Ieri sera, confronto ad ampio respiro, alla tavola rotonda organizzata dal Gruppo FS con la partecipazione di importanti figure del mondo giuridico ed economico italiano
Capacità di decidere e di affrontare la competizione anche per le imprese pubbliche chiamate a misurarsi sul mercato. Con regole più snelle e uguali a quelle, meno penalizzanti, cui devono sottoporsi le aziende private. Sono alcune delle considerazioni emerse nel corso della tavola rotonda “Quale rapporto tra Stato, Imprese e Mercato”, organizzato ieri sera all’Hotel Esedra dal Gruppo Ferrovie dello Stato.
Presieduto dall’ad delle FS, Mauro Moretti, e moderato dal direttore del TG2, Mauro Mazza, il dibattito ha preso il “la” dalle riflessioni che Luigi Tivelli propone nel suo nuovo libro “Chi è Stato? Gli uomini che fanno funzionare l’Italia”. Un saggio che, raccogliendo le testimonianze di dieci civil servants italiani, da Maccanico a Gifuni, da Dini a Letta, sostiene la forza dei valori-guida che accomunano questi uomini: il merito, la concorrenza, la qualità delle classi dirigenti, il senso dello stato.
Ma in un mondo in cui l’economia è ormai globalizzata, in che misura le aziende pubbliche che devono operare sul mercato possono contribuire a produrre il valore aggiunto della liberalizzazione e della concorrenza? Come possono sostenere la competizione se la loro azione deve restare imbrigliata da normative tutt’altro che amiche dell’efficienza? A discutere su questi attualissimi temi, le FS hanno chiamato i più eminenti rappresentanti del mondo giuridico italiano, alcuni dei quali protagonisti del volume di Tivelli: Andrea Monorchio, attuale presidente Consap e già Ragioniere generale dello Stato, il presidente del Tar Lazio Pasquale de Lise, Corrado Calabrò, Garante delle comunicazioni, Luigi Giampaolino, presidente dell’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici e Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust.
Unanime la condivisione di alcuni spunti proposti da Moretti in apertura, poi ripresi nelle conclusioni.
“In un contesto di globalizzazione – ha detto l’ad FS – è fondamentale selezionare uomini e squadre che, nel rispetto delle strategie decise, portino il Paese a confrontarsi ad armi pari con gli altri stati europei nei settori ritenuti critici. Come hanno fatto in Germania o in Francia, dove hanno investito in settori come l’energia, l’avionica e le ferrovie”.
“Selezioniamo e decidiamo dove vale la pena di spendere la presenza pubblica dell’impresa. E diamole gli strumenti veri per competere” – ha proseguito Moretti, che ha poi precisato “Ogni giorno affrontiamo DB, le ferrovie tedesche, vale a dire un autentico colosso. Come fare a sostenere la competizione? Se si usa la spada di bronzo contro quella d’acciaio, sarà spezzata al primo colpo. Se invece si vuol fare sul serio, occorre fare in modo che la competizione sia ad armi pari: le imprese pubbliche, per il periodo di tempo necessario, devono essere quindi imprese vere, non legate ai destini delle finanziarie”. Manu Mich. – clickmobility.it