AMT stretta in una morsa fra contributi insufficienti, tariffe ferme, mancanza di ammortizzatori sociali Da Amt Genova riceviamo e volentieri pubblichiamo una valutazione delle problematiche del Tpl La
AMT stretta in una morsa fra contributi insufficienti, tariffe ferme, mancanza di ammortizzatori sociali
Da Amt Genova riceviamo e volentieri pubblichiamo una valutazione delle problematiche del Tpl
La recente pubblicazione dei dati riguardanti i finanziamenti regionali del trasporto pubblico locale in tutta Italia per il 2001 (oltre 5000 miliardi di vecchie lire, che rappresentano per altro meno della metà del costo del servizio) ha fatto oggetto da parte del maggior quotidiano economico-finanziario nazionale (Il Sole 24 Ore del 13 settembre) di un approfondimento dal titolo ´Trasporto locale, risorse zero´. Non si poteva essere più concisi e precisi.
Al di là delle caratteristiche o delle carenze del servizio nelle varie città italiane (ma dalla autorevole rivista Altroconsumo Genova è stata classificata prima ex aequo con Torino e Firenze nell´apprezzamento dell´utenza), da decenni l´Italia è la cenerentola d´Europa in questo settore essenziale per la qualità della vita, come può riscontrare chiunque visiti Berlino o Parigi, Zurigo o Monaco.
AMT a Genova è stretta in una morsa, come tutte le altre aziende italiane, tra costi rigidi e crescenti (anche del lavoro, oltre che del carburante e dell´assicurazione) e ricavi in forte diminuzione sia in proporzione all´inflazione sia in assoluto con riguardo ai contributi dell´ente locale. A fronte di costanti riduzioni dei contributi pubblici, AMT è intervenuta dal 1992 ad oggi sull´efficientamento della gestione con azioni correttive e di miglioramento per oltre 100 miliardi di vecchie lire. Ed inoltre, l´ultimo adeguamento tariffario risale al 1° settembre del 1995: da tale data ad oggi l´inflazione è stata dell´ordine del 17%.
Ai Comuni le nuove regole europee e della finanziaria hanno fatto divieto di indebitarsi per pagare il corrispettivo del servizio, che a Genova ammontava a 60 miliardi oggi non più disponibili e certo non sostituibili da un corrispondente aumento delle tariffe (che, auspicabile o meno, resterebbe lontanissimo dal quella cifra). L´aggravio maggiore dei costi negli ultimi anni è venuto ancora una volta dai forti aumenti retributivi dei contratti nazionali di lavoro, che avrebbero dovuto essere in parte sovvenzionati dagli enti locali (come la Regione Liguria e il Comune di Genova hanno fatto, diversamente dalla maggioranza delle altre istituzioni in Italia) ma che in realtà hanno gravato in misura insopportabile sulle aziende, anche a fronte di aumenti della produttività a Genova particolarmente sensibili grazie a un contratto aziendale concertato con i sindacati.
Se il costo del lavoro (oltre il 75% dei costi totali aziendali) è l´elemento di fondo dello squilibrio del sistema, per quanto riguarda AMT va tuttavia sfatata la leggenda che colpi di scure indiscriminati possano essere risolutivi. Su 3000 dipendenti, circa 2000 sono autisti, senza i quali gli autobus non circolano; l´organico degli autisti è dimensionato in modo tale che risultano attualmente necessarie circa 200.000 ore aggiuntive di straordinario, dimezzate rispetto al passato ma comunque indice dell´assenza degli esuberi, anche a fronte di recuperi di produttività realizzabili – soprattutto se forti -solo gradualmente.
Esuberi esistono fra il personale a terra, creati essenzialmente dalla sopravvenuta inidoneità di molto autisti a continuare nella guida per seri motivi di salute. Tali esuberi sono fra i 200 e i 300 nei vari periodi. Ma diversamente da tutti gli altri settori industriali, per il trasporto pubblico la legge non contempla alcun ammortizzatore sociale (cassa integrazione o mobilità) ma solo la prospettiva della disoccupazione.
Soluzioni di riutilizzo di questi lavoratori in altre attività comunali o regionali di interesse pubblico devono quindi essere urgentemente realizzate in accordo con i sindacati e le istituzioni.
Sta di fatto che i problemi di Genova sono quelli di tutto il sistema italiano e ciascuno sta facendo la sua parte per affrontarli con serietà e concretezza a livello regionale, comunale e di massiccio efficientamento aziendale.