“Accanto alla “Trentino trasporti infrastruttura”, proprietaria dei beni e deputata a gestire e implementare il patrimonio e la rete ferroviaria la società di gestione dei servizi, “Trentino trasporti esercizio”, con organigramma di circa 1100 unità che esercita i servizi extraurbani ed urbani con il compendio aziendale di cui risulta affittuaria
Ottenuto il parere favorevole della terza commissione del Consiglio provinciale, la Giunta provinciale ha provveduto stamane ad approvare formalmente, dopo averla condivisa sul piano politico l’8 febbraio scorso con un conchiuso, la proposta di riorganizzazione di Trentino Trasporti presentata dall’assessore provinciale ai trasporti.
Il piano prevede la distinzione tra la proprietà del patrimonio e la gestione dei servizi attraverso due società distinte: la Trentino Trasporti Infrastruttura – nella quale confluiranno le quote private – proprietaria dei beni, e una new-co a forma S.p.A. – la Trentino Trasporti Esercizio – che sarà il soggetto affidatario dell’esercizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano.
Una volta costituita la new-co verrà ceduto il capitale alla Provincia che, a sua volta, procederà alla successiva cessione gratuita di azioni ai Comuni e Comunità di Valle aderenti, al fine di consentire la scelta di una erogazione dei servizi diretta sia alla Provincia sia alla generalità degli enti collegati alla finanza provinciale.
"Accanto dunque alla “Trentino trasporti infrastruttura”, proprietaria dei beni (autobus, treni, depositi, linea ferroviaria Trento-Malè, rimesse, sedi aziendali, infrastruttura di telecomunicazione) e deputata alla gestione e implementazione del patrimonio e della rete ferroviaria vincolati al trasporto pubblico e da mettere a disposizione del gestore con contratto di affitto d’azienda, con un organigramma ipotizzabile in circa 100 unità (il personale già oggi impiegato nella cura del patrimonio e nella officina ferroviaria), si avrà la società di gestione dei servizi, “Trentino trasporti esercizio”, con un organigramma di circa 1100 unità (quelle già oggi impiegate tipicamente nella guida e movimento autobus e treni nonché nell’officina autobus e personale impiegatizio dedicato all’esercizio) che esercita i servizi extraurbani ed urbani con il compendio aziendale di cui risulta affittuaria – spiegano in Provincia -"
"L’assetto non è solo il risultato di valutazioni relative all’in house, ma è assolutamente funzionale anche nel caso in cui gli enti decidessero di individuare il gestore con gara in ragione di ipotizzabili migliori efficienze: in tal caso il vincitore della gara risulterebbe affittuario del compendio aziendale di proprietà della Trentino trasporti infrastruttura (società che, in linea con quanto già oggi avviene, provvede agli investimenti relativi alla mobilità sia extraurbana che urbana)".
Il riassetto societario, che verrà portato a compimento entro l’estate, è anche funzionale alla specializzazione dei due rami societari. Oggi i 1200 dipendenti sono impiegati in settori molto diversi, mentre è emerso dagli studi che L'infrastruttura ha necessità di specializzarsi nella gestione/implementazione del patrimonio (anche, per citare un tema, in relazione all’auspicato subentro allo Stato nella proprietà della linea della Valsugana o in vista del potenziamento delle linee ferroviarie sul territorio), mentre invece la società di gestione dovrà concentrarsi sul miglioramento dei processi e della produttività dei 1100 addetti circa, che si occupano più tipicamente del “movimento” dei mezzi, si tratti di “far girare” i treni piuttosto che gli autobus e corriere.
"Se si considera infatti che il costo del personale si attesta annualmente su circa 50 milioni di euro, è evidente che la mission principale deve essere quella di gestire al meglio la risorsa umana impegnata nella gestione dei servizi, per valorizzarne la presenza in funzione di una migliore offerta di servizi alla collettività. In tal senso il governo provinciale punta fortemente sulla “omogeneizzazione” dei contratti (ancora oggi diversi tra addetti ex Atesina ed ex Trento Malè) come momento per ottenere ricadute di produttività da reinvestire nel servizio, il tutto secondo obiettivi ben lontani da ipotesi di “tagli” o “privatizzazioni selvagge”.Manu Mich. – clickmobility.it