Panettoni: “Constatiamo che almeno agli industriali italiani il nostro settore sta a cuore, anche perché per loro è evidente che se il trasporto pubblico rimane al palo, è tutta la filiera industriale per il rinnovo del parco mezzi a risentirne drammaticamente e non solo la mobilità urbana, insostenibile”
Accolto con interesse e condivisione da parte di Asstra il lungo appello al paese del presidente di Anfia per rilanciare la competitività del settore automotive.
Lo ha fatto presente Marcello Panettoni, presidente delL'associazione che riunisce le imprese del tpl italiano, ieri al termine delL'assemblea ANFIA.
"E' molto significativo che, in un momento di crisi economica globale e di sofferenza del mercato automobilistico, proprio in casa ANFIA si levi una voce a favore del trasporto pubblico locale. Constatiamo – prosegue Panettoni – che almeno agli industriali italiani il nostro settore sta a cuore, anche perché per loro è evidente che se il trasporto pubblico rimane al palo, è tutta la filiera industriale per il rinnovo del parco mezzi a risentirne drammaticamente e non solo la mobilità urbana, insostenibile"
"Avremmo voluto che dai diversi governi che si sono succeduti negli anni nel nostro paese arrivasse il riconoscimento tangibile che il nostro settore è un volano per lo sviluppo economico e sociale, conclude Panettoni, ma così non è stato. Basti pensare che negli ultimi anni c'è stato un crollo degli investimenti per svecchiare il parco mezzi, ridotti di 1/6 in soli 5 anni. E come se non bastasse, con la manovra di correzione dei conti pubblici, oltre alla batosta sulle entrate correnti per la gestione quotidiana dei trasporti locali, si profila un taglio diretto di risorse per la sostituzione degli autobus di 167 milioni di euro!".
L’assemblea di ANFIA ieri è stata l’occasione per raccogliere contributi da tutti gli attori della filiera – imprese, istituzioni, servizi e reti di vendita, gestori di infrastrutture, utilizzatori finali della mobilità – al fine di ridisegnare la mobilità del futuro mediante un piano a medio-lungo termine che affronti tutte le tematiche ad essa connesse.
"La filiera automotive è una filiera chiave per il Paese – ha sottolineato Eugenio Razelli, presidente dell’associazione – uno dei principali ‘datori di lavoro’ con circa 3.500 aziende e rappresenta, se consideriamo anche gli indiretti, oltre 1,2 milioni di addetti.
L’industria manifatturiera italiana è al quinto posto a livello mondiale in termini di PIL generato, e in termini di pro-capite è al secondo posto dopo la Germania. Nel nostro Paese 1 lavoratore su 20 appartiene al settore automotive".
Nei primi otto mesi del 2010 il mercato auto ha segnato una contrazione del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2009 e il calo della raccolta ordini sfiora il 24%. Il trend decrescente innescato ad aprile con l’esaurimento, a fine marzo, del portafoglio ordini accumulato negli ultimi mesi del 2009 per effetto degli incentivi, proseguirà fino a fine anno.
Da aprile ad oggi il mercato ha riportato per cinque mesi consecutivi flessioni a due cifre (agosto: -19,3%) e non si intravedono, per il momento, segnali di miglioramento della fiducia dei consumatori, unico elemento che farà risalire la domanda.
Il 2010 chiuderà con un calo significativo rispetto al 2009 e si dovrebbe attestare leggermente sopra 1,9 milioni di unità, molto sotto la media degli ultimi 10 anni (2,25 milioni di unità all’anno). A farne le spese sarà l’intera filiera automotive, ma anche il sistema della mobilità, essendosi interrotto quel circolo virtuoso, alimentato dal rinnovo del parco circolante in chiave ecologica, che, nel 2009, ha consentito un netto miglioramento delle performance ambientali e di sicurezza delle vetture. Nel 2009 le vetture ad alimentazione alternativa sono arrivate a triplicare la propria quota sul totale immatricolato, contribuendo a un notevole ribasso della media ponderata delle emissioni di CO2 del venduto (da 144,8 g/km nel 2008 a 136,6 g/km).
"L'industria automobilistica a livello mondiale sta affrontando due sfide chiave – ha dichiarato Razelli -. La prima è quella della sfida della mobilità sostenibile – che per noi vuol dire più pulita, più eco-compatibile, più sicura, più intelligente, più accessibile – per la quale sono richiesti grandi investimenti in tecnologia dei veicoli, combinati con investimenti in infrastrutture, intermodalità ed educazione dei conducenti.
La nostra filiera è impegnata a rendere i motori a combustione interna sempre più competitivi e a sviluppare carburanti alternativi (metano, GPL, elettrico – puro e ibrido – e idrogeno), per i quali è necessario il supporto di adeguate e capillari infrastrutture. L’impatto dei veicoli verdi deve essere valutato con il metodo Well to Wheel, che prende in considerazione le emissioni dalla produzione allo smaltimento del veicolo".Manu Mich. – clickmobility.it