Legambiente: otto città italiane a confronto sulle pagine di Ambiente Italia 2002

Legambiente: otto città italiane a confronto sulle pagine di Ambiente Italia 2002

La tredicesima edizione del rapporto di Legambiente curato dall´Istituto di Ricerche Ambiente Italia presenta un ampio capitolo sullo stato ambientale italiano Da Rio a Johannesburg un intero decennio si srotola

La tredicesima edizione del rapporto di Legambiente curato dall´Istituto di Ricerche Ambiente Italia presenta un ampio capitolo sullo stato ambientale italiano

Da Rio a Johannesburg un intero decennio si srotola attraverso le pagine di Ambiente Italia 2002, la tredicesima edizione del rapporto di Legambientecurato dall´Istituto di Ricerche Ambiente Italia (Edizioni Ambiente, 252 pagine, 19,80 euro). Il rapporto presenta un ampio capitolo sullo stato dell´ambiente in Italia con sezioni dedicate all´evoluzione dei trasporti, ai rifiuti e alle regioni commissariate, all´illegalità legata al mare.

Il Rapporto nel dettaglio

´Dall´analisi dei 100 indicatori presi in esame, emerge con evidenza l´interdipendenza di una economia e uno sviluppo incentrati sostanzialmente sullo sfruttamento del petrolio (che rappresenta il 50% della produzione mondiale di energia), e spiccano molti fattori che determinano gravi squilibri ambientali e sociali su scala mondiale – spiegano a Legambiente – Così, ad incidere sull´inquinamento atmosferico sono in particolare le emissioni causate dai trasporti, responsabili in Europa del 25% delle emissioni di anidride carbonica (il 21% nel 1990), del 54% delle emissioni di ossidi di azoto, del 30% delle emissioni di composti organici volatici non metanici, del 60% delle emissioni di monossido di carbonio. Il grave squilibrio a favore del trasporto delle merci su gomma in molti Paesi ricchi (Italia in testa) e l´alto tasso di motorizzazione privata (Italia sempre capolista), oltre alle eccessive concentrazioni di sostanze inquinanti, aumentano la concentrazione di cemento e asfalto, la pressione sul suolo, la fragilità idrogeologica´.

L´analisi italiana di questi dieci anni rivela un insieme preoccupante di chiaroscuri: ´I mutamenti climatici – ha spiegato Duccio Bianchi – rappresentano il caso più eclatante del legame tra i problemi dell´ambiente mondiale e il caso italiano: non solo l´obiettivo di ridurre le emissioni climalteranti del 6,5% rispetto al 1990 entro il 2010 non si è concretizzato, ma le emissioni sono salite di un ulteriore 5,4%. Anche in altri campi il bilancio dell´Italia è deludente: nel settore dei trasporti per il ruolo dominante del trasporto su gomma, in quello energetico per la quantità marginale di fonti energetiche rinnovabili, nella riduzione dello smog urbano, nella produzione dei rifiuti, nell´abusivismo edilizio. Segni promettenti, invece, dall´aumento della superficie boschiva (+295 kmq) e delle aree protette, come dal boom dell´agricoltura biologica (che oggi interessa quasi il 10% dei campi coltivati) e dei prodotti tipici, mentre i dati sulla raccolta differenziata rivelano un´Italia a due velocità: con il centro-nord che spesso si attesta su percentuali europee (15-20%), e le città del Sud che in molti casi non raccolgono separatamente nemmeno un chilo di rifiuti´.

L´andamento di questo decennio ha dimostrato anche un´altra verità: chi ha puntato sull´innovazione tecnologica orientata al miglioramento ambientale, ne ha guadagnato in competitività: è il caso della Germania dei Paesi del Nord Eurropa, oggi all´avanguardia nella riduzione della CO2 (-19,1% in Germania) e nello sviluppo delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili.

´Il rapporto annuale di Legambiente – ha detto Roberto Della Seta – esce in un momento in cui il dibattito sul ´che fare´ per risolvere i grandi squilibri planetari è particolarmente ricco: il prossimo Forum Sociale di Porto Alegre, dove Legambiente interverrà con un suo pacchetto di proposte, potrà rappresentare un passo importante nella predisposizione di un progetto comune utile ad uno sviluppo più equo. Entrambi, Porto Alegre e Ambiente Italia 2002, rappresentano per noi tappe intermedie verso la Conferenza di Johannesburg, perché sia davvero un Rio +10 e non un Rio +0´.

Manuela Michelini – clickmobility.it

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