Roma. Sistemi di trasporto su sede fissa: Italia al di sotto degli standard europei

Roma. Sistemi di trasporto su sede fissa: Italia al di sotto degli standard europei

Nel quinquennio dal 2005 al 2010 per le tranvie i posti offerti sono cresciuti del 7% e i passeggeri serviti del 10%,per le metropolitane i posti offerti sono aumentati del

Nel quinquennio dal 2005 al 2010 per le tranvie i posti offerti sono cresciuti del 7% e i passeggeri serviti del 10%,per le metropolitane i posti offerti sono aumentati del 16% e i passeggeri serviti del 20% e’ quanto emerge  dal rapporto Isfort presentato nel corso del convegno “FINANZIARE LA REALIZZAZIONE DEI SISTEMI URBANI DI TRASPORTO” organizzato a Roma da Federmobilità, L'associazione che raggruppa i maggiori assessorati ai Trasporti delle Regioni e degli Enti Locali in collaborazione con l’ ISFORT.

Se si sommano le lunghezze delle linee di metropolitana, delle tranvie e delle ferrovie suburbane anche le tre aree metropolitane italiane meglio dotate (Milano, Torino e Roma) si trovano in fondo alla classifica: Roma 350 km, Torino 400 km, Milano 600 km. Tutte quindi molto lontane dai quasi 4.000 km di Berlino, i 2.000 km di Francoforte, gli oltre 1.500 di Vienna e Parigi, gli oltre mille di Londra e appena al di sopra dei 200 km di Amsterdam, che è una città d’acqua molto più che di terra.

Incide sulla situazione italiana la scarsità dei finanziamenti statali, quelli della legge 211/92 sono ormai fermi a 8,8 miliardi e quelli della Legge Obbiettivo, dopo aver raggiunto il livello di quasi 26 miliardi di investimenti programmati, hanno subito a causa della crisi un processo di selezione delle opere più urgenti per soli 9 miliardi, di cui meno della metà già disponibili.
Un altro fattore estremamente negativo è anche la lentezza della realizzazione delle opere finanziate: di quelle previste dalla legge dell’ormai lontano 1992 ne sono ad oggi entrate in funzione meno del 20%, è ciò è causato anche dalle norme del settore troppo complicate e farraginose.

“E’ ora di fare una scelta strategica nazionale a favore dello sviluppo dei sistemi di trasporto urbano, orientando in questo senso i finanziamenti infrastrutturali e anche le politiche più generali riguardanti la fiscalità del settore dei trasporti e del settore edilizio e degli insediamenti – ha detto il presidente di Federmobilità Alfredo Peri -.  Debbono far parte di questa strategia da un lato lo sviluppo di politiche industriali del settore e una rinnovata attenzione al lancio, da lungo atteso, dei Piani Urbani della Mobilità – ha proseguito Peri – I decreti attuativi del nuovo impianto fiscale di tipo “federalista”, se ben predisposti e concordati, possono contribuire a migliorare la situazione da diversi punti di vista”.

L’impegno della legge sul federalismo fiscale di pervenire a “perequazioni territoriali” negli investimenti deve tenere conto dell’emergenza che caratterizza la maggior parte delle aree urbane. Non si chiede di raggiungere le migliori realtà europee, ma almeno di non continuare ad arretrare nelle graduatorie”.

Al convegno, oltre agli esperti di numerose città e imprese italiane ed europee, sono intervenuti il consigliere della Corte dei Conti Aldo Carosi, il direttore generale tpl del Ministero Infrastrutture e Trasporti Virginio Di Giambattista, il presidente di ASSTRA Marcello Panettoni, il Coordinatore ANCI e sindaco di Perugia Vladimiro Boccali.

Ha concluso il convegno il presidente della Commissione Trasporti della Camera Mario Valducci, che ha richiamato soprattutto i temi del ricorso anche al mercato per l’erogazione dei servizi pubblici, dell’efficientamento della loro produzione e della necessità di concentrazione dei soggetti operatori.

La situazione italiana
Le città italiane sono in grave ritardo rispetto ai centri urbani europei dove, come ha sottolineato Carlo Carminucci di Isfort, il trasporto pubblico locale vale dal 50% al 60%, con punte del 64% a Helsinki e del 67,4% a Barcellona. La quota si abbassa terribilmente per Roma (28,2%) e Torino (37,1%), mentre va un po’ meglio a Milano (47%) e Napoli (42,9%). Nelle nostre città, anche i trasporti su ferro (tram, metro, ferrovie suburbane) sono poco sviluppati. Un dato su tutti: a Vienna, i viaggiatori su questi mezzi sono l’84,7%, mentre a Roma scendono al 28,3%.
Negli ultimi anni, a Torino, Milano, Napoli e Bari si è investito nei trasporti su rotaia; le città di medie dimensioni hanno dimostrato un certo dinamismo (si pensi alla Tramvia di Firenze). Ma la strada da fare, ha sottolineato Carminucci, è ancora molta.Le criticità…
Diversi fattori pesano sul ritardo italiano: “l’assenza di una visione complessiva del sistema urbano dei trasporti, i tempi lunghi per realizzare un’opera, i finanziamenti erogati dopo anni, quando ormai hanno perso parte del loro valore – ha spiegato Annita Serio -”.
“I diversi livelli di finanziamento non giovano alla buona riuscita dei progetti in tempi utili – sottolinea Aldo Carosi, consigliere della Corte dei Conti -”. C’è poi il fatto, continua Carosi, che “ci sono riserve per iniziative integrate, ma i vari ministeri raramente dialogano. Finisce così che se i finanziamenti sono virtuali, lo sono anche i progetti”.Esperienze italiane…
A Napoli e poi in Campania, negli ultimi dieci anni, è stato costruito un sistema integrato dei trasporti.
“Sono stati investiti 8 miliardi di euro, la Regione è al primo posto in Italia per gli investimenti nella rete ferroviaria. Nel 2012, con l’estensione della linea metropolitana fino a piazza Garibaldi a Napoli, la quota del trasporto su ferro arriverà nel capoluogo al 50% del Tpl” – ha spiegato Antonietta Sannino di Metronapoli -”.A Bologna partiranno tra poco i lavori per un treno veloce che collegherà la stazione centrale con l’aeroporto. Il progetto, ha detto Giorgio Boldreghini di Tecnopolis, società consulente del Comune, sarà ultimato nel 2013, per un costo totale di 90 milioni di euro. A Milano si sta intervenendo sulle diverse linee della metropolitana, con prolungamenti e realizzazioni ex novo. La città, ha spiegato Andrea Bruschi di Metropolitana milanese Spa, “è già tra le prime dieci città europee per chilometri di rete metropolitana e dopo questi interventi diventerà più competitiva”.

Anche Roma è interessata da un grande progetto di potenziamento della rete ferroviaria. La riqualificazione della stazione Tiburtina, destinata a ospitare l’alta velocità, sarà realizzata con un mix di finanziamenti pubblici (55 milioni) e privati (110 milioni). Questi ultimi, ha spiegato Carlo De Vito di Fs Sistemi urbani “saranno reperiti vendendo le aree edificabili vicine alla stazione, che fanno da cerniera tra il grande snodo ferroviario e i quartieri residenziali già esistenti”.

Esperienze di città europee…
Sono molte le città europee che hanno realizzato progetti innovativi e a basso impatto, unendo finanziamenti pubblici e privati. Esempio di creatività e flessibilità nel trasporto pubblico cittadino è il tram su gomma realizzato a Eidhoven, città olandese di 200.000 abitanti. Ruud Bouwman di Apts, l’azienda a partecipazione pubblica (il 30% appartiene al governo locale) che ha realizzato il tram, ha raccontato com’è nato il progetto: “Volevamo un tram che fosse più comodo di quelli esistenti, e che consentisse una grande flessibilità: questo si può smontare come dei mattoncini Lego”.

Negli anni Novanta sono partiti i contatti con Pescara a Rimini, ma per far vedere il tram su gomma anche in Italia bisognerà ancora aspettare. Le tramvie di Reims e Dijon, in Francia, sono altri due esempi di opere realizzate con il concorso plurimo, pubblico e privato, al finanziamento. “In certi Paesi – ha sottolineato l’ingegnere francese Didier Traube – sono in corso processi che porteranno nuovi attori finanziari ad investire in infrastrutture. In futuro, gli sponsor industriali delle opere urbane si affideranno sempre più a fondi di investimento specifici”.Manu Mich. – clickmobility.it

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