Balotta: “Il monopolista regionale non è la risposta alle esigenze dei pendolari” Di Simine: “La Lombardia deve darsi altri obiettivi, coerenti con le politiche di lotta all'inquinamento, alla congestione stradale e alle emissioni di CO2”
Nel decennio trascorso le risorse pubbliche trasferite al trasporto ferroviario sono cresciute più che proporzionalmente rispetto all’offerta. I 233 milioni di euro spesi nel 2001 da Stato e Regione diventati 376 nel 2010 con un aumento del 61%. In pratica, è come se su ogni cittadino lombardo pesassero 40 euro di “tassa ferroviaria”, come risorse prelevate dal gettito fiscale – sottolineano i responsabili di Legambiente Lombardia -. Nello stesso periodo le società ferroviarie si sono unificate in un unico monopolio a diretto controllo regionale, producendo un aumento di offerta di servizi molto minore delle entrate derivanti da contributi pubblici e da tariffe, a loro volta aumentate del 51%: 30 punti più dell'inflazione registrata. “Sono esplosi i costi per effetto di una gestione sempre più monopolista dei due vettori ferroviari (FS e FNM) trasformati in unica concentrazione societaria con TRENORD – afferma Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia – ma il servizio continua a non compiere quel salto di qualità diventato un'esigenza sempre più impellente: il ritardo ferroviario è la vera emergenza su cui la Lombardia dovrebbe concentrare i suoi sforzi, per migliorare l'infrastruttura e ridurre le inefficienze e gli sprechi avvicinandoci agli standard delle regioni europee simili a noi per densità di popolazione e produzione industriale”. I dati – come sottolinea Legambiente – rendono inaccettabile la decisione di aumentare il costo dei biglietti: le tariffe lombarde sono elevate rispetto alla qualità del servizio offerto, anche nel confronto, a parità di reddito pro-capite, con il resto d'Europa. La copertura dei costi con le tariffe è bassa, ma non perchè sono basse le tariffe, – rimarca Legambiente – bensì perché sono elevati i costi di produzione dei servizi ferroviari. “L'aumento tariffario tanto caro a Cattaneo finirà con l'allontanare utenti dal servizio pubblico e produrre un beneficio finanziario minore delle attese – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – ma soprattutto, se non si mette mano alle prestazioni, non farà che alimentare le inefficienze del sistema. La Lombardia deve darsi altri obiettivi, coerenti con le politiche di lotta all'inquinamento, alla congestione stradale e alle emissioni di CO2: il miglioramento del servizio deve passare da un aumento di efficienza entro un obiettivo di raddoppio degli utenti del trasporto collettivo, spostando flussi di mobilità dalla strada alla ferrovia”.