Trasporto pubblico al collasso nemmeno i fondi Fas basteranno

Tpl piemontese al collasso

Tpl piemontese al collasso

A giugno dovranno essere tagliati il 50 per cento degli autobus e il 34 dei treni. L'allarme dall'aula di Palazzo Lascaris arriva dall'opposizione, ma stavolta si associa anche l'assessore ai Trasporti Barbara Bonino

Torino –  “Siamo al fianco delle aziende con l’obiettivo di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini piemontesi – cosi l’assessore regionale ai trasporti Barbara Bonino a margine dell’incontro con la delegazione di ANAV – Abbiamo inaugurato con il neo assessore al Bilancio Gilberto Picchetto Fratin una stagione del confronto.   Il taglio complessivo che il Governo ha operato sulle nostre casse in meno di due anni è di circa 1 miliardo di euro. Stante la situazione finanziaria, nel 2013 purtroppo ci sarà un taglio aggiuntivo, in quanto non siamo più in grado di sostenere il livello di spesa degli anni precedenti.   In questa fase sarà fondamentale confrontarsi per capire come sostenere le aziende nel processo in atto, magari favorendone l’aggregazione ed in tale contesto il sistema ha ancora margini di efficientamento."   Già entro questa settimana saranno avviati tre tavoli operativi: il primo sui flussi di cassa; il secondo su come articolare il piano di rientro dei 340 milioni di euro da presentare al MEF in modo da consentire lo sblocco immediato dei 150 milioni di fondi FAS; il terzo sulla gestione dei servizi da erogare nel prossimo triennio 2013/16 secondo i criteri già illustrati duranti i precedenti incontri."   I conti della Regione, al momento, prevedono un taglio di 120 milioni per i trasporti, autobus e ferroviari, che possono contare solo sui 485 milioni del fondo nazionale (risorse che lo Stato ha raccolto, anche attingendo alle accise regionali, trasferito poi alle Regioni e vincolato al Tpl). La cifra però è insufficiente, ce ne vorrebbero 605.   A nulla servirebbe, se mai ci sarà, l'ok allo sblocco dei 300 milioni di fondi Fas che sono già destinati al pagamento di una parte dei debiti del passato.   Il taglio poi andrebbe fatto sull'anno ma si concretizzerà solo a giugno, e quindi avrà impatto doppio, con quelle percentuali da capogiro.    "Non potremo più garantire la mobilità per i pendolari – ha attaccato ieri il consigliere del Pd Davide Gariglio – le imprese del settore falliranno e ci sarà una valanga di licenziamenti". Ipotesi contro cui già si scaglia la Cgil.   Anche Bonino è pessimista e non intravede soluzioni. "Questi tagli non si possono fare, perché crollerebbe tutto l'impianto" ammette.    Da dove si potrebbe partire? Le prime linee ferroviarie a cadere sotto la scure sarebbero quei rami secchi risparmiati lo scorso anno: la Novara-Varallo e la Casale-Vercelli.   Ma non sarebbe sufficiente.   In pole position per sparire ci sono la Biella-Milano, la Cuneo-Ventimiglia (poco frequentata per i tempi di percorrenza e i problemi all'infrastruttura in Francia) e le fermate liguri dei treni per il mare. Ma anche così il risparmio sarebbe minimo.   "A rischio c'è anche il sistema ferroviario metropolitano, nonostante gli utenti siano cresciuti tra il 10 e il 20 per cento" spiega Bonino e i treni che adesso passano ogni mezz'ora potrebbero diventare uno ogni ora o ogni due.   Qualcos'altro si può raccimolare togliendo treni ad agosto e dicembre, quando le scuole sono chiuse, e il sabato, che potrebbe essere equiparato alla domenica quando in media circolano 700 treni invece di 960.   "Nulla è al sicuro in questa situazione" profetizza Bonino. Nemmeno linee super frequentate come la Torino-Milano.    Insomma si prospetta un taglio radicale, che nemmeno un aumento delle tariffe potrebbe scongiurare.   L'opposizione, che su questo tema ha offerto una sponda all'assessore nella battaglia tutta interna alla giunta, chiede di destinare almeno una parte dei 109 milioni del fondo nazionale perequativo ai trasporti, come è stato fatto altrove,ma in Piemonte serve per altre spese.   Se questo non accadrà, o si taglia o si ridiscutono i contratti, con relative controverse legali. La Regione ha invitato le Province a farlo e lei stessa ha avviato una trattativa con Trenitalia: "Hanno troppo margine di guadagno sui contratti – ha detto Bonino – gli abbiamo chiesto di ridurli. Bisognerà trattare perché loro non sono d'accordo".

Left Menu Icon