Errani: “Compriamo treni, riattiviamo una filiera industriale in Italia che un pò di anni fa era Un'eccellenza in Europa. Sono convinto che in una situazione così difficile della finanza pubblica (-37 miliardi per il 2010) è arrivato il momento di provare a realizzare quella leale collaborazione e quella capacità di fare di cui il Paese sente la necessità”
Il tpl? “Un'emergenza nazionale”. Non ha dubbi Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, che ha riportato L'attenzione sulle difficoltà del trasporto pubblico in occasione della presentazione del Rapporto 2009 di italiadecide, "Le politiche pubbliche per le infrastrutture di interesse nazionale", presentato pochi giorni fa presso la Sala della Lupa della Camera dei Deputati, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
I lavori sono stati aperti dal presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini. Sono intervenuti il direttore de Il Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il presidente di italiadecide Luciano Violante, L'amministratore delegato di Luxottica Andrea Guerra, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani e il Ministro delL'economia Giulio Tremonti.
Vasco Errani, nell’occasione ha spiegato che “Le Regioni non vogliono fare un ragionamento di competenze, che rischia di bloccare il Paese. Bisogna invece – ha detto Errani – mettersi attorno al tavolo e definire le priorità rapportate alle risorse che abbiamo, considerando anche quelle private. Le priorità devono essere definite lasciando da parte egoismi locali ma guardando agli snodi nazionali ed europei”.
Bisogna infine assumersi “un preciso impegno in cui ognuno faccia la sua parte e si assuma le responsabilità”.
Errani, nell’ultima parte del suo intervento, ha appunto dedicato ampio spazio ad un settore cruciale per lo sviluppo delle rete infrastrutturale: il trasporto pubblico locale.
“Non so come fare a ribadirlo – ha detto, fra l’altro, il presidente della Conferenza delle Regioni – ma si tratta di una vera e propria emergenza nazionale. Basta viaggiare sui treni utilizzati dai pendolari per rendersi conto della situazione attuale”.
“Oggi tutti – ha sottolineato Errani – cerchiamo politiche anticicliche, ebbene, propongo un piano decennale”.
Un piano dove siano definiti gli investimenti necessari “non chiedo risorse al governo ma si provi a metterle insieme queste risorse, sul materiale rotabile, per merci e persone”.
“Compriamo i treni, riattiviamo – ha proseguito Errani – una filiera industriale in Italia che un pò di anni fa era una eccellenza in Europa. Sono convinto che in una situazione così difficile della finanza pubblica (-37 miliardi per il 2010) è arrivato il momento di provare a realizzare quella leale collaborazione e quella capacità di fare di cui questo Paese sente la necessità”.
Sotto questo profilo “il contributo dell’Associazione “ItaliaDecide” è prezioso, e noi come Regioni siamo pronti a percorrere fino in fondo questo cammino”.
“Oltre alle criticità illustrate – si legge nel 1° capitolo del Rapporto di "italiadecide" dedicato al “divario Nord Sud” – sotto il profilo delle infrastrutture permangono in Italia due questioni specifiche – valutate di rilevanza nazionale ed evidenziate negli ultimi DPEF – che richiedono di essere considerate all’interno del quadro generale:
– la “questione settentrionale”, rappresentata da un territorio urbanizzato sempre più esteso, fitto e irregolare, a cui si accompagna una domanda di accessibilità e di mobilità – per persone e merci – debolmente soddisfatta da un’offerta infrastrutturale con rilevanti deficit qualitativi e quantitativi, relativi sia alle connessioni con le “reti lunghe” – corridoi europei, rotte aeree, rotte marittime ecc. – sia alla mobilità interna dei territori regionali e dei sistemi urbani. Il potenziamento di questi territori passa per la necessità di affrontare e risolvere i problemi della congestione e del complesso delle diseconomie esterne da essa derivate;
– la “questione meridionale”, caratterizzata da un forte ritardo infrastrutturale, in una situazione nazionale già di per sé precaria; gli indicatori di dotazione infrastrutturale elaborati nel 2008 dall’Istituto Tagliacarne documentano il persistere di forti differenziali territoriali: le prime province per indice di dotazione stradale sono tutte in Italia settentrionale (Savona, Vercelli, Novara, Alessandria e Imperia). Nella classifica, la prima provincia dell’Italia centrale che compare è Frosinone al 7 posto; mentre del sud Italia è Teramo al 10. Situazione similare si rileva osservando l’indice di dotazione ferroviario. Secondo un recente rapporto di Confindustria (Check up Mezzogiorno, 2009), il divario infrastrutturale del Sud sarebbe di 25 punti al disotto della media nazionale, esattamente come avveniva all’inizio di questo decennio.
In un rapporto del 2004, lo Studio Ambrosetti aveva già valutato in 200 miliardi di euro gli investimenti infrastrutturali che permetterebbero di recuperare il reddito pro capite dei residenti nel Sud rispetto alla popolazione del resto d' Italia.
L'analisi partiva dL'ipotesi che per adeguare il reddito pro capite regionale alle media nazionale fosse necessaria una dotazione di infrastrutture allineata alla media nazionale.
In tale contesto, secondo quanto emerge dalla citata ricerca del gruppo Intesa-San Paolo, circa la metà degli investimenti in infrastrutture realizzati dalle amministrazioni locali sono concentrati al Nord, mentre la restante parte è quasi equamente divisa tra centro e mezzogiorno. In termini procapite, il Trentino genera una spesa per investimenti più che doppia rispetto alla media nazionale, ma sono le amministrazioni del Centro nel complesso a spendere maggiormente per ciascun cittadino, con un valore pro-capite del 20% superiore alla media nazionale. Al sud, invece, la spesa pro-capite per investimenti è inferiore del 20% rispetto alla media nazionale”.Manu Mich. – clickmobility.it