Ieri in occasione del convegno 'Muoviamoci' presentato studio Isfort

Roma. Tpl: per la Fit Cisl la svolta nelle norme di aggregazione

Roma. Tpl: per la Fit Cisl la svolta nelle norme di aggregazione

Bonanni: “1.200 aziende, tante sono quelle che operano in Italia, sono davvero troppe. Sono quasi tutte piccole e non danno efficienza, certezze, economie di scala. l'aggregazione può essere l'occasione per migliorare il servizio e trovare risorse che oggi, mancando, bloccano sia lo sviluppo sia il contratto che aspetta da oltre 30 mesi”

Stimolare L'aggregazione delle troppe aziende che operano nel trasporto pubblico locale per liberare risorse e ritrovare efficienza. Questa la richiesta al governo che arriva dalla Fit-Cisl secondo la quale è questo il percorso per ridare slancio a un settore in forte crisi.

Parlando nel corso del convegno della Fit-Cisl 'Muoviamoci', il leader della Cisl, Raffaele Bonanni ha sottolineato come "1.200 aziende, tante sono quelle che operano in Italia, sono davvero troppe. Sono quasi tutte piccole e non danno efficienza, certezze, economie di scala.
Questa aggregazione – ha spiegato – può essere L'occasione per migliorare il servizio e trovare risorse che oggi, mancando, bloccano sia lo sviluppo sia il contratto che aspetta da oltre 30 mesi".

Bonanni ha poi evidenziato la situazione che vede "Regioni e Stato litigare tra di loro. Le Regioni fanno le furbe, abbiamo L'impressione che a loro questa storia vada bene per alimentare le proteste in modo che poi lo Stato tiri fuori i soldi".
Per il numero uno della Cisl, "la svolta va data obbligando le imprese a mettersi insieme attraverso sostegni fiscali forte, norme di appalto che costringano ad avere aziende più grandi e attraverso gare che garantiscano L'universalità del servizio".

Questo, secondo il ragionamento di Bonanni, potrebbe portare alla creazione "di aziende regionali e ultraregionali che possano avere una governance nuova per uscire dai confini angusti delle municipalizzate, una governance che veda negli organismi di controllo rappresentanti degli enti locali e dei lavoratori". Questo, ha aggiunto, "è quello che chiediamo perchè è davvero stucchevole che ogni 3-4 anni si sia sempre dentro lo stesso buco dal quale si esce solo se si mettono in discussione le attuali norme del trasporto pubblico locale. Al governo – ha concluso – chiediamo perciò norme di incentivazione fiscale e di costrizione a stare insieme. Alle Regioni chiediamo collaborazione e trasparenza sulL'utilizzo dei soldi destinati al tpl, come quelli delle accise, perché abbiamo il sospetto che a volte li utilizzino per altri fini".

Anche il segretario generale della Fit-Cisl Giovanni Luciano, si è detto d'accordo con Bonanni.
"Noi – ha detto nel suo intervento – siamo tra quelli convinti che circa 1.200 aziende sul territorio nazionale non siano funzionali ad un sistema che, invece, ha bisogno di grandi aggregazioni. Sicuramente questo processo deve essere promosso almeno per le aziende a capitale pubblico" attraverso molteplici modalità come "incentivi fiscali o contributi, altro tipo di incentivazioni economiche, barriere di ingresso quali contratti di servizio per bacini unici regionali, alti livelli di certificazione".

La Fit-Cisl, ha aggiunto, chiede inoltre che si produca "una norma di legge che obblighi le Regioni alla destinazione delle risorse che la fiscalità riserva al trasporto pubblico locale verso il sistema delle aziende" e la "creazione di uno strumento a livello di settore (tipo Fondo per le politiche attive del lavoro presente in Fs) o di un Ente nazionale bilaterale che gestisca la formazione per la riqualificazione del personale e che possa produrre sostegno al reddito del personale eccedentario a seguito delle ristrutturazioni".

Lo studio delL'Isfort presentato in occasione del convegno evidenzia come le aziende del trasporto pubblico locale in Italia nel 2008 erano 1.189, il 3,2% in più rispetto al 1995. Il numero degli addetti è calato del 7,7% a 85.459 mentre il numero di passeggeri trasportati è salito del 10,5%. Del totale delle aziende, ben il 62,2% occupa fino a 10 addetti e solo L'11,4% ha oltre 100 addetti. Molto diverso il quadro in Francia (tre aziende) e Gran Bretagna (4 aziende).Manu Mich. – clickmobility.it

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