Tra gli altri interventi auspicati dal Garante della concorrenza nel settore, quello di "semplificare il quadro normativo e la modalità di gestione del servizio pubblico di trasporto ferroviario regionale"
L'Autorità di regolazione dei trasporti va "resa immediatamente operativa". E' quanto chiede l'Antitrust nella segnalazione inviata a Governo e Parlamento sullo stato di attuazione delle liberalizzazioni.
"La principale novità che ha interessato il settore dei trasporti – si legge nella segnalazione – é stata l'istituzione dell'Autorità di regolazione dei trasporti che va però resa immediatamente operativa: la sua attività rappresenta infatti il primo, imprescindibile passaggio per addivenire ad una piena apertura del settore del trasporto ferroviario alla concorrenza".
Tra gli altri interventi auspicati dal Garante della concorrenza nel settore, quello di "semplificare il quadro normativo e la modalità di gestione del servizio pubblico di trasporto ferroviario regionale".
Questo "chiarendo che l'ente locale può scegliere tra svolgimento del servizio in regime di libera iniziativa economica, l'affidamento in esclusiva con gara e l'affidamento ad una società mista il cui socio privato é scelto con gara".
Una scelta che "va preceduta da una richiesta obbligatoria di parere all'Antitrust".
Il processo di liberalizzazione dei mercati ha mostrato, durante il Governo Monti, rapide accelerazioni ma molto resta ancora da fare, scrive l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a firma del presidente Giovanni Pitruzzella, che fotografa lo stato dell’arte dei singoli mercati: le riforme fatte, le norme ancora da attuare, le ulteriori modifiche necessarie.
Nella segnalazione, richiesta dal Governo per predisporre anticipatamente la legge annuale per la concorrenza, l’Antitrust ribadisce che l’apertura dei mercati e l’introduzione dei meccanismi concorrenziali sono ingredienti imprescindibili per stimolare, in prospettiva, la crescita e migliorare il benessere dei consumatori. Devono tuttavia essere accompagnati da istituzioni efficienti e veloci, che diano certezza dei tempi a chi vuole investire nel nostro Paese: ripensamento dell’attuale assetto del federalismo per uscire dal gioco dei veti incrociati, pubblica amministrazione orientata al servizio delle imprese e dei cittadini, riforma della giustizia sulla scia di quanto efficacemente avviato negli ultimi mesi dal dicastero competente, devono accompagnare il processo in corso.
In attesa che venga ridisegnata l’architettura istituzionale del Paese, bisogna rafforzare da subito i poteri sostitutivi dello Stato e delle Regioni per evitare l’inerzia degli Enti locali. In caso di mancato intervento delle Regioni sui Comuni sarà lo Stato a dovere assumere le determinazioni necessarie.
Per l’Autorità, dai trasporti alle infrastrutture energetiche, dai servizi postali alle assicurazioni, dai servizi pubblici locali a quelli professionali fino alla sanità, ci sono ancora spazi per ulteriori aperture dei mercati e per misure proconcorrenziali.
Alcuni principi sono trasversali. Laddove i servizi vengono svolti in concessione, la durata delle concessioni stesse va ridotta, commisurandola ai tempi di rientro dell’investimento: una volta scadute vanno riaffidate con procedure di gara trasparenti e competitive. Le tariffe devono essere orientate al recupero di efficienza, piuttosto che all’inflazione, in base a meccanismi di price-cap.
Nei trasporti va resa operativa, senza indugi, l’Autorità di settore. Occorre coniugare l’esigenza dell’equilibrio economico del gestore del servizio pubblico con l’ingresso di altri operatori, istituendo una royalty a carico di questi ultimi: verrebbe così garantito l’ingresso dei concorrenti nei settori più profittevoli senza ricadute negative sui conti del gestore pubblico. Tale contributo andrebbe versato all’ente che sussidia l’attività di servizio universale.
L’Antitrust ricorda a Governo e Parlamento che da questi processi potranno derivare, nel breve tempo, chiusure delle imprese meno efficienti e riduzioni occupazionali: per questo occorrono politiche in grado di mantenere la coesione sociale e sostenere i soggetti più deboli.