Mobilità sostenibile

Bergamo. Car sharing in città? I risultati di uno studio di fattibilità commissionato dalla Provincia

Bergamo. Car sharing in città? I risultati di uno studio di fattibilità commissionato dalla Provincia

Capetti: “Lo studio si inserisce nella politica di mobilità sostenibile e di rispetto ambientale che la Provincia sta attuando attraverso diverse iniziative. La soluzione, già praticata in altri paesi europei, produce una diminuzione del numero di veicoli in circolazione e un aumento dei parcheggi disponibili, e comporta un beneficio per l'intera comunità”

Potrebbe funzionare un servizio di car sharing nel contesto territoriale, urbanistico, socio – economico bergamasco? E soprattutto: potrebbe essere avviato e gestito da un operatore privato, in assenza di finanziamenti pubblici?
Per dare una risposta a queste domande, la Provincia di Bergamo, che negli anni ha avviato una serie di esperienze che vanno nella direzione della mobilità sostenibile – tra cui il Mobility management e il Car pooling – ha ritenuto strategico commissionare uno studio di fattibilità delL'avvio del servizio di car sharing alla società "Muoversi”.

"Questo studio si inserisce nella politica di mobilità sostenibile e di rispetto ambientale che la Provincia di Bergamo sta attuando attraverso diverse iniziative – dichiara L'assessore alla Viabilità e trasporti Giuliano Capetti -. La soluzione, già praticata in altri paesi europei, produce una diminuzione del numero di veicoli in circolazione e un aumento di posti di parcheggio disponibili nelle città, dato che comporta un beneficio per L'intera comunità”.

In Europa le persone associate ad un servizio di car sharing sono circa 100.000 in oltre 600 città di Austria, Francia, Germania, Olanda, Svizzera e Scandinavia. Il trend annuo di crescita degli associati è del 50% L'anno.  Attualmente le città con servizio car sharing in Italia sono Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Palermo, Parma, Rimini, Roma, Savona, Torino, Venezia.

Lo studio di fattibilità sul Car sharing a Bergamo, che la Provincia mette ora a disposizione di tutti gli interessati, rivela la difficoltà di sostenersi economicamente per un servizio che voglia ricalcare in modo indipendente lo standard ICS ("Italia Car Sharing”), già adottato da molte città italiane. Tuttavia L'estensione del servizio di car sharing esistente in altre città (ad esempio a Milano) potrebbe creare forti sinergie a fronte di un adeguato livello di servizio: sfruttando una struttura già avviata, si ridurrebbero sensibilmente i costi di start-up, tecnologici, legali, di personale; sarebbe inoltre maggiore sia la capacità negoziale dovuta a volumi più ampi (ad esempio noleggio auto) che la possibilità di accesso ai contributi ICS. A tali condizioni, lo studio prevede il raggiungimento di un risultato operativo positivo entro il secondo anno di esercizio. M. Gio M. – clickmobility.it

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