L’Antitrust invia segnalazione a Governo e Parlamento in vista della prima legge annuale sulla concorrenza

Roma. Legge sulla concorrenza: Antitrust, prioritari interventi normativi su ferrovie, poste, autostrade e aeroporti

Roma. Legge sulla concorrenza: Antitrust, prioritari interventi normativi su ferrovie, poste, autostrade e aeroporti

“Occorrono riforme continue e progressive con un disegno complessivo. Partire dai settori più critici per modernizzare il Paese. Più poteri all’Antitrust per tutelare meglio la competizione e i consumatori”

Occorre rivedere in via prioritaria le norme che proteggono dalla concorrenza i servizi postali, ferroviari, autostradali e aeroportuali. Lo chiede l’Antitrust nella segnalazione inviata a Governo e Parlamento in vista della prima legge annuale sulla concorrenza. Per l’Autorità la legge annuale rappresenta uno strumento normativo di particolare efficacia per completare il processo di modernizzazione concorrenziale dell’economia nazionale. Le riforme, che dovranno essere continue nel tempo e progressive, dovranno partire dai settori più critici e svilupparsi verso quelli meno protetti in un disegno complessivo e graduale.
Poste, ferrovie, autostrade e aeroporti rappresentano, secondo l’Antitrust, i settori sui quali intervenire in via prioritaria per definire un assetto realmente competitivo della realtà economica del Paese. Sono comparti che vanno accompagnati dalla creazione di regolatori autorevoli e indipendenti, evitando però di istituire nuove Autorità.
Per le banche e le assicurazioni l’Autorità ribadisce l’esigenza di una legge di principi che riformi la governance. Essenziali le riforme anche nel settore dell’energia, a partire da un nuovo assetto della rete dei carburanti che va resa più efficiente e da una modifica delle modalità di accesso al mercato dello stoccaggio.
Nella segnalazione a Governo e Parlamento l’Autorità chiede maggiori poteri per poter tutelare meglio la concorrenza e i consumatori.

Nel settore dei trasporti ferroviari, che ci interessa più da vicino, "le difficoltà incontrate dal processo di liberalizzazione si traducono in condizioni di offerta scarsamente concorrenziali sia in termini di prezzo che di qualità del servizio – si legge nella nota resa pubblica dL'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato -.
In particolare hanno pesato la mancanza di una chiara distinzione tra settori aperti alla concorrenza e settori che svolgono il servizio pubblico, insieme alla prassi delle proroghe di concessioni di lunga durata nel trasporto regionale. Il risultato sono stati sussidi pubblici che avrebbero potuto essere inferiori, condizioni non competitive di offerta e in generale bassi standard qualitativi.
Per l’Autorità occorre dunque che la Legge annuale indichi chiaramente nuove linee di regolazione del settore: serve una precisa definizione dell’ambito di servizio universale, identificando direttrici e servizi meritevoli di contribuzione e distinguendo fra dimensione regionale e interregionale del servizio. Una soluzione del genere consentirebbe di individuare con trasparenza, pubblicità e verificabilità il perimetro del servizio in affidamento e la corretta quantificazione del relativo corrispettivo. La nuova regolazione di settore dovrà inoltre prevedere l’obbligo di procedere sempre tramite gara all’aggiudicazione della gestione dei servizi di trasporto nelle aree non profittevoli, ad iniziare da quelli regionali, per minimizzare il ricorso ai sussidi pubblici a parità di livelli tariffari e qualità dei servizi resi".

Anche i servizi autostradali e aeroportuali, gestiti da concessionari che operano in monopolio, sono insoddisfacenti. L’Antitrust ribadisce, per le Autostrade, la necessità di procedere a selezioni ad evidenza pubblica per l’individuazione del concessionario, e di limitare durata e ambito delle concessioni.

"Nel settore postale e dei trasporti, a garanzia del completamento dei processi di liberalizzazione e dell’effettivo raggiungimento di risultati concorrenziali, occorre l’istituzione di due regolatori caratterizzati da indipendenza ed elevata competenza tecnica – fa sapere L'Antitrust – L’applicazione dei generali principi di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa suggerisce di evitare la proliferazione di organismi di controllo: le nuove funzioni vanno attribuite ad Autorità già esistenti che possiedano le caratteristiche richieste. Le Autorità già operative potranno eventualmente istituire sezioni separate all’interno della propria struttura organizzativa, per supplire ai nuovi compiti di regolazione pro-concorrenziale".

"Nel settore energetico occorre mettere mano alla distribuzione dei carburanti, caratterizzata da un grado molto elevato di inefficienza. Anche se l’accesso all’attività è stato di recente liberalizzato, si devono eliminare i vincoli residui sui limiti di orari e la varietà merceologica dei servizi offerti, incentivando contemporaneamente lo sviluppo di una struttura distributiva più snella ed efficiente"

Anche per supportare una più omogenea applicazione a livello locale delle riforme di liberalizzazione nazionale, l’Antitrust chiede di potere sollevare, direttamente nell’ambito dei propri procedimenti di accertamento di illeciti o per il tramite del Consiglio dei Ministri, questioni di legittimità costituzionale in relazione a normative che violano il principio costituzionalmente protetto della libera concorrenza. L’Autorità dovrebbe inoltre potere impugnare davanti al giudice amministrativo gli atti della pubblica amministrazione di particolare rilevanza economica che violino norme comunitarie e nazionali a tutela della concorrenza, al fine di incentivare al massimo il ricorso a procedure di gara trasparenti e non discriminatorie negli atti pubblici in materia di concessioni o appalti.
Per la tutela del consumatore l’Autorità ritiene essenziale superare la frammentazione delle competenze amministrative concentrandole nell’Antitrust che dovrebbe anche potere inibire, in via amministrativa, le clausole vessatorie inserite nei contratti di massa e standardizzati.

"Per contrastare più efficacemente gli spot ingannevoli in tv va introdotta una norma che consenta all’impresa responsabile del messaggio, entro 7 giorni dall’avvio del procedimento da parte dell’Autorità, di proporre ed eseguire impegni in grado di rimuovere i profili di ingannevolezza. L’Autorità potrebbe così, in caso di impegni adeguati, chiudere l’istruttoria senza accertare l’illecito.
Infine vanno introdotte sanzioni per i casi in cui il proprietario del mezzo di diffusione impiegato per la diffusione del messaggio ingannevole rifiuti, senza giustificato motivo, di identificarne il committente o di fornire copia della comunicazione commerciale, o fornisca informazioni non corrispondenti al vero". Manu Mich. – clickmobility.it

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