Il primo Campionato della Ciclabilità Urbana di Legambiente, Fiab, Cittainbici. La sfida, originale e semplice nello stesso tempo, si è svolta monitorando la mattina di un normale giorno lavorativo tutti i veicoli – auto, moto, scooter, camion, bus, taxi, pedoni…
L'Italia che pedala regala al primo Campionato della Ciclabilità Urbana di Legambiente, Fiab, Cittainbici, un avvio partecipato.
L'iniziativa ha puntato i riflettori su quella che gli organizzatori considerano la modalità di spostamento nelle città del futuro ottenendo un buon successo.
Torino, Ferrara e Udine si sono aggiudicate la maglietta rosa, all’Emilia Romagna é andato il gran premio a squadre, a Bolzano, Padova e Trento la classifica a punti.
Cicloingorghi in 11 delle 27 città che hanno partecipato alla sfida: alcune strade di Ferrara, Padova e Parma attraversate da dieci bici al minuto, su due ruote almeno un terzo degli spostamenti urbani di Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza.
Ci sono poi i record: a Ferrara e Udine il 40% del traffico è a pedali. Ci sono le ottime performance generali: in 11 centri urbani almeno 3 abitanti su 10 hanno scelto le due ruote per andare a scuola o al lavoro.
Ma ci sono anche le sorprese in posti che non t’aspetti – come Torino, Milano e Firenze – tra il 13 e il 19% degli spostamenti cittadini è stato effettuato con veicoli a trazione muscolare. E c’è poi il positivo dato generale perché quasi tutti i 27 centri urbani in gara per il Giretto d’Italia 2011 hanno dimostrato di essere una serie A della ciclabilità, un’avanguardia che può essere da stimolo per tutti quei Comuni italiani (la maggioranza purtroppo) dove l’uso della bici come mezzo di trasporto è marginale o inesistente.
Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del 1° Campionato nazionale della Ciclabilità Urbana che si è disputato la settimana scorsa. La sfida, originale e semplice nello stesso tempo, si è svolta monitorando la mattina di un normale giorno lavorativo tutti i veicoli – auto, moto, scooter, camion, bus, taxi, pedoni… – che hanno varcato i check point allestiti per l’occasione in vari punti del territorio comunale. Il conteggio ha permesso di assegnare il ruolo di leader delle tre diverse categorie (città grandi, medie e piccole) al centro urbano con la percentuale più alta di utilizzo della bicicletta sul totale degli spostamenti.
Prima ancora di andare a esaminare le singole graduatorie è, però, interessante il quadro d’insieme: nelle 27 città della sfida sono passati attraverso i check point circa 45mila ciclisti urbani e in un gruppone di 11 Comuni si sono visti ingorghi insoliti rispetto a quelli motorizzati, rumorosi e puzzolenti a cui siamo abituati: in occasione del Giretto, infatti, aveva i pedali almeno il 30% dei veicoli in circolazione a Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza, mentre in alcune vie di Ferrara, Padova e Parma c’era un traffico di oltre 10 bici al minuto. Performance davvero straordinarie se si considera che in Italia i km urbani coperti in bici sono in media appena il 4% del totale.
La maglietta rosa del girone delle città piccole se l’è aggiudicata Udine con il 39,8% degli spostamenti in bicicletta che ha superato in volata Senigallia (34,8%), Schio (33,7%), Carpi (33,1%), Pordenone (31,9%), Lodi (26,5%) e Grosseto (21,6%). Il girone delle città medie è andato allo sprint a Ferrara che ha sopravanzato Trento di un niente (38,2% e 36,7% i rispettivi risultati). Ma in questa categoria ci sono state tutte ottime performance: Parma ha ottenuto il 35,6%, Vicenza il 31,3%, Ravenna il 31%, Reggio Emilia il 30,9%, Modena il 28,8%, Padova il 25%, Bolzano il 24,8%. Tra le grandi c’è Torino davanti a tutti (19%), seguita a un soffio da Milano (18,7%) e poi da Verona (16,9%) e Firenze (13,6%).
Nella classifica a punti trionfano invece Bolzano, Padova e Trento. In questo caso il Giretto d’Italia ha premiato quei centri urbani con la quota di mobilità sostenibile più alta, confrontando le cifre dell’insieme di pedoni, utenti di bus e ciclisti con la somma dei mezzi a motore in circolazione. Nei varchi di Bolzano, Padova e Trento i transiti di auto e scooter sono arrivati appena al 10% del totale, mentre il restante 90% s’è spostato a emissioni zero o quasi.
Le percentuali delle grandi città, va detto, si prestano a interpretazioni diverse. Nella terraferma di Venezia i numeri sono stati addirittura straordinari (oltre il 75%), ma il dato non è paragonabile con le altre città perché i flussi ciclistici a Mestre sono nettamente separati dalle strade in cui c’è il traffico automobilistico, per cui abbiamo preferito lasciare Venezia fuori classifica. Sono per certi versi inaspettati i valori di Torino, Milano e Firenze che durante il Giretto d’Italia hanno visto coperta dalle bici fino a un quinto della mobilità complessiva. E tutto sommato, per motivi diversi, non sono malvagie nemmeno le prestazioni di Bari, Roma e Genova. Il capoluogo pugliese (5.4%) conferma di essere uno dei pochi grandi centri urbani del Mezzogiorno che sta investendo su una mobilità più sostenibile; il 5% della Capitale dimostra che finalmente anche a Roma c’è un discreto numero di frequent biker che ha rinunciato ai mezzi a motore e che per crescere ancora ha bisogno di più spazio e più sicurezza. Mentre il 2,7% di Genova (città piena di salite… ma conseguentemente anche di discese) va elogiato perché il Comune ligure s’è messo in gioco col Giretto e forse potrà approfittare dell’occasione per capire che – anche coi saliscendi – un maggior investimento politico e strategico su ciclabilità e intermodalità potrebbe far salire le due ruote in circolazione. Per contro da noi sono le città medio-piccole ad attrarre il maggior numero di ciclisti urbani, mentre in Europa sono proprio le metropoli (Berlino, Amsterdam, Copenaghen…) l’asse portante di un modo di muoversi più sano, più sicuro, più pulito.
“La vera maglia rosa – hanno sottolineato Legambiente, Fiab e Cittainbici – l’hanno vinta in realtà quei 45mila ciclisti che in occasione del Giretto d’Italia hanno spiegato a tutti che la bici è un mezzo di trasporto oltre che di sport e di svago. Mentre all’insieme delle nostre città va detto chiaramente che i risultati straordinari del Giretto d’Italia potrebbero essere la norma se gli amministratori locali assegnassero gerarchie diverse alle diverse componenti della mobilità, lasciando all’auto un ruolo marginale (riducendo il suo uso solo ai casi in cui è effettivamente insostituibile) e dando strada alle biciclette, ai pedoni, al trasporto pubblico e a tante altre soluzioni (bike sharing, car sharing, car pooling) in grado di far risparmiare tempo, soldi, salute, spazio, inquinamento, stress”.
Giretto d’Italia 2011
Classifica finale
(Percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti)Manu Mich. – clickmobility.it