l'associazione ha presentato ieri al governo una proposta di piano di rilancio della mobilità collettiva. Obiettivi: mantenere e sviluppare il tpl, liberalizzare il settore, tener viva l'attenzione alle ferrovie regionali, riordino del sistema portuale
Obiettivi precisi per il piano di rilancio della mobilità collettiva presentato ieri al governo da Federmobilità, l’associazione che riunisce le amministrazioni responsabili del governo della mobilità a livello regionale, provinciale e comunale.
I dati sulla crescente esigenza di mobilità richiedono urgenti e non rinviabili scelte che, in una logica di sistema, possano favorire lo sviluppo delle infrastrutture, la definizione di ruoli e responsabilità per la gestione della domanda di mobilità, l’individuazione di strumenti di finanziamento e coordinamento per gli interventi e per l’ottimizzazione delle risorse – sottolineano in Federmobilità -.
E se è L'aumento continuo del carburante ad impensierire, L'attenzione è puntata sulla necessità di rilancio di un settore come quello del tpl.
Lo ha sottolineato nel suo intervento Ennio Cascetta, coordinatore della Commissione Mobilità della Conferenza delle Regioni e assessore ai Trasporti della Regione Campania.
“L’aumento del petrolio porta piu’ passeggeri sui mezzi pubblici, ma riduce le entrate delle regioni legate alle accise sul carburante: in un anno sono calate del 30% – ha sottolineato Cascetta -. Si prevede di incassare 170 milioni in meno su 500 disposti dall’ultima Finanziaria.
Il settore è in emergenza, inutile negarlo, e serve una mobility tax, un nuovo modo di concertare con il Governo per finanziare il trasporto nelle città”.
Nel pacchetto di proposte che Federmobilità propone al governo il primo livello di attenzione riguarda le misure indispensabili per il mantenimento e lo sviluppo del trasporto pubblico di interesse regionale e locale.
“Il trasporto collettivo, inteso come il complesso dei sistemi che lo realizzano, svolge, nel campo specifico della mobilità delle persone,un ruolo fondamentale per ogni soluzione reale e strutturata ai problemi di congestione del traffico, dell’inquinamento ambientale, dell’incidentalità, dello sviluppo urbano, del risparmio energetico e, più in generale, del contenimento dei costi sociali connessi alla mobilità privata, sia per le grandi aree urbane e metropolitane che per le aree periferiche”.Ieri sono emerse nette le obiezioni alla riforma dei servizi pubblici locali. Assessori e rappresentanti delle aziende hanno chiesto di stralciarla dalla manovra economica.
“E’ difficile trovare degli aggettivi per quel testo – ha spiegato Alfredo Peri, presidente di Federmobilità e assessore ai trasporti dell’Emilia-Romagna – Non ha nessuna logica e per i trasporti e’ un passo indietro di dieci anni: se passasse quel provvedimento porterebbe al blocco totale delle gare e a una grande mole di contenzioso”.
Il piano progettuale evidenzia come fondamentale la necessità di liberalizzare il tpl, programmare i servizi, porre maggiore attenzione alle ferrovie regionali e ai collegamenti marittimi, riordinare il sistema portuale. Un piano che coinvolge per intero tutto il sistema dei trasporti.Per il permanere delle condizioni di estrema criticità del sistema organizzativo e gestionale della mobilità collettiva, si rende necessario quindi – spiegano in Federmobilità – l’intervento urgente del Governo, per scelte strutturali in grado di dare risposte adeguate alle priorità che si ritengono indispensabili per l’avvio del processo di sviluppo dei trasporti pubblici e sulle quali peraltro il livello di condivisione e’ ampiamente maturo. Nello specifico:
– la definizione di un piano pluriennale di investimenti per infrastrutture, materiale rotabile e sviluppo dei sistemi di trasporto intelligenti,
– la definizione del sistema delle regole, alla luce dei principi comunitari e dei risultati condivisi dal Tavolo Interistituzionale per il TPL,
– interventi specifici per la pianificazione integrata delle aree urbane, riconducibile ai Piani della Mobilità (PUM) con modalità di coordinamento dei soggetti coinvolti, a partire dai ministeri, per ottimizzare l’uso delle risorse, semplificare le procedure, pianificare e integrare l’offerta dei servizi e gestire la domanda di mobilità,
– la soluzione organizzativa e finanziaria dei problemi legati ai servizi ferroviari (tra cui il finanziamento dei servizi gestiti da Trenitalia, il finanziamento degli interventi per la sicurezza delle ferrovie regionali, la definizione del ruolo degli enti territoriali nella programmazione dei servizi, ecc.).
Si tratta di un impegno assolutamente rilevante – si legge nel documento – che deve essere affrontato in termini pluriennali, individuando strumenti strutturali, ispirati alla logica del federalismo fiscale,che, oltre alla leva dell’accise sui carburati (tenendo conto anche dell’esigenza di promuovere l’uso del bioetanolo e biodisel) diano adeguata certezza sui volumi delle risorse e sulla loro dinamica come ad esempio l’applicazione della direttiva europea riguardante l’istituzione dell’eurovignette (direttiva 2006/38/CE).
Con la Finanziaria 2008 – a detta di Federmobilità – l’azione coordinata e decisa di tutte le componenti interessate ha ottenuto, alcune misure di finanziamento. Tali misure, tuttavia, hanno solamente avviato un percorso strutturale e sono assolutamente insufficienti a garantire l’attuale livello di servizi se si pensa ai 414 milioni di euro di risorse aggiuntive stanziate per il 2008 a fronte dei 1.200 milioni di euro riguardanti il solo contenzioso per il mancato adeguamento dei trasferimenti statali per il settore gomma e ferro.
L’assoluta urgenza di affrontare le criticità – evidenziate dL'associazione – è condivisa a tutti i livelli istituzionali da parte delle Regioni, delle Province e dei Comuni, come anche da parte delle rappresentanze di coloro che ne sono coinvolti titolo di imprenditori, di lavoratori e soprattutto di utenti dei servizi. Da questa considerazione L'appello lanciato da Federmobilità di riattivare, in tempi brevi, il tavolo interistituzionale per il tpl già istituito presso la Presidenza del Consiglio.
Il piano pluriennale di rilancio della mobilità proposto da Federmobilità e condiviso dalla Commissione Mobilità della Conferenza delle Regioni, dall’Upi, dalla Consulta Anci per la mobilità sostenibile, da Assoporti, da Asstra, da Anav, dalla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, da Tts Italia, da Anie, da Mus, da Adiconsum e dall’associazione familiari vittime della strada.
Manu Mich. – clickmobility.it