Scioperi e trasporti

PARIGI-BERLINO. SCIOPERO DI 62 ORE PER I TRENI TEDESCHI, IN FRANCIA SINDACATI E GOVERNO PRONTI AL CONFRONTO

PARIGI-BERLINO. SCIOPERO DI 62 ORE PER I TRENI TEDESCHI, IN FRANCIA SINDACATI E GOVERNO PRONTI AL CONFRONTO

In Germania fermi sino alle 2 di sabato treni merci e passeggeri. La Gdl chiede un aumento dei salariIn Francia il trasporto si è fermato per protestare contro il piano di riforma pensionistico voluto da Sarkozy

Trasporti difficili in Germania e Francia.
E se per la Francia si intravedono spiragli d'intesa in Germania il trasporto ferroviario merci e passeggeri resterà fermo ancora sino alle 2 di sabato mattina.
Alla base delle agitazioni d'oltralpe troviamo due motivazioni ben diverse fra loro ma il rischio è che entrambe possano portare ripercussioni negative nei settori delL'economia e dei rifornimenti sul territorio delL'Unione europea.

In Germania alla base della protesta troviamo la volontà della GDL, la più piccola ma anche più radicale sigla sindacale, che chiede a gran voce un adeguamento dei salari ai livelli europei.
La Gdl rappresenta 34mila ferrovieri e a luglio si è rifiutata di firmare L'accordo siglato invece dalle altre organizzazioni sindacali, lo stesso che ha permesso a 195mila lavoratori di avere in busta paga un aumento del 4,5%.
Lo stop dei treni merci e passeggeri, come detto, è previsto sino alle 2 di sabato mattina, e L'atto di forza, tradotto in soldoni, costerà L'economia tedesca il corrispettivo di  50 milioni di euro al giorno. La cifra è poi destinata a crescere nel caso d'una prosecuzione della serrata, gli economisti valutano che potrebbe salire a 500 milioni di euro il costo per più di un'intera settimana di sciopero.

La Deutsche Bahn, prevede che il 50% dei treni regionali viaggerà normalmente, così come il 20% dei treni urbani a Berlino e il 40% ad Amburgo.

Diversa la motivazione che sta alla base della protesta francese dove i sindacati, che hanno indetto lo sciopero dei trasporti ma caratterizzato anche quello dei settori energia e gas, intendono dimostrare senza ombre di dubbio il 'no' categorico al piano di riforma del sistema pensionistico voluto dal presidente Nicolas Sarkozy.

Per la Francia si è comunque aperto uno spiraglio. Sindacati e governo sembrano intenzionati ad  andare ad un tavolo di confronto con i lavoratori per arrivare a formulare una proposta che metta d'accordo tutte le parti in causa. Manu Mich. – clickmobility.it

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