Il 12 aprile si è tenuto a Berlino l’incontro Future Talks, organizzato dal gruppo Daimler

“Future talks”, ecco la relazione uomo-mobilità nel 2040

“Future talks”, ecco la relazione uomo-mobilità nel 2040

Ecologiae dedica un lungo e dettagliato articolo (di cui riportiamo alcuni stralci) alle previsioni sulla mobilità del 2040

Come saranno le città del futuro? Come sarà l’integrazione tra città intelligenti – ed energeticamente autonome – e auto elettriche? Come e quanto l’uomo avrà ancora bisogno dell’auto per spostarsi e come sarà il rapporto uomo-macchina?   A tutte queste domande il gruppo Daimler cerca di dare una risposta delineando uno scenario futuro sostenibile e condivisibile assieme a chi, come Ecologiae, si occupa di ecologia e informazione ambientale.   Qual è la visione sul rapporto uomo-città-mobilità secondo chi di professione si occupa di auto e quali sono le obiezioni ed i dubbi che la stampa europea di settore ha sollevato durante la tavola rotonda in merito alle visioni di un futuro che vede la relazione uomo-macchina-città sempre più integrata e comunitaria.   Non possiamo realmente immaginare il futuro senza analizzare bene il passato.   E’ a partire da questa affermazione che il gruppo Daimler ha accompagnato i presenti attraverso un viaggio nel passato che immaginava il futuro, guidati da Alexander Mankowsky, futurologo del gruppo di Ricerca su tecnologie e Società del gruppo Daimler.   In quante immagini del passato era visibile il futuro? Attraverso un excursus da Le Corbusier a Futurama, da Frank Lloyd Wright agli orti urbani, da Jeamn Bérau alle immagini della pubblicità tra le due guerre, Mankowsky analizza come in passato immaginavano il futuro che è, in parte, la nostra contemporaneità.   Dalle immagini al punto di vista filantropico, dalla filosofia alla comunicazione, Future Talks ha offerto una panoramica a 360° sul rapporto società e mobilità, affidando un intervento a Martina Mara, ricercatrice del gruppo Ars Electronica Futurelab, responsabile dell’integrazione uomo-macchina.   (…)   Giving back to the City, un approccio filantropico all’integrazione auto – città      La percezione dell’auto, sebbene funzionale alla mobilità, acquista delle accezioni negative per l’uomo quando rapportata alla quotidianità della città: difficoltà nel trovare parcheggio, traffico, stress.   Giving back to the city, l’approccio filantropico presentato, si pone come obiettivo lo sviluppo di aspetti funzionali per la comunità, che annullino i lati negativi del possedere un’auto e li trasformino in benefici per il singolo e la comunità.   Le auto diventeranno sempre più intelligenti e integrate con la vita della comunità. L’auto del futuro sarà autonoma, non avrà bisogno dell’uomo al volante che potrà sfruttare il tempo nell’auto per compiere azioni diverse e, parcheggiata, servirà come schermo per segnalare notizie ed informazioni, avrà dei sensori che segnaleranno la presenza di un bambino, potrà servire come fonte di illuminazione pubblica nelle ore notturne, sarà in comunicazione con le altre auto, garantendo un maggior livello di sicurezza rispetto al controllo umano.   L’essere umano ha da sempre manifestato due tendenze principali apparentemente opposte, un bisogno di possesso ed uno di condivisione. Secondo Tobias Wallisser, fondatore di LAVA:   Lo spazio privato è uno spazio lussuoso e implica un bisogno di sicurezza e protezione. Allo stesso tempo esprimiamo il bisogno di stare insieme e condividerà con la comunità. Questo è paradossale, ma umano.   L’auto del futuro servirà questo scopo: da un lato sarà privata, apparterrà ai singoli, dall’altro sarà pubblica perché in condivisione nel momento in cui il singolo non ne ha bisogno. L’auto del futuro accompagnerà il suo possessore al lavoro e nelle 8 ore in cui oggi è parcheggiate potrà servire da taxi ad altri cittadini o da ufficio mobile a due colleghi del possessore che devono spostarsi verso un altro luogo.   Mobile Revolution, la città che cambia   Le città del futuro non saranno più divise in aree funzionali, pensate per le diverse attività che l’uomo compie nella giornata- lavoro, residenza, shopping, relax – ma le funzioni saranno integrate in un luogo mobile che potrà essere l’auto.   Le città del futuro saranno costruite ad anelli concentrici con velocità diverse e la mobilità integrata permetterà di coprire le lunghe distanze tra la periferia ed il centro permettendo di compiere diverse attività all’interno dell’auto, una Mobility Lounge che funzionerà da ufficio, da sala relax, da cinema, adatta allo stile di vita urbano.   Continua a leggere su Ecologiae

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