La città della Mole capitale dell'auto anche in futuro?

Torino. Strategie e prospettive per lo sviluppo delL'auto elettrica

Torino. Strategie e prospettive per lo sviluppo delL'auto elettrica

l'auto elettrica è stata al centro di un interessante convegno durante il quale è stata presentata la ricerca sul sistema locale di fornitura nel nuovo scenario internazionale

"Torino capitale delL'auto anche in futuro?" è il titolo del convegno dedicato alle strategie e le prospettive per lo sviluppo delL'auto elettrica, che si è svolto i giorni scorsi presso la sede della Provincia.

Durante i lavori è stata presentata la ricerca sul sistema locale di fornitura nel nuovo scenario internazionale.
Sono intervenuti, oltre al presidente della Provincia Antonio Saitta, e agli assessori Carlo Chiama e Ida Vana, rappresentanti e tecnici di Provincia, Comune di Torino, Regione Piemonte e Politecnico di Torino.
Si è trattato delL'appuntamento finale dopo i seminari che hanno avuto luogo nei mesi di aprile e maggio di quest'anno.

Francesco Garibaldo ha curato un rapporto conclusivo  con alcune considerazioni che coinvolgono il ruolo degli Enti locali e le future politiche per la mobilità.
Nel merito, la ricerca ha realizzato quindici interviste in profondità a imprese che coprono una gamma di attività ampia: dalla produzione di strumenti ed attrezzature, quali stampi e macchine utensili (3 casi), alla produzione di componenti e particolari (4 casi), dalla progettazione e produzione di sistemi e moduli (4 casi), ai servizi di progettazione, calcolo e simulazioni, modelli e prototipi (3 casi, cui si deve aggiungere il centro ricerche di una grande impresa). Quasi la metà delle intervistate è di dimensione piccola (7 casi sotto i 50 addetti), 5 sono medie imprese (fino a 250 addetti) e solo tre sono grandi.
Al centro delL'attenzione, e ancora tutta da verificare, la capacità del sistema di avviare processi di parziale riconversione verso le motorizzazioni elettriche: attualmente esistono sul territorio alcune sperimentazioni interessanti, nonché capacità e conoscenze, sviluppate tuttavia più a livello accademico e di ricerca che di industria. "Un processo che non si potrà mettere in moto senza un sostegno deciso delle istituzioni" dice il prof. Garibaldo.

La situazione delL'industria automobilistica nel mondo L'inizio del 2010

Le prospettive della mobilità elettrica L'inizio del 2010

La prospettiva di veicoli integralmente elettrici va anche vista come la possibilità di un nuovo sviluppo di alcuni settori industriali, quale quello delle batterie. Quasi tutte le grandi case stanno per lanciare dei veicoli elettrici specificatamente pensati per un uso urbano. L'idea è quella di auto di volume ridotto, elettriche, con L'hardware necessario per la città, e con molta intelligenza per integrarsi con piattaforme di mobilità e sistemi di gestione integrata del traffico.

L'altra tendenza è prendere in considerazione modelli di business non più basati solo sulla proprietà privata individuale di un'auto ma valutando L'auto urbana come pezzo di un servizio di mobilità disponibile a tutti tramite forme di abbonamento o di acquisto di un titolo di viaggio. Una politica industriale per L'auto, in Europa, deve consistere nella ricaduta organizzata di un insieme di politiche coordinate (energetiche, urbane, tecnologiche) integrate in una prospettiva ecologica e orientate a garantire la mobilità efficace ed efficiente delle persone e delle cose.

Il ruolo pubblico è essenziale in una transizione delL'industria delL'auto che eviti una crisi sociale e industriale. Tale ruolo riguarda sia politiche d'infrastrutturazione sia di utilizzo del territorio sia politiche della domanda pubblica.
Le istituzioni locali possono determinare, anche attraverso accordi con i fornitori di energia elettrica, con le grandi reti di distribuzione dei carburanti e con i produttori di veicoli, un incentivo significativo a consentire una prima affermazione dei nuovi veicoli.
Un esempio tra tanti le specifiche delle licenze per i distributori che potrebbero, con investimenti modesti, diventare centri di distribuzione anche per le ibride e le elettriche, con punti di ricarica rapida.

L'utilizzo del territorio riguarda più livelli distinti: in primo luogo si può intervenire definendo le regole di accesso alle aree metropolitane, e le regole per la distribuzione delle merci, in secondo luogo lavorando per la costruzione di vere e proprie piattaforme di mobilità, cioè di costruzione di sistemi integrati di mobilità urbana. NelL'insieme di queste misure si può introdurre, con progressività, seguendo il ciclo di vita dei prodotti – per un'auto sono sette anni – il vincolo delL'emissione zero.
Nei limiti dei bilanci pubblici vi è inoltre la possibilità, seguendo il ciclo di vita del prodotto, di sostituire il parco pubblico con veicoli a emissione zero.Manu Mich. – clickmobility.it

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