Gli obiettivi della Provincia per fornire alternative al trasporto su gomma per la mobilità delle persone

TRENTO. 'RETE FERROVIARIA DIFFUSA': LA PROVINCIA PRESENTA STUDIO CON IPOTESI DI FATTIBILITA'

TRENTO. 'RETE FERROVIARIA DIFFUSA': LA PROVINCIA PRESENTA STUDIO CON IPOTESI DI FATTIBILITA'

Il presidente Lorenzo Dellai e l’assessore Mauro Gilmozzi fanno il punto sul progetto che rivoluzionerà l’offerta di mobilità alternativa Dellai: “la proposta si presenta come uno dei punti qualificanti della relazione illustrativa del nuovo Piano Urbanistico provinciale”

Realizzare una “rete ferroviaria diffusa” a servizio del territorio della Provincia autonoma di Trento.
E' questo L'obiettivo dello studio  che, dopo l’illustrazione, venerdì scorso, alla Giunta provinciale di Trento, è stato presentato ieri in una conferenza stampa dal presidente della Provincia, Lorenzo Dellai e dall’assessore all’Urbanistica e Ambiente, Mauro Gilmozzi.

Entrando nel merito si tratta di un’ipotesi di lavoro che intende offrire tutta una serie di opportunità di mobilità alternativa al trasporto su gomma. Sullo sfondo una domanda di prospettiva proiettata sul lungo periodo: “Come ci si muoverà in Trentino fra 20 o 30 anni?”.
“E’ un quesito fondamentale – ha esordito il presidente Lorenzo Dellai – e per questo la proposta si presenta come uno dei punti qualificanti della relazione illustrativa del nuovo Piano Urbanistico provinciale”.

Sono diversi gli obiettivi che la Provincia intende perseguire. Anzitutto, fornire un’alternativa sostitutiva al trasporto su gomma per la mobilità delle persone, nei collegamenti centro/periferia di tipo intervallivo; puntare parallelamente alla realizzazione di nuovi canali di trasporto su rotaia per prodotti di nicchia o approvvigionamenti che non necessitano di treni merci di alta portata; infine garantire i collegamenti con le principali località turistiche in modo da ridurre sensibilmente i flussi di traffico, attraverso l’offerta di collegamenti rapidi.

“Non intendiamo calare nulla dall’alto” – ha precisato Dellai che, assieme all’assessore Gilmozzi ha definito questa proposta “occasione per una riflessione partecipata” non solo in termini di mobilità ma anche da un punto di vista della qualità, sulla scorta di un metodo che in questi anni ha caratterizzato l’iter per la definizione del PUP.

Quella illustrata ieri è una prima elaborazione di un percorso che necessita di una serie di approfondite verifiche di natura tecnica finanziaria ma anche ambientale. Ma la sua sostenibilità è stata confermata dal presidente Dellai che ha ricordato come sia compito della politica pensare al futuro e, nel caso specifico, con un progetto che abbia come obiettivo un sistema di trasporti efficienti ed ecocompatibili ma al tempo stesso funga da laboratorio dentro cui costruire un territorio davvero policentrico.

I nuovi percorsi sono stati ipotizzati prevalentemente in galleria naturale, escludendo la realizzazione di grandi tratte all’aperto, per limitare il più possibile gli impatti diretti dell’opera. Il sistema si basa sull’individuazione di punti nodali di valle sui quali garantire l’attestamento della mobilità locale valliva. Per garantire rapidità negli spostamenti sono previsti limitati punti di fermata e di stazione. I collegamenti intervallivi così concepiti consentono quindi di ridurre i tempi di percorrenza rispetto ai principali corridoi di transito esistenti, facendo assumere a questi ultimi una rilevanza di valle e turistica.
La nuova rete tuttavia prevede l’individuazione di momenti di interconnessione funzionale e strutturale con le reti ferroviarie esistenti come illustrato  dal dirigente del Dipartimento lavori pubblici Raffaele De Col presente all’incontro assieme al responsabile del progetto coordinamento attività ferrovie Brennero e intermodale, Claudio Tiso, al dirigente del Dipartimento Affari Finanziari, Ivano Dalmonego ed ai responsabili locali di Trenitalia e RFI, Mario Pettenella e Alberto Ciaravolo. Questo vale in particolar modo per la linea del Brennero, e per quella della Valsugana; la rete della ferrovia Trento Malè, invece, per oggettivi problemi strutturali, va mantenuta con la configurazione attuale.
Partendo da questo concetto sono stati individuati tre punti funzionali di interconnessione con la linea del Brennero: Mori – Rovereto,Trento e Mezzocorona. Per quanto riguarda la Ferrovia della Valsugana non viene ritenuto fondamentale l’utilizzo della linea esistente ma solo l’identificazione di un punto di interscambio identificato ad Est di Pergine.
I vincoli, di carattere planimetrico e altimetrico, collegati ai punti di connessione sopra citati, di fatto condizionano il servizio di questa nuova infrastruttura, consentendo comunque di servire più dell’80% della popolazione residente sul territorio della Provincia autonoma di Trento.

Lo studio

I sistemi rapidi ed ecosostenibili di mobilità di intervalle con i corridoi privilegiatiManu Mich. – clickmobility.it

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