Ferrovie Sud Est, la più grande ferrovia regionale d’Italia

Bari. Ferrovie: la giunta regionale chiude contenzioso con FSE

Bari. Ferrovie: la giunta regionale chiude contenzioso con FSE

Minervini: “La soluzione del contenzioso e l’attuazione del piano di risanamento segnano uno storico punto di svolta nella delicata vicenda delle Ferrovie Sud Est. Creano finalmente le condizioni per il suo risanamento e, quindi, per il suo rilancio”

Ferrovie Sud Est, Minervini: "Rinuncia al contenzioso e rilancio"

“Comincia l’anno zero per le Ferrovie del Sud est. Con la rinuncia al contenzioso viene contestualmente varato un importante piano industriale di risanamento che consenta di raggiungere il riequilibrio gestionale e il risanamento finanziario della società”.

L’assessore alle infrastrutture strategiche e mobilità Guglielmo Minervini commenta così l’approvazione della delibera di giunta che autorizza la Regione a sottoscrivere l’intesa transattiva per il ritiro del contenzioso con le Ferrovie del sud est, società di proprietà del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che impiega in Puglia circa 1.200 lavoratori e offre servizi di trasporto pubblico locale ferroviari, lungo una rete di circa 500 km, e automobilistici dal sud-est barese al basso Salento.

La più grande ferrovia regionale d’Italia, un pilastro portante del sistema dei trasporti pubblici pugliesi. Una ferrovia, sul cui ammodernamento la regione Puglia, sta operando importanti investimenti infrastrutturali per potenziare e ammodernare la rete. Nell’ambito dei fondi strutturali sono, infatti, stati stanziati circa 400 milioni di euro".

“Le Fse – spiega Minervini – si sono impegnate a rinunciare al giudizio pendente davanti al Consiglio di Stato con il quale avevano chiesto che la Regione riconoscesse loro un credito vantato di circa 130 milioni di euro a titolo di recupero dell’inflazione sugli importi previsti dal contratto di servizio fra gli anni precedenti sino a tutto il 2008, per arrivare a un componimento transattivo”.

Il contenzioso ha avuto origine nel 2009. La Regione determinò in favore delle imprese di trasporto pubblico locale l’importo di compensazione secondo gli indici previsti dalla legge. Le disposizioni governative prevedono, infatti, che il corrispettivo dei contratti di servizio, con i quali è regolata l’erogazione del trasporto pubblico, venga aggiornato ogni anno agli indici di inflazione. Le Fse, dichiarando insufficiente l’ammontare del corrispettivo riconosciuto, proposero ricorso dinnanzi al TAR di Bari che, a giugno del 2011, ha respinto integralmente le pretese della società, decisa poi a portare il contenzioso in Consiglio di Stato dove è attualmente in attesa di giudizio. Le Fse hanno sempre iscritto in questi anni i crediti vantati dalla Regione nel loro bilancio. Così si è generato uno squilibrio gestionale-finanziario che si è andato accentuando nel corso degli anni, fino a raggiungere proporzioni preoccupanti.

“È stata manifestata da entrambi la volontà di addivenire a una transazione – aggiunge Minervini – per eliminare l’alea del giudizio pendente considerando che, da un lato, la conferma della sentenza del TAR arrecherebbe un gravissimo danno alla società mettendone a rischio i programmi di esercizio e quindi la funzione di trasporto pubblico in favore di migliaia di pendolari, dall'altro un eventuale annullamento creerebbe un notevole squilibrio a carico del bilancio regionale".

Con la transazione, che non comporta implicazioni di natura finanziaria aggiuntive, la Regione per consentire alla società di realizzare il pareggio di bilancio si è dichiarata disponibile a modificare il contratto di servizio in essere per la parte riguardante i servizi aggiuntivi e solo il 3% di quelli minimi, come peraltro previsto dal contratto, secondo un progetto di riorganizzazione contenuto nel piano industriale che prevede il taglio di corse a scarsa utilizzazione. Si tratta di una razionalizzazione delle corse che avrà scarsissimo o addirittura nessun impatto sull’utenza.

Il piano industriale, inoltre, consente ad Fse risparmi nel periodo 2013-2021 per un ammontare complessivo di 130 milioni di euro pari proprio all’importo del presunto credito. Tali risparmi si realizzeranno per 65 milioni attraverso una serie di incisi tagli ed efficientamenti che riguardano minori costi di leasing, blocco turn over, internalizzazione dei contratti esterni e una razionalizzazione nella gestione operativa della società. Il piano meritoriamente non prevede alcuna misura traumatica sui livelli occupazionali. La restante parte Fse dichiara di apprestarla dai proventi derivanti dalla gestione della sola rete ferroviaria dal 2018 al 2021 che la stessa Regione si dichiara disponibile a rinnovare in concessione alla società, compatibilmente con il quadro normativo vigente. L’obiettivo che l’attuazione del piano di risanamento, attraverso la sottoscrizione della transazione, consente di raggiungere è duplice. Da un lato il perseguimento dell’equilibrio gestionale dell’azienda tra i suoi costi e gli effettivi corrispettivi erogati per il servizio. Dall’altro il recupero del deficit economico-finanziario pregresso che stava esponendo l’azienda a gravi rischi di tenuta.

“La soluzione del contenzioso – conclude Minervini – e l’attuazione del piano di risanamento segnano uno storico punto di svolta nella delicata vicenda delle Ferrovie Sud Est. Creano finalmente le condizioni per il suo risanamento e, quindi, per il suo rilancio. Non solo. Nell’ambito del contestuale negoziato in corso col Ministero delle Infrastrutture, per risolvere ogni altra criticità aziendale, ora si potranno verificare tutte le condizioni per un concreto trasferimento della società alla Regione Puglia. La prospettiva sulla quale senza indugio continuiamo a operare è guadagnare alla Puglia una società sana, solida, qualificata che sia in grado di misurarsi da protagonista con le sfide del mercato, aperte dalla ultime misure sulla liberalizzazione dei servizi, nella prospettiva strategica di un sistema unico integrato dei trasporti in Puglia. La punta di diamante, insomma, di un pregevole sistema regionale che vuole continuare a crescere accogliendo la crescente domanda di mobilità pubblica dei cittadini, misurandosi con le sfide del cambiamento”.

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