La Provincia delibera l'esternalizzazione delle linee 13,33,35, 39/, 49/, 73, A, B, C, D

TRIESTE. TRIESTE TRASPORTI: FIT CISL CONTRARIA ALLA SCELTA DI ESTERNALIZZARE 993MILA KM DI TPL

TRIESTE. TRIESTE TRASPORTI: FIT CISL CONTRARIA ALLA SCELTA DI ESTERNALIZZARE 993MILA KM DI TPL

Fit Cisl: “La Società ha giustificato la scelta definendo i servizi marginali senza, tuttavia, dare assicurazioni sul mantenimento degli standard di qualità e sicurezza del servizio e senza specificare i benefici economici e tecnici, prodotti da tale operazione”

Fit Cisl nettamente contraria alla scelta di esternalizzare una tranche del tpl.
Il confronto fra la Trieste Trasporti e le organizzazioni sindacali territoriali e regionali di categoria ha messo in luce due tesi contrapposte.

“Nell’ambito dell’incontro la Trieste Trasporti ha comunicato la decisione, a seguito dell’approvazione tramite delibera da parte della Giunta provinciale di Trieste, di procedere all’esternalizzazione di 933.000 km di trasporto pubblico locale e nello specifico delle linee 13,33,35, 39/, 49/, 73, A, B, C, D – spiega Lilli Bigoni, segretario generale  Cisl F.V.G. –
La società ha giustificato tale scelta definendo tali servizi marginali senza, tuttavia, dare assicurazioni sul mantenimento degli standard di qualità e sicurezza del servizio e senza specificare i benefici economici e tecnici, prodotti da tale operazione.
La Trieste Trasporti ha precisato, inoltre, che tale scelta risulta essere coerente con la Legge Regionale n°23/2007(gestore unico del Trasporto Pubblico Locale) ed in linea con i recuperi gestionali previsti dal Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale (già approvato dalla Giunta Regionale), disegnato dL'assessore Lodovico Sonego”.

La Fit-Cisl ha espresso la propria contrarietà nei confronti di tale decisione ed ha ribadito le proprie perplessità e preoccupazioni in merito a scelte, correlate da parte della Trieste Trasporti sia all’ipotesi della creazione del gestore unico, sia al futuro Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale, non ancora in vigore.

La Fit-Cisl ha ribadito (come già evidenziato durante l’iter della Legge regionale n°23), che la scelta di creare “un monopolio dei trasporti” determinerà indiscriminati aumenti alle tariffe), stasi o diminuzione della qualità e quantità dei servizi, peggioramento dell’efficienza del servizio, gravi conseguenze sulla sicurezza del trasporto, riduzione del lavoro in termini di risorse umane.

“Alla luce di ciò – ha concluso Lilli Bigoni – la Fit-Cisl ha deciso di dichiarare lo stato d’agitazione e di adottare adeguate iniziative di contrasto verso scelte aziendali che incidono pesantemente sui diritti degli utenti, che provocheranno forme di “dumping sociale e contrattuale” a danno dei lavoratori e che possono mettere a rischio il servizio sociale svolto dal trasporto pubblico sul territorio di Trieste, in particolare per le fasce più deboli della popolazione”.Manu Mich. – clickmobility.it

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