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Sicurezza nelle ferrovie, intervista ad Alberto Chiovelli

Sicurezza nelle ferrovie, intervista ad Alberto Chiovelli

“Molte azioni sono state già poste in essere o programmate, ma c’è ancora molto da lavorare”. Alberto Chiovelliè da cinque anni il direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, nominato con decreto del Presidente della Repubblica e deliberazione del Consiglio dei Ministri

Romano, classe ’63, ingegnere, una vita a occuparsi di sicurezza dei sistemi di trasporto (ferrovie, metropolitane, tranvie, filovie, sistemi automatici: sin dal 1989 cura, fra l'altro, l'attuazione di leggi di settore, presso il Ministero dei trasporti).   Alberto Chiovelli guida l’ente preposto alla vigilanza sulla sicurezza delle ferrovie, al rilascio delle licenze alle imprese ferroviarie, al contratto di servizio nazionale e all'attuazione delle misure di incentivazione per l'intermodalità ferroviaria.   Lo scorso 10 aprile ha presentato “Andamento della sicurezza delle ferrovie nell’anno 2012”, il dossier che contiene, fra l’altro, tutti i dati relativi all’incidentalità nell’anno, il raffronto con gli anni precedenti ed il confronto con i dati relativi ai principali Paesi europei. Su Clickmobility.it  ne approfondisce le criticità più importanti e anticipa.     Il documento individua due macro aree di criticità. Mai così attuali.   Una riguarda gli investimenti di persone estranee allo scenario ferroviario: circa il 75% degli incidenti gravi e il 77% delle vittime. Stiamo parlando di un fenomeno dovuto principalmente a comportamenti indebiti ma che non possiamo ignorare in quanto piuttosto diffuso.   La seconda area riguarda le cause degli incidenti tipicamente legati al trasporto ferroviario che in quasi il 40% dei casi sono dovute a carenze manutentive o comunque a processi legati alla manutenzione. Tale tipologia di incidenti, pur non presentando un numero di vittime elevate, necessita di una particolare attenzione a livello di prevenzione atteso che si tratta di incidenti che possono potenzialmente avere conseguenze molto gravi. Il documento è disponibile sul sito web dell’Agenzia, www.ansf.it.      Il testo parla in tema di sicurezza di misure necessarie per assicurare una maggiore efficacia soprattutto a livello preventivo? A che punto siamo a riguardo?   Anche se molte azioni sono state già poste in essere o programmate, c’è ancora molto da lavorare. Per quanto concerne il fenomeno degli investimenti, anche a seguito dell’analisi dei dati di incidentalità, abbiamo chiesto al Gestore dell’infrastruttura di attivare, in sinergia con le Imprese ferroviarie una mappatura dei punti critici per verificare la necessità di interventi puntuali sulla rete per arginare il fenomeno.   Contemporaneamente è necessario perseguire una maggiore sensibilizzazione dei cittadini circa la pericolosità di certi comportamenti e questo vale non solo per le persone estranee allo scenario ferroviario che attraversano un passaggio a livello chiuso o si muovono indebitamente all’interno del sedime ferroviario, ma anche per i passeggeri all’interno delle stazioni o sulle banchine.     Progetti per sensibilizzare sulla questione sicurezza?   Lo scorso anno l’Agenzia in Toscana ha promosso, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con la Polizia ferroviaria, un concorso rivolto agli studenti delle scuole medie superiori finalizzato proprio ad una sensibilizzazione di questa fascia di utenza. L’iniziativa ha avuto un buon successo e quest’anno stiamo cercando di replicarla in Sicilia.     Per quanto riguarda, invece, gli aspetti relativi alla manutenzione?   Occorre operare su due fronti. Sul fronte del traffico internazionale delle merci è necessario proseguire nelle azioni intraprese finalizzate ad un maggiore e continuo scambio di informazioni in caso di incidenti ed a garantire la disponibilità delle informazioni relative alla tracciabilità delle operazioni di manutenzione per ogni singolo carro in modo che le Imprese ferroviarie dispongano degli elementi necessari per adottare tempestivamente eventuali misure cautelative a garanzia della sicurezza dell’esercizio.   Sul fronte nazionale abbiamo chiesto agli operatori un maggiore impegno sulla manutenzione sia quando operano direttamente sia quando tali operazione sono svolte da soggetti esterni. Sempre riguardo alla manutenzione abbiamo in particolare focalizzato l’attenzione sul Gestore dell’infrastruttura che deve rafforzare non solo l’attività di manutenzione ma anche i processi di controllo interni con una organizzazione maggiormente idonea a rafforzare il presidio sulle attività manutentive.     Questione Agenzia europea per la sicurezza ferroviaria: quali sono i nuovi orizzonti?   Direi che l’evoluzione delle normative che si succedono nel tempo va naturalmente verso un accentramento dei compiti verso l’Agenzia ferroviaria europea necessario per garantire lo sviluppo della interoperabilità ferroviaria e quindi il libero scambio dei passeggeri e delle merci. Una evoluzione che necessariamente comporta dei tempi lunghi perché il punto di partenza sono i sistemi nazionali tradizionalmente “chiusi” che ancora oggi presentano tecnologie diverse fra loro sia dal punto di vista costruttivo sia dal punto di vista del livello di sicurezza che sono in grado di garantire. E’ evidente che questa evoluzione deve essere accompagnata per salvaguardare il mantenimento dei livelli di sicurezza del sistema.      Cosa potrà introdurre in materia di sicurezza ferroviaria l’approvazione europea del cosiddetto “Quarto pacchetto ferroviario”?   Il “quarto pacchetto ferroviario” costituisce senza dubbio una accelerazione di questo processo, ma, a mio giudizio, è molto più proiettato verso la risoluzione delle problematiche relative alla liberalizzazione che non verso la garanzia del mantenimento dei livelli di sicurezza.   I nuovi processi che sono stati tracciati per la omologazione del materiale rotabile o per il rilascio della certificazione di sicurezza alle Imprese ferroviarie presentano, indipendentemente dalla titolarità dei processi, molti “vuoti” su questioni che riguardano attività direttamente connesse con la sicurezza.   Abbiamo ben evidenziato queste lacune ed in piena sinergia con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti le stiamo evidenziando nei diversi tavoli tecnici europei. Stiamo facendo proposte costruttive finalizzate a risolvere nella sostanza i problemi focalizzando l’attenzione sui processi più che su chi ne sarà titolare.   Poi non dobbiamo dimenticare che il “quarto pacchetto” deve dare risposte rigorose a tutte le problematiche relative al traffico internazionale presentatesi negli ultimi anni, anche in maniera tragica come nell’incidente di Viareggio, rispetto alle quali è necessario attuare completamente e, aggiungo, obbligatoriamente, misure armonizzate a livello europeo.   di Matteo Macor, Clickmobility.it

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