostro Paese. Un rinnovo che, però, non deve pesare esclusivamente sulle tasche degli automobilisti (salute, ambiente e sicurezza sono, infatti, patrimonio di tutti), che versano al fisco già 41,8 miliardi di euro all´anno senza significativi ritorni in termini di infrastrutture e servizi per la mobilità´.   ´Non servono nuove tasse ma politiche per la mobilità – rileva Lucchesi – anche perché, se confrontiamo gli attuali livelli di traffico con gli esorbitanti costi di gestione delle quattro ruote, ci rendiamo tutti conto che la leva fiscale non è, e non può essere, uno strumento regolatore della mobilità´.   ´Favorire il ricambio ecologico del parco significa – secondo il presidente di ACI – da un lato disegnare un sistema di incentivi che aiuti le famiglie ad affrontare i costi della sostituzione, e, dall´altro, eliminare quelle imposte – come l´IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione) – che disincentivano il passaggio all´usato catalizzato´.       Manuela Michelini – clickmobility.it

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