Lo studio comprende il database dei bilanci riclassificati, una relazione sui risultati ed un set di allegati

MILANO. DAL TPL L'ENERGIA: LA MAPPA DELLE SOCIETA' CONTROLLATE DAI COMUNI NELLO STUDIO DI MEDIOBANCA

MILANO. DAL TPL L'ENERGIA: LA MAPPA DELLE SOCIETA' CONTROLLATE DAI COMUNI NELLO STUDIO DI MEDIOBANCA

Quarto appuntamento per l'edizione 2008 dello studio Mediobanca “Le società controllate dai maggiori Comuni italiani: bilanci” realizzato per conto della Fondazione CivicumIl rapporto é articolato sull’elaborazione dei bilanci più recenti per le 47 principali società controllate

Dall’energia all’ambiente, dal tpl ai mercati comunali, dalla refezione scolastica agli aeroporti, passando anche per  musei, farmacie e cimiteri.
La mappa delle società controllate dai maggiori Comuni italiani è stata presentata ieri contenuta nella quarta edizione realizzata dL'ufficio studi di Mediobanca, per conto della Fondazione Civicum.
Un rapporto che individua le caratteristiche, il peso, i punti di forza e di debolezza di questa realtà, con riferimento ai sei maggiori Comuni italiani per Pil: che sono Milano, Roma, Bologna, Napoli, Brescia, Torino.
I dettagli considerano una realtà composta da 339 società, di cui 61 controllate direttamente dai municipi, 278 indirettamente, attraverso le prime.

Un patrimonio di 10,5 miliardi di euro che costituisce, ormai, la maggioranza delle attività svolte dai Comuni.
Lo studio di Mediobanca mette in evidenza che la spesa effettuata da questi attraverso società controllate (pari a 16,1 miliardi di euro) è più che doppia rispetto alla spesa sviluppata direttamente (7,7 miliardi). La spesa diretta è stretta dai vincoli pubblici, e infatti è scesa del 3%, mentre quella attraverso le spa risponde solo a criteri di mercato (ed è salita del 19%).

L’indagine, giunta alla quarta edizione, rende disponibile una base informativa che, pur relativamente breve sotto il profilo temporale suggerisce alcune considerazioni generali:
– le società controllate rappresentano per i comuni realtà  molto importanti, quasi sempre piu` della stessa attività diretta; i relativi flussi finanziari si espandono rispetto ad una generalizzata contrazione delle poste del bilancio comunale (soggette ai vincoli della finanza pubblica) e vengono quindi a costituire strumenti che qualificano fortemente le politiche per i servizi pubblici locali;
– vi è una netta separazione (sotto numerosi aspetti) tra le attività svolte in settori che tendono a generare profitti o quasi-rendite (l’energia in primis) e quelle in settori (soprattutto trasporto pubblico locale e servizi ambientali), i cui risultati sono per lo più insoddisfacenti; le prime assicurano ai comuni entrate costanti attraverso i dividendi incassati (poco meno di 220 milioni di euro di competenza del 2006); le seconde assumono rilevanza economica non minore, ma richiedono importanti uscite finanziarie per interventi sulle infrastrutture e sulle relative modalità di gestione; le principali questioni riguardano lo spazio concesso nei settori tendenzialmente in perdita alla manovra tariffaria (attualmente poco o nullo) e i vincoli dal lato delle risorse lavorative; é  tuttavia paradossale che il tasso d’investimento tecnico dei settori profit-oriented sia il più basso;
– la struttura finanziaria pare virtuosa, con un patrimonio netto pari ai debiti (nel 2006 il rapporto é 1:1); ciò facilita le aggregazioni – che in settori ad elevate economie di scala, come quelli qui esaminati, consentono di ridurre i costi operativi – e assicura la possibilità di orientare fortemente il management verso l’efficienza tecnica della gestione; permangono tuttavia elevate disponibilità liquide, difficilmente valutabili, specie in presenza di azionisti (i comuni) che intervengono in settori a forte intensità d’investimento dove l’efficienza dei servizi prestati é sempre più cruciale per la competitività  della comunità locale;
– le società che operano nei settori profittevoli tendono ad essere quotate in borsa; ciò rappresenta un elemento virtuoso perché il collocamento delle azioni produce introiti per i comuni, la quotazione garantisce il perseguimento di gestioni efficienti e la continua attribuzione di un valore di mercato ai singoli business ne favorisce i processi di aggregazione; resta tuttavia aperta la questione della governance di società che restano in ogni caso sotto controllo pubblico.

L’aggregato delle 47 società a controllo comunale evidenzia nel 2006 ricavi per 17,3 miliardi di euro (12,4 miliardi nel 2005) con 79,1 mila dipendenti (75,8 mila unità nel 2005). L’attività svolta dai 6 maggiori comuni tramite società controllate é di tutto rilievo: misurata in termini di costi di gestione (inclusivi degli oneri finanziari), essa ha rappresentato nel 2006 circa 10 volte il volume della spesa corrente del Comune di Brescia, oltre 4 volte quella di Milano, 1,7 volte quella di Torino, circa lo stesso volume di quella di Roma e Bologna e il 50% quella di Napoli.

"La fondazione Civicum – ha ricordato il suo presidente Federico Sassoli de Bianchi, aprendo i lavori tavola rotonda organizzata da Civicum su governance e investimenti delle public utilities  – e' stata la prima ad affrontare il tema della governance delle società pubbliche qualche anno fa con la proposta di dual governance, in parte recepita prima dalle banche e poi dagli enti pubblici".

Fra gli interventi della mattinata quello di Raffaele Morese, presidente di Trambus Roma
"Le società di tpl hanno i maggiori problemi. La loro virtuosità e' dimostrata dal servizio sociale che rendono, pur se costrette ad applicare tariffe fissate da altri", ma anche quello di Arrigo Giana delL'Atm ha ricordato come dal 1993 non vengono aumentati i  contributi "in quindici anni i sussidi si sono quindi ridotti del 35%".
Aldo Bassi, direttore finanziario della torinese GTT ha puntualizzato "I margini operativi delle società di tpl non sono quelli delle aziende energetiche: in tutta Europa queste imprese perdono intorno al 30-35% L'anno. Il nostro settore ha bisogno di una autorithy".
Alfredo Mazzei, vicepresidente della CTP di Napoli, ha invocato "la liberalizzazione, ma vera e non fittizia, dei trasporti pubblici".  
"Aldila' delle politiche di aggregazione e di crescita delle societa' controllate  – ha concluso  Andrea Boitani in chiusura di lavori – resta il  problema di un generale deficit di governance pubblica".

Capitolo 1 – Premessa e sintesi dei risultati

Capitolo 2 – Allegati

Capitolo 3 – Database Bilanci delle Società

Grafici di presentazione G. Barbaresco, Ufficio Studi di Mediobanca Manu Mich. – clickmobility.it

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