L'azienda chiede risarcimenti per i danni riportati dai bus fin a 4000 euro, ed è bufera con i sindacati
Mentre i lavoratori dell'Atp devono fare i conti con tagli allo stipendio che arrivano anche a duecento-trecento euro al mese per il concordato preventivo appena firmato, quelli dell'Amt rischiano di vedersi chiedere dall'azienda fino a 4000 euro di risarcimento danni per gli incidenti causati alla guida dei bus lungo le tortuosissime strade genovesi. La possibilità è stata introdotta dallo stralcio di contratto nazionale di lavoro firmato recentemente e la direzione Amt, che dal lontano 1988 aveva sempre rinunciato a penalizzare gli stipendi dei lavoratori in caso di incidenti, questa volta ha deciso di approfittare dell'opportunità offerta dalle norme nazionali e almeno in un caso ha già attivato le pratiche per far pagare i danni a un lavoratore. La richiesta ha scatenato la reazione dei sindacati, la Faisa-Cisal in particolare ha già contestato ufficialmente la procedura, mentre tutti insieme i sindacati hanno avviato un confronto con la direzione per tentare di allargare le maglie della disciplina nazionale con accordi più favorevoli, ipotesi prevista dallo stesso contatto, ma allo stato attuale le posizioni sono ancora distanti.
"Le strade di Genova non sono come quelle di Milano – spiega Andrea Gamba, della Filt-Cgil – ad esempio tanto per citare un caso specifico, in via Montaldo c'è un punto dove il 34 deve per forza invadere la corsia opposta, altrimenti non passa. Se in quel posto tocca un'altra auto, l'autista si trova per forza dalla parte del torto. Vogliamo fargli pagare la colpa di una situazione che non dipende da lui? È assurdo non tenere conto di queste complicazioni".
La nuova normativa introdotta dal contratto nazionale a dire il vero non scarica subito la colpa sull'autista, ma prevede l'apertura di un procedimento che verifichi i dettagli della situazione rispetto a un periodo di valutazione di 36 mesi: se in questi 36 mesi l'autista fa un incidente con responsabilità non paga niente, al secondo paga fino al 25% dei danni, al terzo il 75%, oltre il terzo il 100%, con un limite massimo in ogni caso di 4000 euro. Per chi guida nelle strade genovesi è comunque piuttosto facile superare questi limiti, e a quel punto scattano le sanzioni, che per stipendi da 1200 euro al mese rischiano di aver conseguenze disastrose.
"Con l'ultimo accordo i lavoratori hanno già pagato parecchio di tasca loro – sottolinea Mauro Nolaschi, della Faisa-Cisal – a Genova abbiamo ormai una prassi trentennale per cui l'azienda non ha mai richiesto il pagamento di danni e anche il contratto nazionale fa salve le clausola più favorevoli, per questo abbiamo contestato la procedura avviata dall'azienda
nei confronti di un lavoratore. Quella norma tra l'altro è stata introdotta dal contratto nazionale come forma di garanzia – prosegue Nolaschi – perché in Italia esistono aziende, magari piccolissime, che attribuivano il risarcimento del 100% dei danni ai lavoratori, è stato così introdotto un tetto, ma devono restare salve le clausole più favorevoli, senza considerare che le condizioni di manutenzione dei mezzi Amt non sono certo le migliori".
Nel frattempo tutti i sindacati, confederali e autonomi, hanno avviato insieme un confronto con l'azienda per tentare di arrivare comunque ad una nuova intesa che tuteli i lavoratori. "Prima di tutto bisogna definire, al di là delle risultanze dell'assicurazione, quali sono gli incidenti che sono davvero da attribuire alla colpa del lavoratore e quali invece sono da considerarsi fortuiti anche se per l'assicurazione sono motivo i colpa – precisa Gamba, della Filt – e comunque alla luce della prassi e della situazione della viabilità genovese chiediamo che venga abbreviato il periodo di osservazione oggi fissato in 36 mesi e che venga ampliato il numero degli incidenti compresi nella franchigia ".