Isfort, rapporto congiunturale 2009 sulla mobilità

Roma. Frenata per i consumi di mobilità nel 2009: si intravedono i primi segnali di ripresa

Roma. Frenata per i consumi di mobilità nel 2009: si intravedono i primi segnali di ripresa

L’unico mezzo che non subisce contraccolpi, almeno in termini di utilizzo, è l’automobileUn dato di particolare interesse, e per molti versi sorprendente, riguarda la distribuzione degli spostamenti in relazione ai diversi mezzi di trasporto

Brusca frenata nel 2009 per i consumi di mobilità. La crisi economica deprime il settore ma si intrevedono i primi segnali di ripresa.
I dettagli si possono leggere nel rapporto congiunturale Isfort di fine anno sulla mobilità.

Nel 2008, anno di esplosione della crisi economica più grave e lunga dal dopoguerra, i consumi di mobilità hanno registrato una sostanziale tenuta, anzi alcuni indicatori hanno evidenziato un’ulteriore dinamica espansiva. Nel 2009, anno di profonda recessione in quasi tutte le aree del mondo, Italia compresa, i consumi di mobilità subiscono invece una decisa frenata, arretrando per la prima volta dopo tre anni di crescita continua – spiegano in Isfort -.

Considerando l’insieme dei passeggeri*km (distanze complessivamente percorse dalla popolazione), nonché il numero di spostamenti effettuati dagli italiani in un giorno feriale medio come indicatori chiave di mobilita, si registra nel 2009 una contrazione che in termini percentuali risulta pari, rispettivamente, a -8,2% e a -2,1%.
Gli andamenti della domanda risultano tuttavia molto diversi tra primo e secondo semestre del 2009 – fanno rilevare nel rapporto -, in particolare nel numero di viaggi effettuati.
Nella prima parte del 2009, infatti, gli spostamenti erano diminuiti del -9,3% rispetto allo stesso periodo del 2008, c’è stato quindi un recupero nella seconda metà dell’anno, una sorta di tentativo di “uscire dalla crisi”, che ha permesso di contenere il dato finale di segno negativo. Il 2009 presenta quindi le due facce di una stessa moneta, da un lato rende manifesta la crisi, dall’altro individua alcuni primi segnali di ripresa.

In diminuzione non sono solo il numero totale degli spostamenti ma anche quelli che in media effettua un intervistato (da 3,16 del 2008 a 3,07 del 2009), il tempo dedicato ai viaggi (da 65,9 minuti, livello più alto mai raggiunto da quando sono iniziate le rilevazioni “Audimob”, a 62,3 minuti) e le distanze coperte (da 38 chilometri a 34,6 km). Il solo valore in controtendenza, in crescita dello 0,4% (83,5% del totale nel 2009), riguarda la popolazione mobile, ovvero la percentuale del campione che nel giorno precedente all’intervista ha effettuato almeno uno spostamento di durata non inferiore a 5 minuti.

Un dato di particolare interesse, e per molti versi sorprendente, che emerge dal quadro della domanda di mobilità del 2009 – fanno rilevare i responsabili Isfort – riguarda la distribuzione degli spostamenti in relazione ai diversi mezzi di trasporto. In un contesto di crisi, che non ha risparmiato neanche i viaggi a piedi o in bici (-2,5% tra il 2008 ed il 2009), l’unico mezzo che non subisce contraccolpi, almeno in termini di utilizzo, è l’automobile.
Il numero di percorrenze effettuate in auto nel giorno medio feriale del 2009 è praticamente lo stesso di quello registrato nel giorno medio feriale del 2008. Ciò significa che la quota modale delle “quattro ruote” è aumentata infatti, tra i soli mezzi motorizzati la percentuale di spostamenti con l’auto raggiunge nel 2009 ben l’84,2% del totale (+2,2% rispetto al 2008).
Ma quali sono le motivazioni che hanno determinato questo risultato? Probabilmente un’insieme di concause, tra le quali la riduzione del prezzo medio del carburante registrato nel 2009 rispetto al 2008 è certamente la più importante. Inoltre, le politiche statali di aiuto al settore dell’auto oltre ad incentivare l’acquisto dei mezzi, verosimilmente ne hanno indotto anche un maggiore utilizzo. Infine, ma qui il dato è più strutturale, il trasporto pubblico mostra tutta la sua debolezza nella fidelizzazione dell’utenza, nel 2008 si era infatti registrato il livello massimo di utilizzazione dei mezzi collettivi dal 2000, anno di avvio delle rilevazioni “Audimob”, ma già nel 2009 a fronte delle spinte sopra ricordate a favore dell’automobile (diminuzione del prezzo della benzina, incentivi all’acquisto dei veicoli) il trasporto pubblico ha dovuto cedere le quote di mercato faticosamente conquistate.Non solo la mobilità collettiva perde quote di mercato, lo share modale scende al 10,5% nel 2009 (-1,8% rispetto al 2008), ma diminuiscono decisamente anche gli spostamenti in termini assoluti (-12,2%). Ciò nonostante, come per la mobilità in generale, anche per gli spostamenti con i mezzi pubblici la seconda parte dell’anno lascia intravedere qualche timido segnale di ripresa: nel primo semestre la diminuzione dei viaggi risultava pari a ben -18,7%. Le difficoltà del settore si manifestano anche considerando le propensioni all’utilizzo: diminuisce la quota di coloro che pensano di aumentarne l’uso (dal 41,8% del 2008 al 40,5% del 2009) e diminuisce, ma di poco, anche l’insieme degli intervistati che ipotizza di diminuirne l’uso (dal 5,2% al 5,1%), determinando un saldo che pur rimanendo positivo (+35,4%) appare in contrazione (-1,2%).
Eppure i dati sul livello di soddisfazione relativo ai vari mezzi di trasporto sembrano indicare per il 2009 una tenuta del gradimento del trasporto pubblico. Infatti, ad eccezione del treno locale, il cui punteggio medio di soddisfazione scende dal 6,54del 2008 al 5,94 del 2009 (all’interno di una scala che va da 1 a 10), si ha la seguente situazione: gli autobus +0,06 (nel 2009 raccolgono un voto pari a 6,15), la metro +0,09 (7,41), gli autobus extraurbani +0,1 (6,73), il treno a lunga percorrenza +0,59 (6,65), ossia la maggiore crescita tra tutte le tipologie di mezzo. In merito al livello di gradimento dei mezzi privati, infine, occorre segnalare come anche nel 2009 è la moto il veicolo a cui si associa il voto più alto, ovvero l’8,30, anche se rispetto al 2008 subisce subisce una leggeracontrazione (-0,1), al contrario dell’auto che riesce a far crescere il proprio già elevato consenso dal 7,87 al 7,94.Manu Mich. – clickmobility.it

Left Menu Icon