Il contratto di servizio 2009-2014 prevede 60 milioni di euro per sei anni (in totale 360 milioni), di cui 40 garantiti dal Governo e gli altri 20 dal ricavato della vendita di biglietti e abbonamenti, “e ci faremo carico – ha detto l’assessore – di chiedere anche cose fuori contratto”
Trasporto ferroviario e contratti di servizio sono stati oggetti delL'audizione dell’assessore regionali ai trasporti Giuseppe Mascio in Seconda commissione su richiesta del consigliere Franco Zaffini (An-Pdl) in merito ai contratti di servizio 2009-2014 con Reti ferroviarie italiane e Ferrovia centrale umbra.
Zaffini ha chiesto che nel contratto siano date garanzie per il mantenimento dei servizi minimi e che siano risolte le problematiche più serie quali la messa in sicurezza delle aree delle stazioni ferroviarie rimaste senza biglietteria, che diventano aree degradate con problemi attinenti la sicurezza dei cittadini derivanti dallo stato di abbandono, quindi la garanzia che funzionino almeno le biglietterie automatiche, cosa che talvolta non è accaduta, oltre a condizioni “più decorose” per i pendolari, che “non possono permettersi il lusso di viaggiare su treni diversi dai regionali”.
L’assessore Mascio ha ricordato come il problema principale della rete ferroviaria umbra è costituito dal binario unico, ossia dal mancato raddoppio della linea, aggravato dal fatto che in Umbria transitano tre tipologie di treni (merci, regionali e intercity/eurostar) obbligati a ricorrere al senso unico alternato, con conseguenti problemi di difficoltà e ritardi dovuti all’inadeguatezza della rete ferroviaria. Un problema che compete a Rfi e si diversifica a seconda della tipologia di convoglio.
“Mentre è la Regione che firma il contratto di servizio per i treni regionali ed interregionali – ha spiegato Mascio – sugli intercity la competenza è del ministero dei Trasporti, per cui il fatto che non vi siano fermate in alcuni centri importanti dell’Umbria rientra nelle competenze del ministro Matteoli”.
Il contratto di servizio 2009-2014 prevede 60 milioni di euro per sei anni (in totale 360 milioni), di cui 40 garantiti dal Governo e gli altri 20 dal ricavato della vendita di biglietti e abbonamenti, “e ci faremo carico – ha detto l’assessore – di chiedere anche cose fuori contratto, come riavere la produzione (di treni, ndr) a Foligno, visto che attualmente dipendiamo dalle Marche, allo scopo di tornare autonomi e, in questo contesto, ottenere anche le fermate che attualmente mancano”.
Per quanto riguarda le altre problematiche emerse, quelle relative alle biglietterie ed al degrado delle stazioni senza più personale, Mascio ha prospettato l’ipotesi di farle gestire ai Comuni, aprendo un tavolo di trattativa fra Anci, Regione e Rfi, “affinché siano tenute in attività con forme innovative, visto che le uniche stazioni dove le biglietterie rimarranno aperte sono quelle di Perugia Fontivegge, Foligno, Terni e Orvieto”.
Per quanto riguarda la Ferrovia centrale umbra, l’amministratore Vannio Brozzi ha rimarcato il fatto che “lo scenario del trasporto pubblico su ferro è radicalmente cambiato, dal momento che Trenitalia può fare accordi con le Regioni senza più l’obbligo di istituire una gara, altrimenti con i nostri 4 euro a chilometro saremmo stati competitivi” ed ha aggiunto che i servizi saranno comunque garantiti grazie ai ricavi che l’azienda è in grado di ottenere lavorando fuori regione”.
La discussione è stata aggiornata alla riunione del 23 novembre prossimo della Seconda commissione, quando l’assessore avrà fornito ai consiglieri copia del nuovo contratto di servizio e sarà convocato anche il responsabile per l’Umbria di Rfi, al quale potranno essere chieste ulteriori delucidazioni su cosa si intende fare per alleviare i disagi dell’utenza. Manu Mich. – clickmobility.it