Per quanto riguarda la “buona mobilità” la Regione punta alla crescita del 10% dei passeggeri del tpl, del trasporto ferroviario (+100%), alla promozione di veicoli elettrici e all’incremento (al 15%) della mobilità ciclabile. Il tutto in un’ottica di interconnessione modale e integrazione tariffaria
Circa 31 miliardi di euro, tra strade e ferrovie. A tanto ammonta il valore complessivo degli interventi previsti dal Prit98 (Piano regionale integrato dei trasporti dell’Emilia-Romagna). Un Prit ormai in fase di conclusione, che lascia il posto al nuovo Piano 2010-2020, caratterizzato da due linee guida fondamentali: realizzare le opere già programmate e “governare” la domanda. E’ quanto ha sottolineato Alfredo Peri, assessore regionale alla Mobilità e Trasporti, durante il convegno che si è svolto ieri a Bologna. Un’occasione per fare un bilancio su quanto è stato fatto finora con il “vecchio” Prit e annunciare gli obiettivi del prossimo Piano.
“Per il Prit 2010-2020 non dobbiamo inventare nulla di nuovo – ha ribadito Peri – . Sulle infrastrutture abbiamo ben presente cosa c’è ancora da fare: è nell’elenco delle priorità, nelle intese siglate. In Emilia-Romagna abbiamo lavori già completati e lavori in corso, che vanno rapidamente conclusi. Serve uno scatto di operatività. Uno scatto necessario, possibile se dL'altra parte ci sono un Governo, altre Regioni, a volte anche la Comunità europea, che condividono priorità che ci siamo dati insieme”.
Uno degli obiettivi del nuovo Prit sarà “individuare strumenti, supporti e risorse per realizzare ciò che abbiamo già pianificato, in tutti i settori. L’altro aspetto – ha aggiunto l’assessore – è governare la domanda, e non solo l’offerta che segue una dinamica. Governare la domanda significa essere pienamente consapevoli del fatto che gli spostamenti di persone e merci in questi ultimi anni sono cambiati radicalmente”.
Tra i nuovi obiettivi del Piano regionale integrato dei trasporti 2010-2020 c’è quindi il completamento e la riqualificazione dell’assetto infrastrutturale – tra le opere previste, la prima autostrada regionale, la Cispadana – .
Per quanto riguarda la “buona mobilità” si punterà sulla crescita del 10% dei passeggeri del trasporto pubblico locale, del trasporto ferroviario (+100%), sulla promozione di veicoli elettrici (e relative infrastrutture necessarie) e sul’incremento (al 15%) della mobilità ciclabile. Il tutto in un’ottica di interconnessione modale e integrazione tariffaria.
Il valore complessivo degli interventi previsti dal Prit98 è di circa 31 miliardi di euro: 16,1 miliardi per il settore stradale, 14,4 per il ferroviario. Gli interventi finora realizzati ammontano a circa 13,6 miliardi di euro, quelli in corso di realizzazione si aggirano sui 10,9 miliardi. Nel dettaglio, in base ai dati aggiornati a giugno 2009, nel settore stradale (autostrade, tangenziali, raccordi, Pedemontana, Trasversale di Pianura, rete di base nazionale e regionale) sono stati fatti interventi per oltre 2 miliardi di euro (attualmente si stanno realizzando opere per 9,3 miliardi; in programma interventi per altri 4,6 miliardi). Per le ferrovie, tra Alta velocità, linee Fs e linee regionali, sempre a giugno 2009 (sul totale previsto di 14,4 miliardi) risultano completati lavori per 11,4 miliardi (in corso opere per 1,6 miliardi, programmate altre per oltre 1,3 miliardi). Per completare il quadro programmatico del Prit98 è necessario reperire finanziamenti per 6 miliardi di euro.
Per il sistema idroviario padano veneto il costo aggiornato a giugno scorso è di 248 milioni di euro (opere realizzate finora per 27 milioni, in corso per 220 milioni); per il porto di Ravenna il costo ammonta a 287 milioni (interventi finora realizzati per 179 milioni, in corso opere per 60 milioni).
Nel periodo 1998-2010 sono stati fatti investimenti per 497 milioni di euro in mezzi di trasporto pubblico (di cui 200 per il rinnovo di autobus e filobus, altri 200 nel piano straordinario per le ferrovie); altri 300 milioni sono stati destinati alla mobilità sostenibile. Tra i punti critici rilevati e da risolvere, c’è l’aumento del traffico pesante di attraversamento, il trasporto pubblico (che mostra difficoltà a mantenere le proprie quote), la sicurezza stradale e – per quanto si siano registrati miglioramenti nella qualità delL'aria – l’impatto del traffico sull’ambiente, in particolare nelle città.Manu Mich. – clickmobility.it