Alla base dell'aumento dei livelli di smog malgrado la riduzione delle emissioni delle macchine è dovuta alla convenienza del trasporto privato rispetto ad altri mezzi
Malgrado la maggiore attenzione da parte delle case automobilistiche e leggi che hanno portato al diffondersi di mezzi sempre più "ecologici" dai primi anni '90 ad oggi, la partita contro lo smog nell'Unione europea è ancora tutta da giocare. A rilanciare l'allarme smog è l'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea), che nell'ultimo rapporto mette sotto accusa il 'sistema trasporti' dell'Unione dei 27: "il traffico continua ad essere un pericolo per sistema cardiovascolare, polmoni, fegato, milza e sangue, senza contare la situazione critica anche sul fronte dell'inquinamento acustico, che vede tre su cinque abitanti nelle maggiori citta' europee esposti a livelli di rumore dannosi. In piu' il settore trasporti produce un quarto dei gas serra dell'Ue e non si intravedono grandi riduzioni in vista."
Negli ultimi decenni si e' registrato un generale calo degli inquinanti nell'aria, ma secondo l'Aea, nel 44% delle stazioni di rilevamento (dati 2010) delle strade trafficate d'Europa il diossido di azoto (NO2) e' ancora oltre i limiti legali, cosi' come avviene nel 33% delle stesse centraline per le polveri sottili (Pm10), nocive per la salute. Gli standard 'Euro' per i veicoli quindi non hanno funzionato nel diminuire le quantita' di diossido di azoto, anche se l'auto media venduta nel 2011 e' stata del 3,3% piu' efficiente di quella dell'anno precedente.
L'Aea punta il dito sulla crescita del trasporto merci e sulla scarsita' di mezzi 'alternativi' (4% nel 2010) in circolazione nell'Ue rispetto a quelli alimentati con combustibili tradizionali. Basti pensare che i veicoli elettrici sono appena lo 0,03% del totale. In alcuni casi, secondo il rapporto Aea, lo stesso andamento dei prezzi delle auto ha influenzato le scelte dei cittadini Ue a danno dell'ambiente e della loro stessa salute. Acquistare un'automobile e' relativamente piu' a buon mercato in termini reali rispetto agli anni '80 e '90, mentre i viaggi in treno e su trasporti via mare o fluviali sono diventati piu' costosi. E la tendenza a livello Ue e' quella di un calo degli utenti dei treni: in dodici Paesi Ue la quantita' di gente che viaggia in treno e' scesa del 28% rispetto al decennio precedente, a vantaggio del trasporto su gomma.
Intanto la CO2 prodotta dal settore trasporti non si riduce ad un ritmo adeguato: per centrare i target Ue, fra 2010 e 2050 occorre un taglio del 68% delle emissioni, mentre fra 2009 e 2010 la diminuzione e' stata di appena lo 0,4%.