Nessun esubero: nonostante i tagli Ataf ha stabilizzato i precari

Firenze. Ataf, privatizzazione in due tempi, avvio prima della gara

Firenze. Ataf, privatizzazione in due tempi, avvio prima della gara

Bonaccorsi: "Il valore reale di Ataf è strettamente legato all'esito della gara: non è difficile capire che se Ataf vincesse la gara varrebbe molto di più che se la perdesse. E' come vendere un bar con la licenza o un bar senza la licenza: cosa vale di più?"

"Il processo di privatizzazione di Ataf inizierà prima della gara regionale. Le dichiarazioni di quanti sostengono che la vendita delle quote di capitale dell'azienda avverrà dopo la gara regionale sono prive di fondamento. E denotano totale ignoranza dei meccanismi di piazzamento delle aziende sul mercato, oppure chi le rilascia sa già che Ataf vincerà la prossima gara, ma poi deve spiegare perchè ne è così sicuro".

Il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, interviene per fare chiarezza in seguito alle tante dichiarazioni apparse sulla stampa i giorni scorsi in merito al futuro di Ataf e alla sua privatizzazione.

"Il valore reale di Ataf – prosegue Bonaccorsi – è strettamente legato all'esito della gara: non è difficile capire che se Ataf vincesse la gara varrebbe molto di più che se la perdesse. E' come vendere un bar con la licenza o un bar senza la licenza: cosa vale di più?".

Inoltre, a proposito dei 480 posti 'a rischio' citati a più riprese dai sindacati: non esistono, spiegano in azienda.

"In nessuna parte del documento dell'advisor e in nessuna delle elaborazioni successive viene mai considerato un solo esubero a seguito della privatizzazione – fa notare il presidente -.
E in tema di salvaguardia dei posti di lavoro, ricordiamo che nonostante l'azienda da sette mesi percorra tre milioni di chilometri in meno (con conseguente decremento dei corrispettivi incassati) nessuno ha perso il posto".

Anzi, 47 lavoratori precari hanno avuto la conversione del contratto a tempo indeterminato.
"Evidentemente – commenta il presidente di Ataf – c'è chi combatte la precarietà a parole e chi con i fatti. Se i sindacati volessero dare un contributo concreto per contrastare eventuali posti di lavoro a rischio, potrebbero per esempio accettare la riduzione delle ore di permesso sindacale e consentire così all'azienda il recupero di importanti risorse economiche".

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