Qualità, progetti e confronto per la competitività del trasporto pubblico. Intervista a Massimo Roncucci, presidente del Train e responsabile della Commissione Trasporti della Cispel Toscana

Vuole descriverci brevemente una carta d´identità della sua Azienda e delinearci le sue strategie? Train è un´Azienda di media dimensione che si occupa di servizi urbani ed extraurbani. Il totale

Vuole descriverci brevemente una carta d´identità della sua Azienda e delinearci le sue strategie? Train è un´Azienda di media dimensione che si occupa di servizi urbani ed extraurbani. Il totale dei Km percorsi è di circa 12.000.000 all´anno. Produciamo servizi di qualità con indici di buona produttività rispetto al panorama generale. Train svolge la sua attività in una realtà in cui è molto radicato  il rapporto con il servizio pubblico. Non a caso, pur operando in zone a bassa densità abitativa, è alto il numero delle persone che quotidianamente prende il bus. Altro punto di forza, l´integrazione tra servizi urbani ed extraurbani. Guardando al futuro, qualità e innovazione crescenti sono i nostri obiettivi per affrontare il mercato partendo dalle alleanze con altre aziende che operano sul territorio toscano. La sua Azienda fa parte del Consorzio Rasena: vuole spiegarci con quali finalità vi siete messi insieme e in prospettiva quali sviluppi vedete della vostra iniziativa? Rasena certo non avrà la finalità di mantenere il puro presidio del territorio. Nostro obiettivo è quello di continuare a mantenere i servizi del bacino senese, ma ciò non sarebbe possibile se ci limitassimo solamente alla difesa dello stato attuale. L´obiettivo è dunque quello di definire piani e politiche industriali comuni per operare insieme e accrescere la competitività. In questo modo saremo in grado di governare i processi che si stanno aprendo con l´apertura del mercato alla concorrenza.  All´interno di Rasena è già stato avviato un lavoro per la definizione di un piano industriale e ci sono già alcune concrete ipotesi di sinergia tra le nostra Aziende in particolare per quanto riguarda gli acquisti comuni, il noleggio, le tecnologie, la manutenzione. Con quali caratteristiche peculiari della Vostra azienda pensate di contribuire a questo Consorzio? Noi portiamo le capacità e le esperienze di una azienda che sviluppa i servizi in modo integrato tra urbano ed extraurbano con una particolare esperienza in centri urbani di piccole e medie dimensioni con una struttura dei servizi che operano in realtà storico -urbanistiche di grande valore e con una integrazione molto spinta tra sosta e servizi di trasporto all´interno di un progetto che da tempo vede l´istituzione di zone a traffico limitato. Punti di eccellenza della nostra azienda sono senz´altro i costi contenuti e la buona esperienza nel settore della manutenzione e le novità nella bigliettazione. La sfida sta nel confrontare ogni settore delle singole aziende per verificare quale sarà il contributo specifico sulla base del piano industriale. Lei è stato nominato recentemente responsabile della Commissione Trasporti della Cispel Toscana, quali iniziative intendete intraprendere? Nel settore dei trasporti si sta aprendo un mercato che naturalmente porterà ogni azienda ad essere in competizione con le altre. Il ruolo della Commissione Cispel-Asstra si concentrerà meno sulla definizione delle strategie industriali e svilupperà invece la propria azione soprattutto nel confronto con la Regione, le Province ed i Comuni in relazione al loro specifico ruolo nella programmazione dei servizi di trasporto. Ci occuperemo dei temi legati alle risorse, alle regole nel mercato, alle politiche per gli investimenti per confrontarsi con Regione ed Enti locali. E´ un lavoro importante e delicato per un settore strategico come i trasporti. Recentemente è stato sottoscritto un protocollo d´intesa fra la Regione Toscana, gli Enti Locali e le parti sociali ed economiche in vista della scadenza delle gare, che giudizio dà di questo patto? Senz´altro positivo. Le parti hanno avviato un confronto che si è concluso con la firma del protocollo. Non era facile visto che si era di fronte ad interessi contrapposti. Obiettivo comune era la necessità di definire percorsi e regole condivise dalle forze in campo rappresentate dalla Aziende e dalle Organizzazioni sindacali per le gare d´appalto. Il protocollo aiuterà il sistema a crescere stando dentro il processo di liberalizzazione. Le gare non   punteranno solo sul concetto del massimo risparmio ma la competizione si baserà su progetti e su specifici standard di qualità del servizio. Con il protocollo firmato abbiamo raggiunto anche un traguardo economico. Infatti, la Regione Toscana ha incrementato di  20 miliardi di vecchie lire  i fondi che sarebbero stati disponibili sulla base della spesa storica per favorire il processo di apertura al mercato ed onorare gli impegni sottoscritti al momento della firma del Contratto collettivo degli autoferrotranvieri.Tutto ciò con l´obiettivo di un miglioramento in senso sia qualitativo che quantitativo dei servizi offerti ai cittadini toscani attuando, nel contempo, una ridistribuzione territoriale e settoriale dei fondi con particolare attenzione a quelli destinati alle aree urbane. Il protocollo d´intesa prevede di anticipare la scadenza del 2004 per le gare, come vi preparate? Gli elementi di cui abbiamo già parlato sono i fattori chiave della strategia con cui il sistema toscano si sta preparando. I due consorzi che si sono costituiti, ovvero Rasena e Ctt, diventeranno soggetti strategici per la partecipazione alle gare a partire dai progetti e dalle politiche industriali che riusciranno ad attuare. Le Aziende toscane, dunque, sono pronte per le scadenze previste dalla Regione. In Toscana si è sostanzialmente conclusa la fase di uscita delle Province dalla proprietà delle Aziende, come valuta il nuovo panorama venutosi a creare? Condivido la scelta che la Toscana, ormai da tempo, ha fatto in tema di trasporti attribuendo alle Province competenze e deleghe. La necessità di separare la gestione dalla programmazione ha determinato l´uscita delle singole province dalle aziende. Questo non deve portare ad un loro impegno minore, bensì ad un´accentuazione della loro funzione di  programmazione, regolazione e controllo.  Molte Province e molti Comuni si stanno attrezzando a questo ruolo ma c´è tuttora il rischio che alcuni intendano tale scelta come una sorta di disimpegno: spetterà alla Regione vigilare affinché ciò non avvenga favorendo la crescita del sistema delle autonomie per gestire insieme la pianificazione dei servizi e le gare. La liberalizzazione del trasporto pubblico locale sta procedendo ormai anche nel nostro Paese in modo irreversibile. In linea generale, come vede questo processo in corso e quali ritiene saranno i prossimi sviluppi della riforma del trasporto pubblico? Il processo di liberalizzazione non procede, per la verità, in modo omogeneo e spedito su tutto il territorio nazionale. In alcune Regioni si registrano resistenze e ritardi. Ritengo che ciò sia un errore perché il processo avviato non potrà arrestarsi. Ad ogni modo non si potrà tornare indietro. Molti degli sviluppi dipenderanno dalle politiche messe in atto dal Governo nazionale e  dalle Regioni. Un processo come la liberalizzazione ha bisogno di essere accompagnato al fine di creare un mercato che ha degli elementi di certezza che si definiscono con le regole, ma non solo. C´è necessità di un quadro certo anche per le risorse e dunque di politiche coerenti che mettano i trasporti pubblici ai primi posti nelle scelte. Recentemente ASSTRA ha lanciato la proposta di utilizzare tre centesimi di Euro dell´accisa sulla benzina per finanziare il rinnovo del parco autobus, cosa ne pensa e più in generale quali ritiene dovrebbero essere le modalità per finanziare il trasporto pubblico? E´ una proposta che dà una risposta concreta rispetto ad un problema rilevante come quello del rinnovo degli autobus. Per incentivare l´uso dei trasporti pubblici sono importanti anche le caratteristiche degli autobus che debbono sia garantire condizioni di confort ai passeggeri che il miglioramento delle condizioni ambientali.La proposta viene anche incontro alle difficoltà in cui versano le aziende produttrici di autobus: molto meglio destinare risorse alla produzione di nuovi mezzi anziché spendere soldi per la cassa integrazione per gli addetti al settore.Sarebbe molto importante, inoltre, che le risorse prelevate con l´accisa,fossero destinate al settore dei trasporti pubblici secondo piani pluriennali certi: ciò consentirebbe un consistente rinnovo del parco circolante con una notevole diminuzione della sua età media con benefici vantaggi non solo sul confort offerto ma anche sui costi di gestione dato che, in questo modo, si ridurrebbero quelli della manutenzione. Non si può intervenire con soluzioni spot solo quando nelle città salgono i livelli di inquinamento. Altro strumento importante, può essere quello di rendere possibile la detrazione fiscale dell´abbonamento del bus. Recentemente una delle principali aziende private del settore, la Sab di Bergamo, è stata acquistata da un gruppo inglese, Arriva, come interpretate questo tipo di intervento? Più in generale, come ritiene si debbano rapportare le aziende italiane con i grandi gruppi stranieri che si stanno affacciando nel mercato italiano? Non conosco i dettagli dell´accordo tra la Sab ed il gruppo inglese. Vedo interesse e movimento dei gruppi stranieri verso l´Italia. La solo occupazione di spazi del  nostro mercato non è comunque positiva: non abbiamo bisogno di chi vuole ´ colonizzare ´ le aziende italiane. Piuttosto, abbiamo interesse che si sviluppino rapporti basati sullo scambio e l´apporto di esperienze nel campo delle nuove tecnologie, di conoscenze e risorse tali da migliorare la qualità dei servizi ed i risultati gestionali. I rapporti  con le aziende straniere devono essere costruiti sulla reciprocità anche se mi rendo conto che ciò è particolarmente difficile stante la frammentazione in tante piccole e medie aziende in cui è diviso il nostro settore in Italia. Ben diverso è il mettere in atto un confronto costruttivo con i grandi gruppi stranieri secondo un modello che abbiamo positivamente sperimentato per l´acquisto di una quota  del pacchetto azionario della LFI di Arezzo e che ha visto il nostro Consorzio Rasena ed altre aziende italiane allearsi con RATP di Parigi che è una delle più grandi aziende europee operanti nel settore dei trasporti. L´art. 35 della Finanziaria ha posto il problema della separazione fra proprietà delle strutture e gestione dell´esercizio per rendere effettivamente contendibili i servizi, come vi state movendo nella vostra Regione? In questo settore imporre una pura e semplice separazione tra patrimonio e gestione non serve, non mi convince e dubito che serva al miglioramento complessivo dell´offerta dei servizi. La competizione si baserà sui progetti e sulle capacità di investimento. Le aziende senza il proprio patrimonio sarebbero deboli. Il problema è minore nel caso di aziende metropolitane, ma per le aziende piccole e medie sarebbe davvero difficile fare piani industriali e rispondere in termini di competitività. Infatti, se come prevede il Protocollo di cui abbiamo parlato, l´assegnazione dei servizi avverrà prevalentemente sulla loro qualità , occorrerà che le Aziende effettuino investimenti consistenti nell´acquisto di autobus e di tecnologie. Ciò potrà essere fatto solo da Aziende patrimonialmente forti in grado di offrire le dovute garanzie anche ai mercati finanziari. Con la separazione tra proprietà delle strutture e gestione del servizio ciò non potrebbe avvenire, con forti rischi che tutta la partita si giochi solo sull´organizzazione del personale predisposta da aziende prive delle idonee strutture. In Toscana individueremo prima delle gare i beni essenziali per effettuare il servizio che, a condizioni commerciali di riferimento, saranno messi a disposizione di chi si dovesse aggiudicare le gare senza, quindi, imporre la separazione tra patrimoni e gestione lasciandola alla libera scelta degli Enti proprietari.   Marco Talluri – clickmobility.it

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