Il convegno nazionale di scena a Roma dal 26 al 28 maggio

Roma. Il tpl va a fondo: Asstra lancia il “mayday” e con il segnale d'aiuto titola il convegno nazionale

Roma. Il tpl va a fondo: Asstra lancia il “mayday” e con il segnale d'aiuto titola il convegno nazionale

Panettoni: “Abbiamo preso a prestito questo grido estremo per attirare l’attenzione degli italiani e, di chi li governa, sul settore del tpl, che rischia di andare a fondo in un mare di parole, indifferenza e improvvisazione. Fate conto che il segnale lo lanci una nave con 15mln di passeggeri a bordo,la quantità di persone che ogni giorno si spostano coi nostri mezzi in Italia”

Asstra lancia il “Mayday”. L'emergenza è grave e il soggetto a rischio di naufragio è il trasporto pubblico.

“Abbiamo preso a prestito dall’aereonautica e dalla marina questo grido estremo per attirare l’attenzione degli Italiani e di chi li governa non su un singolo aereo o nave, ma su un intero settore, quello dei trasporti pubblici urbani e locali, che rischia di andare a fondo in un mare di parole, indifferenza e improvvisazione – spiega Marcello Panettoni, presidente di Asstra, nel presentare le tematiche del convegno nazionale in programma dal 26 al 28 di maggio -. Fate conto che il segnale d’allarme lo lanci una nave con 15 milioni di passeggeri a bordo, perché questa è la quantità di persone che ogni giorno si spostano coi nostri mezzi in tutt’Italia”.

Una presa di posizione troppo drammatica? Panettoni lo esclude “Il dramma è un fatto, sta sotto gli occhi di tutti. Città degradate da traffico e inquinamento insopportabili, trasporti pubblici come storditi dalla congestione, messi lì a vuotare il mare con un cucchiaino, e magari, bucato. Eppure negli ultimi tempi, praticamente in tutti i consessi decisionali nazionali ed internazionali, si riconosce al trasporto pubblico locale un ruolo fondamentale nella lotta all’inquinamento, al cambiamento climatico, all’esclusione sociale. Tutti sembrano disposti ad indicarlo come la chiave di volta per l’organizzazione razionale e sostenibile della mobilità urbana.
Ma perché allora non c’è quasi traccia di queste belle dichiarazioni e manifesti di mobilità sostenibile nelle decisioni e nelle azioni conseguenti di chi decide a livello locale e nazionale? Almeno così è in casa nostra”.

Asstra sostiene di non aver mai avuto paura di mettersi in discussione – come impresa e associazione – di aver scritto fiumi di parole “Sono anni che puntiamo il dito sull’incredibile guazzabuglio di leggi che hanno incartato una promessa di riforma che dalla fine degli anni 90 avrebbe dovuto innescare una vera e propria rivoluzione svecchiando le “municipalizzate” in società per azioni e metterle su un mercato virtuoso e regolato – fa rilevare Panettoni -. Sono anni che denunciamo l’incoerenza di pretendere tutto questo senza nessuna politica industriale alle spalle e soprattutto senza risorse!
Il problema della certezza ed adeguatezza del finanziamento sta a monte di molti problemi, anche della difficoltà di emancipare i confronti per il contratto nazionale da quelle logiche da “settore assistito”che tanto pesano sui tentativi di normalizzare le relazioni industriali del settore, a cui speravamo di aver dato un taglio con la Finanziaria del 2008, quando alcune disposizioni avrebbero consentito, ma solo per qualche anno, l’adeguamento dei compensi alle aziende nei contratti di servizio al tasso di inflazione del settore. Ma non solo gli effetti di quella legge sono finiti, per cui dal 2010 il sistema di finanziamento del trasporto pubblico locale è lasciato completamente alla deriva, nel frattempo ci si è messa di mezzo la crisi globale e le difficoltà finanziarie delle Regioni che coi loro conti in sospeso con lo Stato hanno pensato bene di tagliare sul trasporto pubblico locale”.

A chiudere, e non solo idealmente, Asstra pone il sigillo di una riforma legislativa “zoppicante e monca di piano industriale, investimenti prossimi allo zero, ai quali si è aggiunta la beffa del contratto della mobilità”.

Di fronte ai “misteri italiani” ad Asstra è rimasto il fiato per lanciare col convegno nazionale del 2010 un “Mayday-maydaymayday” disperato per tutti i bus, le metro, tram, traghetti, treni pendolari, filovie, funivie italiani “prima che vengano travolti da una flotta di macchinine elettriche e treni ad altissima velocità!”.Manu Mich. – clickmobility.it

Left Menu Icon