Il primo esempio di filiera chiusa parte da Siena con la garanzia di abbattere del 40% le emissioni di ossido di carbonio rispetto al gasolioIl progetto è coordinato dall’Arsia, d’intesa con la Regione Toscana, che si avvarrà della collaborazione di CISPEL Confservizi Toscana per la realizzazione e gestione della filiera pilota del biodiesel
Il trasporto pubblico a Siena andrà a girasole.
Quello del territorio provinciale senese è il primo esempio di "filiera chiusa", ovvero il ciclo completo dalla produzione L'utilizzo del biodiesel in Italia, ed è parte integrante del progetto S.I.En.A., di durata biennale.
Presentato la settimana scorsa presso lo stand Arsia ad Agrienergie, la mostra-fiera nazionale delle energie rinnovabili in programma ad Arezzo, il S.I.En.A.,“Progetto pilota per lo sviluppo integrato delle energie rinnovabili dal settore agroforestale” è stato promosso dalla Regione Toscana attraverso l’Arsia e finanziato nell’ambito di un bando della Fondazione MPS, che interessa circa 150 ettari coltivati a girasole coinvolgendo 5 aziende locali, e garantirà biocarburante, in miscela al 25%, utile per muovere 10 tra gli autobus delle linee urbane ed extraurbane del Train, la società che gestisce le linee di Siena provincia, e i mezzi di Siena Ambiente, la società senese che si occupa della raccolta dei rifiuti.
L'utilizzo del girasole permetterà di ridurre del 40% le emissioni di ossido di carbonio rispetto al gaso- lio.
Il costo dell’intero progetto è pari a 376mila euro, di cui 250mila finanziati dalla Fondazione MPS, 35mila dalla Regione Toscana e i restanti dai soggetti partner del progetto. Il “modello senese” sarà poi applicabile altrove a costo zero, attraverso l’attività di CISPEL Confservizi Toscana: sarà la filiera stessa, infatti, ad autosostenersi. Durante la combustione del biodiesel le emissioni di CO, rispetto al gasolio, sono inferiori al 40 per cento, (e del 15% con la miscela al 20%), infatti l’ossigeno contenuto nel combustibile di origine vegetale (mediamente il 10% nel biodiesel contro il 2% nel gasolio) favorisce la combustione e diminuisce le emissioni di ossido di carbonio. Il progetto riveste inoltre una grande importanza per l’agricoltura, dando la possibilità a molte aziende agricole di produrre girasole alto oleico (ma anche colza e soia per oli vegetali) con nuovi sbocchi di mercato.
Il progetto, come dicevamo, è coordinato dall’Arsia, d’intesa con la Regione Toscana, che si avvarrà della collaborazione di CISPEL Confservizi Toscana per la realizzazione e gestione della filiera pilota del biodiesel, che coinvolgerà tutti gli attori della filiera: organizzazioni professionali agricole, Toscana Cereali e imprese agricole, Consorzio Agrario di Siena, Italcol, Fox petroli, Train e Sienambiente.
L’Arsia, in pratica, cura la fase di sperimentazione e collaudo dell’innovazione attraverso il coinvolgi- mento del CRIBE (Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Biomasse da Energia dell’Università di Pi. sa) per l’approfondimento degli aspetti tecnico-scientifici relativi alla componente agricola della filiera, del CREAR (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Energie Alternative e Rinnovabili dell’Univer- sità di Firenze) per l’approfondimento degli aspetti tecnico-scientifici relativi alla componente ingegne- ristica e motoristica della filiera; dell’Università di Siena – Dipartimento di Chimica per l’approfondi- mento degli aspetti tecnico-scientifici relativi alla valutazione dell’impatto ambientale della filiera pilota del biodiesel rispetto al combustibile fossile e della certificazione del biocombustibile.
Legambiente Toscana in collaborazione con la Provincia di Siena, d’intesa con Arsia- Regione Toscana, cura le attività divulgative e informative inerenti il progetto pilota nei confronti degli operatori del settore, delle scuole, del grande pubblico e degli utenti/utilizzatori dei mezzi messi a disposizione da Train e da Sienambiente. Manu Mich. – clickmobility.it