Roma. Italia quasi sufficiente in tema d´ambiente, lo stabilisce l´Ocse. Valutati anche i trasporti

Roma. Italia quasi sufficiente in tema d´ambiente, lo stabilisce l´Ocse. Valutati anche i trasporti

L´ Organizzazione per la cooperazione allo sviluppo economico ancora critica nei confronti del nostro Paese Manca poco alla sufficienza. L´Italia dovrà ancora applicarsi  e studiare con diligenza le questioni ambientali.

L´ Organizzazione per la cooperazione allo sviluppo economico ancora critica nei confronti del nostro Paese

Manca poco alla sufficienza. L´Italia dovrà ancora applicarsi  e studiare con diligenza le questioni ambientali. La tiratina d´orecchie arriva dritta dall´Ocse, Organizzazione per la cooperazione allo sviluppo economico, che boccia il nostro Paese in qualità dell´aria, ozono, polveri sottili e trasporti, rimanda a settembre e concede ancora una chance in fatto di depurazione dell´acqua e garantisce una sufficienza piena in una materie quali la protezione della natura e l´efficienza energetica.

Le votazioni prendono in considerazione un periodo ben preciso che va dal 1994 al febbraio dello scorso 2002. La ricerca è stata eseguita considerando materie ´d´esame´ quelle strettamente legate all´ambiente. Sotto la lente di ingrandimento dell´Organizzazione è passato lo stato di salute dell´acqua, dei rifiuti, del confronto ambiente-economia, ed ancora i dettagli della cooperazione internazionale, l´ambiente in stretta connessione con l´economia. Non è mancata un´indagine dettagliata sul livello dei  trasporti.

´L´immagine dell´Italia che risulta dalla lettura del rapporto – ha dichiarato il Ministro dell´Ambiente Altero Matteoli – è quella di un Paese nel quale, come accade in quasi tutti i grandi Paesi industrializzati dell´occidente, accanto ad importanti risultati conseguiti in campo ambientale, molto c´è ancora da fare. L´Ocse ci riconosce i risultati, ma ci stimola anche a fare di più´.

L´Ocse, come è giusto ricordare, è stata istituita grazie alla  Convenzione di Parigi, firmata il 14 dicembre 1960 ed entrata in vigore il 30 settembre1961.
Attualmente aderiscono all´Ocse  30 Paesi industrializzati, che rappresentano i due terzi dell´intera produzione mondiale di beni e servizi ed i tre quinti delle esportazioni complessive.

In fatto d´ambiente l´Ocse si è data l´obiettivo di valutare lo stato dell´ambiente e i progressi fatti in questo campo da ogni Paese membro, avviando un programma specifico già a partire dal 1991.
L´Italia esce dalle forche caudine dell´Organizzazione con una insufficienza abbinata ad una valutazione positiva in fatto di progresso nella lotta all´inquinamento atmosferico.
Per dirla in numeri:

  • negli anni ´90 le emissioni di ossidi d´azoto sono diminuite del 46%
  • fra il 1992 e il 1999 le emissioni di monossido di carbonio (CO) sono diminuite del 22%
  • in netto calo le emissioni di benzene, diossine e furani.

E´ un dato di fatto, decisamente confortante, che nel 2000 nessuna città, con popolazione superiore ai 150mila abitanti, abbia superato le concentrazioni relative alle emissioni di biossido di zolfo.
Le note dolenti arrivano invece quando si guarda all´ozono e alle polveri sottili. I dati rilevati dall´Ocse non sono positivi.
Nel 2000 Milano ha sforato il ´limite ozono´ per ben 26 volte, Roma addirittura 55 e a seguire troviamo Palermo con 16, Napoli con 6, Padova con 5, Torino con 4.

Difficile la posizione anche in fatto di polveri sottili con sforamenti abituali non soltanto in grandi città come Milano e Roma. Iscritte per demerito sono anche Firenze, Brescia, Torino, Venezia e Taranto.

Dettagli precisi anche al capitolo trasporti. Il numero delle auto private è cresciuto in una percentuale pari al 16% negli anni ´90, che si riflette specularmente nell´aumento delle emissioni di anidride carbonica.
Il parco auto, se può confortare, è stato rinnovato, il motivo è legato strettamente agli incentivi fiscali ed economici che hanno fatto il loro dovere permettendo indirettamente una riduzione delle emissioni inquinanti. I numeri dell´Ocse rilevano una riduzione delle vecchie vetture pari al 37%. Non è scesa affatto invece quella dei camion, ferma al 50,8% e quella dei bus che si aggira intorno al 61%

Per entrare nel dettaglio…

TRASPORTI
Il numero delle auto private è cresciuto del 16% negli anni ´90 (56 auto per 100 persone nel 2000). Gli incentivi fiscali ed economici hanno però permesso un rinnovo del parco ed una riduzione conseguente delle emissioni. La percentuale di vecchie auto in circolazione è scesa a 37,2% . Molto più alta la percentuale di vecchi camion con più di 10 anni (50,8%) e autobus (60,9%). Per il periodo 2001-2003 il Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio sosterrà gli acquisti di nuovi veicoli a metano, gpl, elettrici e le conversioni a gpl e metano con ulteriori 7,7 milioni di euro l´anno. L´Italia ha promosso l´introduzione di carburanti ecologici anticipando diverse direttive UE e prevede un raddoppio delle stazioni di servizio a metano. A seguito di queste azioni su auto e carburante, sottolinea l´Ocse, l´Italia è riuscita a ridurre gran parte delle emissioni dovute al trasporto su strada. Nonostante questo successo però le emissioni di CO2 dovute ai trasporti sono aumentate del 16% negli anni ´90, tanto che l´Ocse solleva dubbi sulla possibilità dell´Italia di ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra legate ai trasporti. L´Ocse riconosce all´Italia di aver adottato misure innovative per la mobilità sostenibile come restrizioni del traffico, bollini blu, vigili elettronici, car sharing, tecnologie per la gestione del traffico, finanziate anche dal Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio.

ARIA
L´Italia ha compiuto progressi notevoli nella lotta agli inquinanti atmosferici. Negli anni ´90 le emissioni di NOX sono diminuite del 46%. Nel 2000 nessuna città con popolazione superiore ai 150.000 abitanti ha riferito superamenti per le emissioni di SO2 . Le emissioni di CO sono diminuite del 22% tra il 1992 e il 1999. Sempre negli anni ´90 sono diminuite del 53% le emissioni di benzene, così come si sono ridotte della metà le emissioni di diossine e furani. Nel 1990 l´Italia ha anche fissato limiti per le emissioni di SOX e NOX per tutti gli impianti industriali vecchi e nuovi, comprese le centrali elettriche. L´ozono resta uno dei problemi più pressanti per l´Italia. Nel 2000, come indica l´Ocse, i giorni in cui si sono superati i valori limite per l´ozono sono stati 55 per Roma, 26 per Milano, 16 per Palermo, 6 per Napoli, 5 per Padova, 4 per Torino. L´altra grande minaccia sono le polveri sottili, PM10. Sempre nel 2000 il valore obiettivo per questo inquinante è stato superato in molte città tra cui Brescia, Firenze, Milano, Roma, Taranto, Torino e Venezia. Secondo l´Ocse le reti di monitoraggio della qualità dell´aria, poi, sebbene abbiano conosciuto un notevole sviluppo, non sono ancora omogenee sul territorio.

Manuela Michelini – clickmobility.it

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