Le aziende siciliane di trasporto pubblico locale

Anav scrive alla Sicilia per uscire dalla crisi

Anav scrive alla Sicilia per uscire dalla crisi

L'Anav propone alla Regione una via d'uscita dalla crisi. L'Anav propone alla Regione Sicilia di prorogare la concessione di 2 anni in cambio della rinuncia ai crediti

Nel quadro del difficile contenzioso tra la Regione e le associazioni delle aziende di trasporto pubblico locale, queste ultime per uscire dal tunnel propongono la proroga del contratto di concessione di due anni ed in cambio rinunciano ai crediti che vantano dalla Regione. Circa 50 milioni di euro.   Come è noto, il contratto di concessione scade nel 2015, quindi si tratterebbe di prorogarlo fino al 2017. In alternativa chiedono che la Regione saldi il conto.   E richiamano anche il parere dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato in loro favore, che in buona sostanza mette in guardia l'assessorato regionale dalla possibile soccombenza in giudizio con catastrofiche conseguenze sul bilancio della Regione ove si pervenisse ad una pronuncia di illegittimità costituzionale della legge regionale sulla materia varata nel 2012 che andrebbe oltre i limiti legislativi imposti dalla Carta a tutte le regioni, ivi comprese quelle a statuto speciale.   Le associazioni del trasporto pubblico locale sotengono che in vista delle gare per la concessione, si debba reclamare la par condicio, nel senso che solo avendo riscosso i loro crediti sono in grado di partecipare alle gare in condizioni di parità di altre altre aziende di oltre Stretto. Per questo sono disposte a rinunciare ai cospicui crediti in cambio della proroga di due anni del contratto di concessione.   Rilevano: «È evidente che l'amministrazione regionale, sulla cui buona fede non si può dubitare, non ha considerato che tale stato di cose (mancato pagamento ai creditori, ndr) altera gli equilibri tra i futuri partecipanti alle gare per l'assegnazione dei servizi, limitando uno dei principi fondamentali che è quello di consentire la massima partecipazione alle gare pubbliche garantendo nel contempo la par condicio».   Ed aggiungono che con la mancanza di regole certe si rischia l'humus di avventurieri che fanno impresa senza capitali di investimento e fanno profitti con l'acquisizione di contributi pubblici e contratti di lavoro al ribasso in danno dei lavoratori, della mobilità e con prospettive di licenziamento collettivo.   Per questo motivo, pur criticandoli, chiedono l'intervento anche delle organizzazioni sindacali.

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