Analisi dei dati, simulazioni e prime verifiche tecniche per una nuova mobilità

TRENTO. MOBILITÀ: LE NUOVE SOLUZIONI PER I COLLEGAMENTI A SERVIZIO DELL’ALTO GARDA

TRENTO. MOBILITÀ: LE NUOVE SOLUZIONI PER I COLLEGAMENTI A SERVIZIO DELL’ALTO GARDA

Le nuove prospettive della giunta provinciale per liberare dal traffico i centri abitati, promuovere una mobilità integrata alla qualità ambientale e alla valorizzazione delle bellezze paesaggistiche

Liberare dal traffico di attraversamento i centri abitati, garantire la mobilità interna con un approccio fortemente orientato alla mobilità integrata alla qualità ambientale ed alla valorizzazione di una delle zone più belle del Trentino.
Tanti obiettivi, sicuramente ambiziosi, ma le analisi dei dati, le simulazioni e le prime verifiche tecniche aprono nuove interessanti prospettive per la soluzione dei problemi di mobilità della zona dell’Alto Garda.

L’argomento – sviluppato durante L'ultima seduta ordinaria della giunta provinciale di Trento – è stato al centro di un incontro con i sindaci della zona  presenti il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, l’assessore alle opere pubbliche, Silvano Grisenti e quello all’industria, Marco Bendetti.

Il problema della mobilità sia interna alla cosiddetta “Busa” che per il collegamento della stessa a Rovereto e a Trento è da tempo sul tavolo delle amministrazioni tanto provinciale che locali. Ma la soluzione prospettata  è certamente nuova rispetto alle ipotesi finora considerate.
Gli studi tecnici della Provincia diretti da Dewcol – che dal 1999 ad oggi hanno seguito la realizzazione di una serie di opere importanti – hanno elaborato nuove analisi accompagnate da modelli di previsione riferiti sia al trasporto privato sia a quello pubblico.

“Proprio per questo – ha esordito l’assessore Silvano Grisenti – siamo convinti della necessità di affrontare il tema a 360 gradi, tenendo presente che la soluzione va tarata non sui singoli comuni, ma su un’area più vasta”.

In sintesi, tutto il sistema si baserebbe sulla realizzazione di una viabilità alternativa per spostare fuori dai centri abitati il traffico di attraversamento e riconsegnare a quelle comunità la viabilità esistente dedicandola al trasporto pubblico ed a quello turistico. E a proposito di quest’ultimo, si è parlato di soluzioni innovative, dalla possibilità di realizzare stazioni di attestamento all’uso di sistemi ibridi (capaci cioè di passare agevolmente dalla gomma alla rotaia).

“Attendiamo ovviamente le valutazioni – ha precisato il presidente Lorenzo Dellai annunciando anche l’intenzione di una presentazione pubblica di queste ipotesi – su una proposta che ci sembra valida, soprattutto per la sua capacità di mettere sullo stesso piano l’approccio strettamente viabilistico con quello del trasporto collettivo, e perché affronta seriamente il problema della valorizzazione dei centri abitati”.

“Abbiamo analizzato le principali aree turistiche trentine – ha aggiunto Grisenti – e proprio la zona dell’Alto Garda assieme a quella di Pinzolo-Campiglio è l’unica a disporre di caratteristiche (presenze turistiche, tipologia di flussi di mobilità) tali da giustificare un investimento in infrastrutture per il trasporto pubblico”.

I dati raccolti
La fotografia scattata nel corso del 2005 offre un quadro eloquente. Nell’area che va da Rovereto alla “Busa” si contano mediamente ogni ora (il periodo analizzato va dalle 7 alle 19) dai 5 mila (nella bassa stagione) a 8 mila (da agosto ad ottobre) mezzi in transito. Si sfiora insomma il raddoppio durante l’afflusso dei turisti, fermo restando che anche nelle altre parti dell’anno sono a dir poco onerosi i flussi che gravitano sulle strade (gli assi della gardesana sinistra e destra, nonché quelli di Riva, Val di Ledro e Trento) che confluiscono su Riva, Arco e Torbole.
L’arteria che sopporta il carico maggiore (circa un terzo della massa totale) è la SS 240 Rovereto Riva che mediamente deve assorbire 1500 mezzi (si parla sempre di flusso medio orario) nella bassa stagione, fino a punte di 2000 in alta stagione.
I monitoraggi dicono anche che sono due i tipi di pendolarismo che insistono in zona, uno verso Riva del Garda, l’altro tutto interno alla “Busa”. Quest’ultimo tra l’altro rappresenta i due terzi della massa precedentemente analizzata.

La mobilità pubblica
Per quanto riguarda la mobilità pubblica analisi e proiezioni dicono che i numeri ci sono ma per rendere davvero competitivo il trasporto pubblico occorre pensare a corsie preferenziali, cioè percorsi su sede propria per evitare ingorghi con la mobilità privata. Oggi si è parlato anche delle soluzioni infrastrutturali per migliorare il servizio di trasporto pubblico verso il bacino di Rovereto. Vi sono a proposito alcune ipotesi che prevedono il collegamento alla stazione dei treni di Mori attraverso nuove stazioni di interscambio gomma-ferrovia. Si è valutata anche possibilità di realizzare un tunnel dedicato alla ferrovia nell’attraversamento del Lago di Loppio: ma convince poco perché per essere credibile e concorrenziale un sistema di trasporto pubblico deve passare nei centri abitati e garantire agli utenti anche la fruizione del panorama. L’alternativa è proprio quella di spostare il traffico dalla strada attuale, previa realizzazione di una nuova viabilità ed adibendo la vecchia sede stradale a corsia preferenziale per il trasporto pubblico con sistemi ibridi.

I lavori realizzati e le ipotesi della nuova viabilità
Stamani in giunta è stato fatto il punto anche dei lavori finora realizzati in quell’area. Conclusa la variante di Arco, sono state portate a termine anche diverse sistemazioni sulla Statale 45 bis, cosa che ha risolto al momento i problemi di congestione nell’ abitato di Arco. Entro l’anno prossimo, salvo intoppi, sarà completata anche la variante di Riva del Garda, e questo permetterà non solo di alleggerire la città ma anche di attivare nuove soluzioni per i collegamenti con Arco. Da risolvere rimangono invece la pressione del traffico sulla SS 240 tra Riva e Torbole e l’attraversamento di quest’ultimo abitato.
Le strutture tecniche della Provincia hanno individuato una nuova proposta, ambientalmente meno impattante, che prevede lo spostamento dell’asse stradale della 240, la realizzazione di un tunnel a doppia canna lungo 4 chilometri dall’abitato di Loppio fino alla località Linfano e da qui lo scavo di un secondo tunnel che risolve la circonvallazione di Torbole. È proprio questa soluzione ad aprire un nuovo scenario che vede la vecchia viabilità adibita al traffico interno e al trasporto pubblico descritto prima che beneficerà di una riduzione dei tempi di percorrenza in virtù dello spostamento su altra sede del traffico privato.
Manu Mich. – clickmobility.it

Left Menu Icon