Anav: “Il ddl è un vero e proprio attentato alle aziende private operanti nella regione (circa quaranta) che, di fatto, determinerà per le stesse un danno talmente grave da costringerle alla chiusura”
Anav preoccupata per le sorti delle aziende private che gestiscono il trasporto pubblico locale.
A destare L'attenzione delL'associazione è il disegno di legge n. 1075/c del 25 settembre 2006, in discussione oggi sugli scranni del Consiglio regionale.
“Il Consiglio regionale è chiamato a discutere ed approvare il ddl rimasto per oltre due anni nel cassetto e rispolverato solo a fine legislatura con un Consiglio che è legittimato a gestire l’ordinaria amministrazione, riguardante i “criteri per la determinazione dei costi chilometrici standard delle aziende di trasporto pubblico locale” – spiega in una nota Agostino Ballone, componente del direttivo nazionale e abruzzese Anav, ma anche presidente della Staur, società che gestisce le linee bus a Teramo, che definisce la norma un vero e proprio attentato alle aziende private operanti nella regione (circa quaranta) che, di fatto, determinerà per le stesse un danno talmente grave da costringerle alla chiusura.
“Il ddl, infatti, prevede all’articolo 9, comma 2, che i contributi di esercizio dovuti alle imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale siano erogati nel limite massimo della perdita di esercizio. In pratica, per la Regione Abruzzo un’azienda di trasporto pubblico non può conseguire utili di bilancio dalla propria attività contro la definizione che lo stesso codice civile fornisce dell’impresa. Cosa ancora più grave e palesemente incostituzionale è il fatto che la legge avrà efficacia retroattiva .
Se a ciò si aggiunge che, per inerzia degli uffici regionali, le aziende di trasporto abruzzesi sono ancora in attesa di ricevere i conguagli dei contributi di esercizio dal 1987 ad oggi, si capisce la finalità del disegno di legge: azzerare l’enorme debito, circa 21 milioni di euro, che la Regione ha contratto nei confronti del sistema dei trasporti abruzzese, opportunamente riconosciuti, quantificati e passati in giudicato nei vari gradi di giudizio che si sono succeduti nell’ambito del contenzioso avviato dalle imprese di trasporto abruzzesi.
Ci auguriamo che il Consiglio regionale non voglia avallare questa proposta di legge scellerata, che porterebbe l’Abruzzo all’attenzione, in negativo, delle Autorità competenti a sollevare la questione di costituzionalità”.
E sul trasporto è anche la Filt Cgil Abruzzo ad individuare le priorità ieri nel documento conclusivo elaborato dal Direttivo regionale “La difficile situazione del trasporto pubblico e della mobilità complessiva – secondo il sindacato – deve essere posta all’attenzione dei futuri candidati e di quanti, in particolare, avranno un ruolo attivo nel prossimo consiglio regionale”.Manu Mich. – clickmobility.it