Capezzuoli: “Il risultato dell'atteggiamento dei sindacati è che Firenze sarà l’unica grande città italiana dove il primo maggio non circoleranno bus. Poiché i sindacati hanno indetto anche uno sciopero per oggi, fiorentini e turisti resteranno a piedi per due giorni consecutivi, proprio durante uno dei ponti di primavera fondamentali anche per le attività economiche”
Il numero di autisti che si sono resi disponibili a lavorare come volontari il primo maggio (circa 20) non è sufficiente per garantire il servizio di trasporto pubblico.
Ataf prende atto, con rammarico, dell’assoluta mancanza di disponibilità mostrata dalle organizzazioni sindacali che hanno esercitato consistenti pressioni sugli autisti per indurli a non lavorare il primo maggio e a ritirare le disponibilità inizialmente accordate. Facendo conto sui pochi lavoratori che hanno mantenuto la disponibilità al lavoro, l’azienda garantirà comunque il servizio di collegamento con gli ospedali cittadini.
Ataf ringrazia gli autisti che lavoreranno il primo maggio per garantire questo servizio essenziale e ringrazia la Provincia di Firenze che, alla proposta dell’azienda di far circolare i bus nella giornata di venerdì prossimo, aveva risposto positivamente mettendo a disposizione le risorse necessarie, come avvenuto anche l’anno scorso.
La ricerca dei volontari si era resa necessaria perché i sindacati, convocati più volte, si sono rifiutati di trovare un accordo sulla necessità di garantire il servizio di trasporto pubblico nei giorni festivi (Natale, Pasqua e primo maggio). All’incontro di lunedì scorso per discutere del servizio da effettuare le organizzazioni sindacali non si sono presentate.
“Il risultato di questo atteggiamento – commenta la presidente di Ataf, Maria Capezzuoli – è che Firenze sarà l’unica grande città italiana dove il primo maggio non circoleranno i bus. Poiché i sindacati hanno indetto anche uno sciopero per oggi, fiorentini e turisti resteranno a piedi per due giorni consecutivi, proprio durante uno dei ponti di primavera che sono fondamentali anche per le attività economiche”.
“L’atteggiamento dei sindacati – prosegue la presidente – reca danno non tanto all’azienda, che è intenzionata a proseguire nel proprio piano di risanamento e riorganizzazione, quanto all’intera città. Serve un cambiamento nella gestione della mobilità pubblica, che è un diritto dei cittadini. I sindacati continuano invece a tenere un atteggiamento conservatore, che fa riferimento a un modello di società che non esiste più”.
Manu Mich. – clickmobility.it