Dopo le sollevazioni popolari contro la realizzazione dell'Alta Velocità in Gran Bretagna si eviterà di dover abbattere case e ponti, e di stravolgere parchi e paesaggi urbani, passando sotto terra. La contestazione prosegue nelle campagne, dove sono a rischio zone naturalistiche
Il progetto dell’Hs2, treno ad alta velocità inglese – che entro il 2026 collegherà con treni superveloci Londra a Birmingham, Leeds e Manchester – va incontro a un primo ripensamento dopo che, per mesi, residenti e politici di Londra avevano protestato. Il progetto va avanti con un nuovo tunnel di più di 12 chilometri che eviterà di dover abbattere case e palazzi, strade e ponti, e di dover stravolgere parchi e paesaggi urbani. La centralissima stazione londinese di Euston, capolinea della nuova tratta, verrà semplicemente “riadattata” e “riqualificata” anziché abbattuta come previsto originariamente. Il progetto dell’Hs2 continuerà a essere contestato, come promettono ora comitati e gruppi di azione delle campagne fra Londra e Birmingham, zone naturalistiche che rischiano di essere compromesse dai binari e dai treni a tutta velocità. Nel Regno Unito non si sono viste le proteste, a tratti molto forti, che si sono avute con il progetto Tav italiano. Eppure le campagne inglesi sono costellate di striscioni e cartelloni che esprimono la contrarietà degli abitanti delle zone che rischiano di essere stravolte. I binari fino a Manchester dovrebbero essere pronti entro il 2026, per un costo di 16,3 miliardi di sterline (quasi 20 miliardi di euro), ai quali dovranno essere aggiunti altri 16,8 miliardi di sterline per la parte rimanente. Secondo i comitati il costo totale potrebbe superare la cifra di 40 miliardi di sterline, facendo dell’HS2 uno dei progetti britannici più costosi degli ultimi decenni. La società, intanto, rassicura: "Non ci sarà alcun costo ulteriore per il contribuente britannico: costruire un tunnel costerà come non costruirlo e abbattere tutto l’abbattibile".