L’indicatore di riferimento della domanda scende da 130,8 (base 100 al 2001) del primo semestre 2010 a 111,4 del  primo semestre 2011

Roma. È crisi vera anche per la domanda di mobilità

Roma. È crisi vera anche per la domanda di mobilità

L’Osservatorio “Audimob” di Isfort delinea il quadro della crisi: gli indicatori evidenziavano già un primo ma significativo rallentamento nei consumi di mobilità nella seconda parte del 2010, seguito da segnali che nei primi mesi del 2011 hanno assunto caratteri e dimensioni tali  da lasciare pochi dubbi

La crisi economica colpisce anche la mobilità.
Da diverso tempo la crisi economica fa sentire i propri effetti sulla vita  quotidiana degli italiani: diminuisce l’occupazione, le borse perdono terreno, i servizi pubblici tendono a ridimensionarsi, diminuiscono i redditi reali, e così via.

La crisi tuttavia non sembrava aver colpito più di tanto i consumi di mobilità. Tra il 2008 e il primo semestre del 2010 gli italiani hanno in parte modificato i loro comportamenti utilizzando un po’ meno l’auto e un po’ di più le modalità alternative – il mezzo pubblico in primo luogo – ma la domanda di mobilità si è mantenuta nel periodo vicina ai livelli pre-crisi.  

Negli ultimi mesi invece non è stato  più così. Già nella seconda parte del  2010, diversi indicatori monitorati dall’Osservatorio “Audimob” di Isfort evidenziavano un primo ma significativo rallentamento nei consumi di mobilità, segnali che nei primi mesi del 2011 hanno assunto caratteri e dimensioni tali  da lasciare pochi dubbi: è crisi vera anche per la domanda di mobilità.

L’indicatore di riferimento della domanda, ovvero il numero di passeggeri*km nel giorno medio feriale, ritorna infatti sui livelli del 2005 e nell’ultimo anno in particolare scende da 130,8 (base 100 al 2001) del primo semestre 2010 a 111,4 del  primo semestre 2011. Nello stesso  periodo il numero di spostamenti diminuisce  del  15,1%  e  il  relativo  numero  indice  scende  da  101,8  a  86,4,  il  valore  più  basso  da  quando  sono  state
avviate le rilevazioni “Audimob” (anno 2000).

Dinamiche in decisa discesa anche per gli altri “fondamentali” della domanda. Il tasso di mobilità – percentuale di persone (14 e 80 anni) che ha effettuato  almeno uno spostamento in un giorno feriale medio – nel primo semestre 2011 arretra fino all’80,9%, valore più basso dal 2000 ad oggi. Uguale sorte per il numero medio di spostamenti procapite  (2,7  viaggi  nel  primo  semestre  2011,  0,3  in  meno  rispetto allo stesso periodo del 2010 e valore più basso
dall’avvio delle rilevazioni), per il tempo medio dedicato agli spostamenti nell’arco di una intera giornata (56,9 minuti, ben 6 in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 e quasi 10 in meno con riferimento al 2008), nonché per il numero medio di chilometri percorsi da chi si sposta (29,7 km, 4,7 in meno nel confronto con il 2010).

La brusca frenata dei consumi di mobilità, associata al perdurante aumento del costo dei carburanti, sta determinando una modifica delle abitudini degli italiani nell’utilizzo dei mezzi di trasporto. Infatti, i viaggi con le auto sono diminuiti nel primo semestre del 2011, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 15,6% e quelli con le moto del 17,6%; in termini assoluti non si erano mai registrati valori così bassi. Significativo anche il calo degli spostamenti a piedi e in bici (-18,5%), mentre molto più  contenuto è l’arretramento degli spostamenti, e quindi dei passeggeri trasportati, con i mezzi pubblici (-4,7%). Ciò significa che in termini di quote modali continua il recupero della mobilità collettiva. Considerando i soli spostamenti con un mezzo di  trasporto motorizzato – che valgono il 79,3% del totale – le diverse modalità di trasporto pubblico (treno, autobus, pullman, metropolitana, ecc.) conquistano nella prima parte del 2011 una fetta pari al 14,5% del totale del mercato (+1,5% rispetto ai primi sei mesi del 2010 ed è la quota più alta da quando sono iniziate le rilevazioni “Audimob”)

Quanto alle motivazioni di mobilità, va sottolineato l’incremento di peso dei viaggi per studio che segnando una crescita dell’1,3% (6,6% nel 2011) compensano, tra le motivazioni “sistematiche”, la  contrazione della quota dei spostamenti per lavoro (-0,4% e 29,5% nel 2011). In crescita anche la quota di viaggi per la gestione familiare (+2,1% e 35,2%), mentre registra una decisa diminuzione la fetta di spostamenti per godere del tempo libero: dal 31,7% al
28,6%. La riduzione generale dei consumi si riflette evidentemente sulla riduzione delle attività legate al tempo libero.

Infine  la  soddisfazione  per  i  vari  mezzi  di  trasporto.  Gli intervistati che nel primo  semestre del 2011 sono stati chiamati ad esprimere un giudizio sul proprio livello di soddisfazione, hanno in media dato voti sempre superiori alla sufficienza e quasi sempre migliori a quelli registrati nello stesso periodo del 2010. Nello specifico è in crescita il gradimento per la bici (+0,08 e 8,36 con riferimento ai primi sei mesi del 2011), la moto (+0,06 e 8,40), l’auto (+0,28 e 8,26), l’autobus urbano/tram (+0,15 e 6,26), la metro (+0,13  e 7,65), i treni locali (+0,12 e 6,15), nonché i treni a media e lunga percorrenza (+0,04 e 6,74). Unico mezzo che subisce un arretramento è l’autobus extraurbano (-0,21 e 6,64).

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