La tassa sulla mobilità proposta dal consigliere federale Leuenberger, per garantire il finanziamento di progetti stradali e ferroviari

Berna. Il Consiglio federale verso il mobility pricing

Berna. Il Consiglio federale verso il mobility pricing

Leuenberger: “Non si tratta di introdurre una tassa supplementare  ma di cambiare l'intero sistema di finanziamento che oggi è garantito da fondi provenienti dalla cassa generale della Confederazione, dalle tasse applicate agli utenti (come quella sui carburanti) e dai biglietti dei trasporti pubblici”

Il Consiglio federale valuta L'introduzione di una nuova tassa sulla mobilità.
Il futuro modello di mobility pricing deve ancora essere sviluppato ma, dovrà coprire i costi, rispettare il principio di causalità e rappresentare una misura di regolazione del traffico – hanno sottolineato ieri in ambito confederale -.
La tassa dovrà essere applicata a tutte le infrastrutture dei trasporti, quali strade, ferrovia, parcheggi, trasporti urbani e aeroporti, ed essere concepito in modo possibilmente trasparente e orientato alle esigenze della clientela.

Prezzi differenziati – sostengono a Berna – per fasce orarie e zone dovranno fare in modo che le capacità esistenti siano sfruttate in modo ottimale. Concretamente, ciò significa che gli automobilisti o i passeggeri ferroviari dovranno pagare un prezzo molto più elevato su un asse principale nell’ora di punta, rispetto ai viaggiatori che scelgono un percorso secondario meno trafficato in una fascia oraria meno affollata.

La tassa sulla mobilità è stata proposta dal consigliere federale Moritz Leuenberger, per garantire il finanziamento di progetti stradali e ferroviari.

Il rapporto analizza in particolar modo le infrastrutture dei trasporti terrestri, finanziate dallo Stato e non direttamente attraverso il mercato. Tutti i pronostici partono dal principio che la mobilità continuerà ad aumentare anche in futuro. Gli Uffici federali competenti stimano che entro il 2030 il traffico viaggiatori su strada aumenterà del 20% e quello su rotaia del 45%. Per quanto concerne il traffico merci, si prevede addirittura un aumento rispettivamente del 35 e delL'85%.

"Considerato che già attualmente le reti ferroviarie e stradali sono molto sollecitate – spiegano in ambito confederale -, in futuro saranno necessarie ulteriori capacità per soddisfare la domanda in aumento. Entrambi i vettori di trasporto devono essere considerati some un sistema correlato, visto che un sistema ferroviario efficiente è in grado di sgravare la rete stradale. Per motivi ecologici e economici, è necessario che L'aumento di mobilità venga assorbito soprattutto dai trasporti pubblici".

"Siccome nei prossimi anni si inasprirà ulteriormente la concorrenza per assicurarsi i mezzi finanziari dello Stato, è necessario garantire per tempo il finanziamento dei progetti stradali e ferroviari – sottolineano -.
Come nel caso di tutte le infrastrutture, anche per i trasporti si tratta dapprima di aumentare le capacità sfruttando in modo ottimale le infrastrutture esistenti. È possibile raggiungere questo obiettivo con una gestione del traffico integrata, coordinando in modo ottimale i vettori del traffico e regolando la domanda attraverso le tariffe. Per quanto concerne la rete di strade nazionali, si tratta in primo luogo di eliminare i problemi di capacità che mettono in pericolo il sistema. I potenziamenti della rete ferroviaria già decisi non saranno sufficienti per assorbire il traffico in costante aumento. Il DATEC sta già esaminando e operando ulteriori potenziamenti delle capacità nel quadro del pacchetto "Ferrovia 2030", nonché valutando possibili modelli di finanziamento".

"Non si tratta di introdurre una tassa supplementare – ha precisato Leuenberger – ma di cambiare L'intero sistema di finanziamento che oggi è garantito da fondi provenienti dalla cassa generale della Confederazione, dalle tasse applicate agli utenti (come quella sui carburanti) e dai biglietti dei trasporti pubblici".Manu Mich. – clickmobility.it

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