Un nuovo articolo nel contratto di lavoro, un italiano su 5 non paga il biglietto

Autisti-controllori: si salirà sui bus soltanto davanti

Autisti-controllori: si salirà sui bus soltanto davanti

Quindici milioni di italiani ogni giorno prendono un mezzo pubblico, ma uno su cinque (il 19,3%, secondo un'indagine Asstra) non paga il biglietto: una iattura per le aziende di trasporto pubblico locale, che perdono in totale 450 milioni all'anno. Ma ora potranno contare su un aiuto in più per fare cassa: il conducente che si trasforma in controllore con un articolo dell'accordo firmato venerdì al ministero del Lavoro

Roma – L'intesa raggiunta tra Anav e Asstra (le associazioni di categoria) e i sindacati ha infatti stabilito non solo che per i 116 mila lavoratori del trasporto pubblico locale arriverà un bonus di 700 euro, ma ha dato una grossa spinta all'«efficientamento».   «Non potendo spendere di meno, dobbiamo guadagnare di più», sintetizza Michele Imperio, il segretario nazionale Fit-Cisl.   Come? Ingaggiando una caccia spietata ai cosiddetti «portoghesi»: i passeggeri potranno salire solo dalle porte davanti, come accade a Londra e in tante altre città del mondo, e i guidatori potranno controllare i ticket.   Chi non ce l'ha, dovrà scendere, oppure acquistarlo dal conducente stesso, con un sovraprezzo intorno ai 50 centesimi, spiega il sindacalista.   In cambio, il conducente avrà un premio di produzione, legato al miglioramento dell'evasione e alla contrattazione aziendale. L'altro fronte su cui si agirà è la riscossione delle multe (dai 50 euro in su) per il mancato possesso del biglietto: secondo le stime dei sindacati, solo una su tre viene incassata, perché spesso la procedura amministrativa per rivendicarle è un costo eccessivo per l'azienda.   «Invece deve essere considerata un investimento indispensabile», spiega Imperio, ricordando che «quei 450 milioni coprirebbero un terzo del miliardo e mezzo che il trasporto pubblico locale aspetta dalle Regioni, e che rischia di non ottenere», a differenza del fondo blindato di 4,9 miliardi messo a disposizione dallo Stato.   Il discorso non fa una piega, in via teorica. Ma se si dà un'occhiata alle singole realtà locali la faccenda si complica. A Palermo per l'alta evasione tariffaria è partita a gennaio una sperimentazione con i vigili urbani a bordo. Sulle linee più affollate dell'Ataf di Firenze a febbraio 170 passeggeri su 200 sono risultati senza biglietto: l'80%, studenti ma soprattutto stranieri, in particolare rom, difficili da perseguire.   L'ultimo monitoraggio dell'Atac di Roma parlava di un evasore su 10, ma senza tener conto degli autobus superaffollati dove controllare qualsiasi cosa sarebbe impossibile.   «Il contratto collettivo prevede solo una cornice generale che punta ad un salto culturale del settore spiega Michel Martone, viceministro del Lavoro uscente -. Ma poi saranno i contratti aziendali a stabilire le modalità con cui applicare le norme: su linee difficili in situazioni di particolare traffico, il controllore non potrà anche occuparsi dei biglietti, e ci saranno squadre a terra incaricate».

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