Il PCSS si prefigge di raggiungere, al 2020, un tasso di mortalità non superiore a 3,8 morti ogni 100 mila abitanti, in linea con i livelli di sicurezza che contraddistinguono i Paesi più virtuosi d’Europa: Svezia, Regno Unito e Olanda. Perseguendo tale obiettivo, Roma Capitale contribuirà al raggiungimento del target nazionale e di quello europeo
Il 14 dicembre 2011, con delibera G.C. n. 397, è stato approvato il Piano Comunale della Sicurezza Stradale (PCSS) di Roma Capitale, uno strumento di programmazione, indirizzo e coordinamento per supportare l’attività dell’amministrazione, attraverso l’individuazione delle principali componenti di incidentalità e la determinazione delle azioni prioritarie per migliorare i livelli di sicurezza stradale.
Con il convegno che si è svolto ieri all’Ara Pacis, organizzato dall’assessorato alle Politiche della Mobilità, dal Dipartimento alla Mobilità e dall’Agenzia servizi per la mobilità, "si é inteso fare il punto su quanto è stato già realizzato e quanto, in tema di sicurezza stradale, ancora c’è da fare – spiegano i responsabili dell'organizzazione -".
Previsto dal Programma Triennale della Sicurezza Stradale (Delibera n.130 del 25 giugno 2008) come una delle principali attività, il PCSS è stato elaborato da un gruppo di lavoro interdipartimentale in capo al Dipartimento Mobilità e Trasporti (UO Programmazione, Sviluppo e Controllo del Traffico e della Viabilità) di Roma Capitale.
Rispetto alla dimensione e alla complessità del sistema della mobilità romano e in ragione delle principali condizioni e componenti di rischio, il PCSS individua una serie di azioni e interventi nell’ambito di una strategia di breve, medio e lungo periodo fino al 2020, in coincidenza con la scadenza del recente Programma d’Azione europeo.
Sono oltre 7 milioni gli spostamenti che ogni giorno si compiono sulle strade della Capitale, con un uso prevalente del mezzo privato. Il parco veicoli, con circa 2,8 milioni di unità, determina un tasso di motorizzazione pari a 1.022 veicoli ogni 1.000 abitanti, che risulta tra i più elevati a confronto con le altre grandi città italiane ed europee. Un peso notevole assume il segmento dei ciclomotori, che incide per circa 300 mila unità.
Le previsioni del PRG individuano per i prossimi anni ulteriori flussi di traffico in entrata e in uscita dalla città, con circa 200 mila persone che entro il 2020 andranno a risiedere al di fuori del Grande Raccordo Anulare.
In tale scenario si inseriscono i numeri critici dell’incidentalità stradale. L’Istat, per il 2010, registra 18.496 incidenti, 182 morti e 24.467 feriti, per un costo sociale che supera i 2 miliardi di Euro. Il tasso di mortalità, pari a 6,6 morti ogni 100 mila abitanti, è circa 3 volte quello registrato nelle città di Londra, Parigi e Barcellona.
A fronte di tali condizioni, assumendo gli obiettivi fissati dall’Unione europea e, a livello nazionale, dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, il PCSS di Roma Capitale si prefigge di raggiungere, al 2020, un tasso di mortalità non superiore a 3,8 morti ogni 100 mila abitanti, in linea con i livelli di sicurezza che attualmente contraddistinguono i Paesi più virtuosi d’Europa: Svezia, Regno Unito e Olanda. Perseguendo tale obiettivo, Roma Capitale contribuirà al raggiungimento sia del target nazionale che di quello europeo.
Le azioni proposte riguardano principalmente i pedoni, le due ruote a motore, bambini e anziani, la velocità eccessiva, l’incidentalità nelle ore notturne e, più in generale, il mancato rispetto delle regole.
Per tali componenti il PCSS individua azioni “trasversali” (che agiscono in maniera diffusa e sistematica sul territorio) e azioni “specifiche” (per tratte stradali e intersezioni a massimo rischio o per particolari componenti di incidentalità), e fissa gli obiettivi quantitativi da raggiungere e gli indicatori da utilizzare per valutare i livelli di efficacia delle misure.
Il PCSS è composto da quattro documenti: la “Relazione generale”, il “Rapporto Annuale sull’Incidentalità”, il documento sulle “Azioni Prioritarie per la riduzione dell’incidentalità”, il “Repertorio degli Interventi”, una sorta di manuale per i tecnici e gli operatori della sicurezza stradale che riporta le indicazioni sulle soluzioni da adottare sistematicamente per risolvere i diversi tipi di criticità. I documenti del Piano saranno sistematicamente aggiornati attraverso un monitoraggio continuo degli effetti degli interventi via via realizzati.
L’acquisizione di dati aggiornati e disaggregati forniti dalla Polizia Locale di Roma Capitale ha consentito, già nella prima annualità, di comprendere nel dettaglio gli elementi critici e di indirizzare le azioni in maniera puntuale ed efficace. Un ruolo centrale, dunque, assumono gli Uffici della Polizia Locale di Roma Capitale sia per l’elaborazione e i successivi aggiornamenti del PCSS, sia nelle fasi di scelta delle azioni e valutazione dell’efficacia degli interventi. Un ruolo rilevante spetta inoltre a tutti gli Organismi di controllo, istituzionali, di ricerca, e agli altri soggetti, come le Associazioni, che possono contribuire in maniera significativa a rafforzare il quadro delle conoscenze e dell’efficacia dei conseguenti interventi.
Tra le azioni promosse dal Piano è la costituzione di un “Centro di Competenza sulla Sicurezza Stradale”, una struttura tecnica per la raccolta, l’elaborazione e la gestione dei dati di incidentalità stradale che opererà a supporto delle attività di programmazione e progettazione dell’Amministrazione e a servizio dei vari operatori del settore.
Il PCSS prevede inoltre la costituzione della “Consulta Cittadina sulla Sicurezza Stradale”, una sede organizzata e permanente di confronto e concertazione aperta ai diversi settori dell’amministrazione, agli altri Enti pubblici, alle strutture e alle associazioni di categoria che operano nel settore della sicurezza stradale sul territorio comunale.