Prevede 430 esuberi tra autisti (200 unitò) e impiegati (230 persone) il piano industriale presentato oggi da Amt, l'azienda di trasporto pubblico locale genovese partecipata al 100 per cento dal Comune

Amt, 430 esuberi o fallimento

Amt, 430 esuberi o fallimento

Il piano industriale consentirebbe un recupero di risorse per 6 milioni di euro. Se non dovesse essere rispettato, Amt sarebbe destinata alla liquidazione. L'azienda ha proposto l'applicazione dei contratti di solidarieta': una riduzione del costo del lavoro cosentirebbe di evitare i 200 esuberi riguardanti gli autisti.

Genova – Presentato ieri il Piano industriale e di Riequilibrio Economico 2013/2014 di Amt Genova, contenente le misure necessarie "per il salvataggio dell’azienda e per scongiurare l’ipotesi di messa in liquidazione della stessa, nonché un programma di miglioramento delle attività industriali di medio periodo".   Nel suo comunicato stampa, Amt sottolinea come "All’annoso problema della progressiva riduzione delle risorse destinate al settore del TPL, accentuatosi  negli ultimi  due anni per effetto della spending review in atto da parte del Governo, si aggiunge il venir meno del finanziamento della Cassa Integrazione in Deroga comunicata dalla Regione Liguria.   Viene pertanto confermata  la necessità di adottare misure correttive aggiuntive rispetto agli effetti prodotti dall’accordo sindacale del 10 settembre 2012, per un valore pari a circa 6 milioni sul costo del lavoro, oltre ad altri interventi di riduzione dei costi di gestione e di adeguamento delle tariffe. Allo stesso tempo si prevedono 13,3 milioni per Amt a valere sul bilancio 2013 del  Comune di Genova."   Il piano prevede 430 esuberi, di cui 200 tra autisti, oppure l'applicazione dei contratti di solidarietà. Questo lo scenario presentato da Amt ai sindacati in un piano definito "lacrime e sangue".   "Il piano di riequilibrio per il 2013 e 2014 è fondamentalmente incentrato su misure in grado di contenere da subito il costo del lavoro – prosegue il comunicato Amt – con interventi sugli istituti economici di secondo livello, sull’organizzazione del lavoro del personale viaggiante e mediante la riduzione del personale in soprannumero (430 unità totali), mediante il ricorso a procedure di mobilità o, in alternativa, se possibile, ai Contratti di Solidarietà."   Quindi se i sindacati non firmeranno per i contratti di solidarietà, assieme a un accordo per l’aumento della produttività degli autisti pari a 15 minuti a turno, si prospettano gli esuberi: 430 in tutto, compresi, per la prima volta nella storia dell’azienda, anche 200 autisti.    «Resta inteso – recita il piano di “riequilibrio” economico 2013-2014 di Amt – che in caso di impossibilità di accordo l’azienda si troverebbe costretta a procedere unilateralmente a una disdetta della contrattazione aziendale di secondo livello».   Leva , quest’ultima, che vale fino al 25-30% dello stipendio dei dipendenti.    «Il 4 aprile – spiega l’amministratore unico di Amt, Livio Ravera – abbiamo ricevuto comunicazione dalla Regione del venire meno della cassa integrazione in deroga. Questa circostanza, a fronte di un patrimonio risicato, ci impone di agire con urgenza».   Venuti meno i risparmi che derivano dagli oltre 500 dipendenti in “cassa”, Amt ha una sola prospettiva, sempre che la rotta non sia corretta con decisione.   «Non possiamo più nasconderci: andiamo verso la messa in liquidazione della società. Chiediamo a tutti – dice Ravera – di tenere conto del contesto e fare uno sforzo prima che la nostra azienda si consumi da sola».    Intanto questa mattina a Palazzo Tursi è previsto un incontro tra il sindaco Marco Doria e i sindacati.   Il programma di miglioramento indica anche iniziative di medio termine incentrate sulla lotta all’evasione tariffaria, sull’evoluzione della rete di trasporto, sul  recupero di efficacia delle attività di manutenzione e sugli investimenti necessari a mantenere in condizioni minimamente accettabili il parco mezzi e gli ambienti di lavoro, con la precisazione che "per un miglioramento effettivo sarebbero necessarie risorse ben più consistenti oggi non disponibili".

Left Menu Icon