I bus "ultracapacitor" alimentati da supercondensatori al carbone attivo

A Shanghai e Washington il bus si ricarica alla fermata: le pensiline trasformate in stazioni di rifornimento

A Shanghai e Washington il bus si ricarica alla fermata: le pensiline trasformate in stazioni di rifornimento

Secondo Synautec Automobile Technologies e la partner cinese Shanghai Aowei Technology Development Company il sistema ha le carte in regola per essere il perfetto serbatoio di energia in grado di alimentare un bus per una, due, massimo tre fermate. Basta che siano in ambito urbano, con distanze tra l’una e l’altra comprese tra 5 e 8 km

A Shanghai e Washington i bus si ricaricano alla fermata.
A Shanghai le strade sono già percorse da diversi esemplari di bus "ultracapacitor" alimentati da supercondensatori al carbone attivo che consentono alle batterie di ricaricarsi in pochi istanti, giusto il tempo di transitare a fianco delle pensiline, che si trasformano in vere e proprie stazioni di rifornimento.
Washington ha deciso di utilizzare un minibus scolastico dotandolo del nuovo sistema per di scortare gli studenti dell’American University in giro per il campus.

Gli ultracapacitor sono stati sviluppati negli anni '70 ma le grandi dimensioni non consentivano una loro applicazione in campo di trasporti. A risolvere il problema hanno pensato al Mit di Boston, dove sono state ridotte notevolmente le dimensioni sviluppandone anche l’efficienza.
Nonostante ciò, la loro capacità nell’accumulare energia non è granché, hanno una densità energetica di 6 wattora per chilo (una batteria agli ioni di litio ne ha 200), inoltre si scaricano abbastanza rapidamente. Ma se è vero che questa tecnologia non è applicabile, almeno per il momento, alle auto private, è decisamente perfetta per i trasporti pubblici.
Questi veicoli hanno inoltre la proprietà di assorbire l’energia che viene prodotta durante la frenata. Le stesse pensiline possono venire equipaggiate con dei pannelli fotovoltaici al fine di ridurre ulteriormente le emissioni.
A conti fatti far funzionare uno di questi bus costa praticamente un decimo dell’energia che viene utilizzata per far muovere un normale bus di linea funzionante a diesel.

Secondo Synautec Automobile Technologies e la sua partner cinese Shanghai Aowei Technology Development Company il sistema ha tutte le carte in regola per essere il perfetto serbatoio di energia in grado di alimentare un autobus per una, due, massimo tre fermate. Basta che esse siano in ambito squisitamente urbano, con distanze tra l’una e l’altra comprese tra 5 e 8 chilometri.

La soluzione prospettata dal consorzio di aziende consiste, a quel punto, nel progettare le linee e i mezzi in modo che ogni due, tre fermate (o comunque in ossequio alla massima distanza percorribile) l’arresto della vettura serva sia per la salita e discesa dei viaggiatori che per la ricarica del supercondensatore. Al capolinea, ovviamente, la ricarica è d’obbligo.

Le due aziende hanno condotto prove sul progetto da circa tre anni, con 17 diverse linee d’autobus a Shanghai.Manu Mich. – clickmobility.it

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